Alberto Sordi, storia di un italiano (parte seconda)
01 Febbraio 2013 - 16 Febbraio 2013
Cosa dire che non è stato già ampiamente dibattuto, trattato sull’attore più celebre in Italia, dopo Totò? Non resta che abbandonarsi non solo alle immagini, ma anche alle parole altrui, soprattutto di chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui. «Nessuno più di Sordi ha saputo caratterizzare così bene l’uomo medio… Sordi è riuscito a mettere in mostra il lato storto, ridicolo del carattere del carattere italiano e l’ha colpito. Ha fatto della satira che molti considerano crudele; secondo me invece questa crudeltà nasce da una forza morale. Sordi è un uomo che ha sofferto molto, ha quasi patito la fame, ha fatto mille mestieri prima di arrivare, e questo lo ha arricchito di istinti buoni, umanitari. È un attore comico che ha dentro un’amarezza che s’indigna di fronte a vizi e vorrebbe che non esistessero. Allora colpisce e gode a frustare e, pur facendo della satira un po’ cattiva, moralizza» (Vittorio De Sica). «Sordi non va visto come attore, ma anche come autore, perché ha inventato un personaggio comico di grande modernità ed ha avuto il coraggio di imporlo. Noi registi non abbiamo fatto altro che prenderlo e approfondirlo un po’… Sordi ci ha messo nelle mani un tipo, vile, ipocrita, conformista, frutto di una intelligenza del costume che è straordinaria. Ha cercato di divertire con questo personaggio e questo è veramente il massimo che un attore può fare… Non era mai successo prima, infatti, che si potesse far ridere il pubblico con delle caratteristiche negative, francamente un po’ abbiette. È in questo che sta il suo sforzo creativo» (Mario Monicelli). «Alberto è come una civetta. Di colpo apre l’occhio, guarda, e ha una folgorazione improvvisa. Per lui la seconda fase della pietà non esiste. Ciò che esiste è la capacità di questo giudizio critico, fulminante» (Rodolfo Sonego).
venerdì 1
ore 17.00
Accadde al commissariato (1954)
Regia: Giorgio C. Simonelli; soggetto: Felice Zappulla, Giovanni Grimaldi; sceneggiatura: G. Grimaldi, Ruggero Maccari, Ettore Scola, Vincenzo Talarico; fotografia: Renato Del Frate; scenografia: Giuseppe Piccolo; musica: Carlo Innocenzi; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Nino Taranto, Alberto Sordi, Walter Chiari, Lucia Bosé, Riccardo Billi, Mario Riva; origine: Italia; produzione: Fortunia Film; durata: 99′
Ventiquattro ore in una stazione di polizia. Un commissario, più interessato alla sua nuova auto che ai casi che gli vengono sottoposti, incontra vari personaggi alle prese con i problemi e gli eventi più improbabili. Un cast “all star” per questo film che vede nelle performance attoriali il suo punto di forza. «Alberto Sordi, venditore ambulante di bolle di sapone, con gonnella attorno alle gambe per fare colpo, con la parlantina sciolta e audace (“ho fatto la guerra io!”) con il gestire stupendo di immediatezza comica, costruisce un tipo formidabile: lo si dovrà ricordare a lungo» (Bassano).
ore 21.00
Il commissario (1962)
Regia: Luigi Comencini; soggetto e sceneggiatura: Age & Scarpelli; fotografia: Aldo Scavarda; scenografia: Mario Chiari; costumi: Giulia Mafai; musica: Carlo Rustichelli; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Alberto Sordi, Alessandro Cutolo, Franca Tamantini, Alfredo Leggi, Angela Portaluri, Mino Doro; origine: Italia; produzione: Dino De Laurentiis per Dino De Laurentiis Cinematografica; durata: 102′
«Era un film venuto male, e mal preparato; c’era soltanto un soggetto, si scriveva man mano che si girava. Era la storia di un commissario zelante, un po’ ottuso, con una incredibile pettinatura, che non capiva di pestare i piedi a tutti; a un certo punto arrestava metà della città! Il film era d’attualità, ma era stato realizzato troppo in fretta» (Comencini). «Giovane commissario di polizia compromette la sua carriera indagando sulla morte violenta di noto uomo politico. Scopre il colpevole, ma è costretto a ritrattare tutto al processo. Scritto da Age & Scarpelli, principi della commedia italiana, è sostenuto da uno scattante brio satirico con graffianti spunti di critica di costume. Un buon Sordi tenuto a briglia corta» (Morandini).
