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Bianco e Nero – 569

Il fascicolo, curato da Alessia Cervini e Roberto De Gaetano che presenteranno il volume, esibisce questa volta un impianto interamente monografico e denomina la raccolta dei saggi Attualità di Ejzenštejn, configurandosi come una sorta di ricognizione, ampia e articolata, del valore al presente, del pensiero teorico e della pratica artistica del grande autore sovietico. Figura tra le più alte e complesse dell’arte e della cultura del secolo XX, autore di una vasta produzione teorica che costituisce uno dei luoghi cruciali del pensiero estetico del ‘900 (e che è nota in Italia attraverso l’edizione curata da Montani per Marsilio, avviata nel 1981 e tuttora in corso), Ejzenštejn ha pensato il cinema misurandosi senza sosta con i più diversi ambiti e i più diversi orizzonti del sapere.

Ed è proprio nella costitutiva inclinazione estatica della sua riflessione, nell’incessante perlustrazione di ciò che è fuori dal cinema volta a cogliere e a misurare l’identità e le potenzialità del cinema stesso, che questo monografico di «Bianco e Nero» riconosce i segni dell’attualità del pensiero ejzenštejniano, espressione esemplare di un «pensiero della forma, e di quella cinematografica in particolare – scrive De Gaetano nella sua
Presentazione –, che si è sviluppato su un crinale che sta dimostrando tutta la sua fecondità, quello che pensa l’arte, e il cinema in particolare, in una costitutiva specificità a-specifica, che fa sì che per stare dentro al cinema bisogna starne continuamente fuori». In questo senso, continua De Gaetano, con Ejzenštejn «il cinema, si apre non solo alle altre arti, come è naturale, pittura e letteratura in primis, ma anche ad altre pratiche (i riti) o ad altri saperi (biologia, storia, filosofia, psicologia)», entrando «nel vivo delle questioni che hanno attraversato un intero
secolo e che ritrovano oggi una loro cruciale attualità: il rapporto tra l’estetica e l’antropologia, l’immagine e la psicologia, le forme e la biologia».
Compongono il numero ben tredici testi, dovuti a studiosi italiani e internazionali, tra i quali figurano alcuni dei principali specialisti “storici” del grande cineasta sovietico, quali Pietro Montani, Yuri Tsivian e Oksana Bulgakova.