sabato 2
ore 17.00
La mia signora (1964, 104′)
L’uccellino
Regia: Tinto Brass; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego, Alberto Bevilacqua; fotografia: Otello Martelli; scenografia: Mario Garbuglia; costumi: Gabriella Mayer; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Silvana Mangano, Alberto Sordi; origine: Italia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica
Eritrea
Regia: Luigi Comencini; soggetto: L. Comencini, Marcello Fondato; fotografia: Otello Martelli; scenografia: Mario Garbuglia; costumi: Gabriella Mayer; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Silvana Mangano, Alberto Sordi, Claudio Gora, Maria Tedeschi, Mino Doro, Lamberto Antinori; origine: Italia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica
I miei cari
Regia: Mauro Bolognini; soggetto: da un racconto di Goffredo Parise; sceneggiatura: G. Parise, Rodolfo Sonego; fotografia: Otello Martelli; scenografia: Mario Garbuglia; costumi: Gabriella Mayer; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Silvano Mangano, Alberto Sordi, Elena Nicolai, Lella Fabrizi; origine: Italia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica
Luciana
Regia: Mauro Bolognini; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego; fotografia: Otello Martelli; scenografia: Mario Garbuglia; costumi: Gabriella Mayer; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Silvana Mangano, Alberto Sordi, Marisa Fiorio, Mario Canocchia, Laura Durell, Alfredo Censi; origine: Italia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica
L’automobile
Regia: Tinto Brass; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego; fotografia: Bruno Barcarol; scenografia: Mario Garbuglia; costumi: Gabriella Mayer; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Silvana Mangano, Alberto Sordi; origine: Italia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica
Storie di coppie, tradimenti, crisi coniugali in un gioco attoriale a due: Mangano vs. Sordi…
ore 19.00
Il disco volante (1964)
Regia: Tinto Brass; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego; fotografia: Bruno Barcarol; scenografia: Elvio Costanti; musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Casini; interpreti: Alberto Sordi, Monica Vitti, Eleonora Rossi Drago, Silvana Mangano, Guido Celano, Alberto Fagliani; origine: Italia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica; durata: 90′
«[Dino De Laurentiis] mi ha proposto di fare Il disco volante. Io ho accettato ad una sola condizione: che Sordi interpretasse tutti e quattro i personaggi. […] Il film si basava su un’idea che circolava a Roma da tempo. Si chiamava Un marziano a Roma, ed era stata scritta da Ennio Flaiano. Il tema vero era la grettezza della piccola borghesia messa di fronte a un fatto, un fenomeno che non riesce a capire, a comprendere. […] Sordi è un vero talento; la sua bravura fa rimanere sbalorditi. […] Delle volte c’erano sequenze nelle quali era necessario passare da un personaggio all’altro in un breve arco di tempo. Entrava nei camerini e subito dopo il trucco sembrava davvero un’altra persona. Non solo fisicamente, ma negli atteggiamenti, nella psicologia, nei movimenti, nei denti, eccetera. Era davvero impressionante il modo in cui si adattava al nuovo ruolo» (Brass).
ore 21.00
Lo scopone scientifico (1972)
Regia: Luigi Comencini; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego; fotografia: Giuseppe Ruzzolini; scenografia: Luigi Scaccianoce; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Alberto Sordi, Silvana Mangano, Joseph Cotten, Bette Davis, Mario Carotenuto, Domenico Modugno; origine: Italia; produzione: Fausto Saraceni per Produzioni De Laurentiis Inter. Ma. Co.; durata: 113′
«Costruendo questo racconto non mi era passato per la mente di scrivere qualcosa che riguardasse i baraccati romani e il potere, ma il rapporto tra il popolo e il potere, l’emotività del popolo e la grande razionalità del potere. Lì si dice soltanto, con molto pessimismo, scetticismo scientifico, che questa partita a carte con il potere non sarà mai vinta. Chi ha il potere e gioca in quel modo, al rialzo, avrà sempre la meglio su chi non ha il potere e al rialzo non potrà mai giocare. […] L’idea del soggetto è presa dalla realtà, avevo assistito coi miei occhi, vicino Napoli, in un albergo, all’arrivo di un’americana in Rolls Royce attesa da due napoletani poverissimi, per la partita. Era una storia che andava avanti da anni, lei prestava loro i soldi e poi glieli vinceva, ma loro speravano sempre…» (Sonego).
domenica 3
ore 17.00
Mafioso (1962)
Regia: Alberto Lattuada; soggetto:Bruno Caruso;sceneggiatura: Marco Ferreri, Raphael Atzcona, Age & Scarpelli, A. Lattuada; direttore della fotografia: Armando Nannuzzi; scenografo: Carlo Egidi; costumi: Angela Sammaciccia; musica: Piero Piccioni; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Alberto Sordi, Norma Bengell, Gabriella Conti, Ugo Attanasio, Carmelo Oliviero, Lily Bistrattyn; origine: Italia; produzione: Compagnia Cinematografica Cervi; durata: 103′
«Mafioso è la storia del recupero di un uomo che aveva dimenticato di essere un “picciotto”: trapiantato a Milano, inserito in una grande industria, pensava di essersi purificato grazie questa lontananza dalla Sicilia. È la storia di un carattere, è la storia della viltà, della paura: come in tante altre commedia all’italiana si è preso un prototipo analizzarlo e metterlo nudo. […] Non riesco a pensare Mafioso senza [Sordi]. Credo che senza Sordi, Gassman, Manfredi, Tognazzi, Mastroianni, sarebbe stato difficile imporre in Italia e all’estero queste commedie. Non è un ridimensionamento del ruolo dello sceneggiatore: è che la mediazione di questi attori è tale da rendere manifesto il pensiero originario, l’idea di partenza, che quasi sempre nasce da un fatto vero. Comunque Mafioso era nato senza di lui. È stato De Laurentiis, col copione in mano, a pensare a Sordi. Se c’è una cosa che Sordi rappresenta magnificamente, negli aspetti drammatici e disgustosi, è la paura, la vigliaccheria, la meschinità, la piccolezza» (Lattuada).
ore 19.00
Detenuto in attesa di giudizio (1971)
Regia: Nanni Loy; soggetto: Rodolfo Sonego; soggetto e sceneggiatura: Sergio Amidei, Emilio Sanna; fotografia: Sergio D’Offizi; scenografia: Gianni Polidori; costumi: Marisa Crimi, Bruna Parmesan; musica: Carlo Rustichelli; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Alberto Sordi, Elga Andersen, Lino Banfi, Mario Pisu, Antonio Casagrande, Michele Gammino; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 102′
Giuseppe Di Noi, geometra emigrato in Svezia e divenuto titolare di una piccola impresa edile, decide dopo sette anni di tornare in Italia per le vacanze estive insieme alla moglie Ingrid e ai due figlioletti; ma all’esibizione del passaporto alla frontiera, viene ammanettato dagli agenti e trasferito, senza particolari spiegazioni sull’accusa, nel carcere di San Vittore. La sua odissea proseguirà nei penitenziari di Regina Coeli e Sagunto. «Il kafkiano itinerario dell’innocuo geometra, trasformato in criminale per una distrazione della burocrazia peninsulare, offre a Nanni Loy e allo sceneggiatore Amidei, cronache giornalistiche alla mano, l’opportunità per spezzare una lancia in favore della riforma del nostro sistema carcerario e giudiziario. Si può chiamare commedia un film simile, anche se interpretato da un Sordi che non trascura le occasioni per far ridere? O non siamo piuttosto davanti a una satira civile, apprezzabile sia per l’intento che l’equilibrio fra realismo e invenzione comica? Se è vero che la cosiddetta commedia italiana resta un genere minore, qui essa assume tuttavia una precisa dignità sociale, di cui si deve tener conto» (Frosali).
ore 21.00
Anastasia mio fratello (Il presunto capo dell’anonima assassini) (1973)
Regia: Stefano Vanzina; soggetto: Sergio Amidei, Alberto Bevilacqua, liberamente ispirato dall’omonimo libro di Don Salvatore Anastasia; sceneggiatura: S. Amidei, Alberto Sordi; fotografia: Sergio D’Offizi; scenografia: Piero Filippone; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: A. Sordi, Richard Conte, Edoardo Faieta, Luciano Pigozzi, Thomas Chu, Franco Angrisano; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 134′
Il film è tratto da una storia vera, raccontata dal protagonista in un omonimo libro. Don Salvatore Anastasia è un sacerdote calabrese che nel dopoguerra lascia l’Italia per raggiungere i fratelli più grandi in America, dove sono emigrati molti anni prima. Don Salvatore rimane alcuni anni, affascinato dalla gentilezza con cui è accolto dalla comunità. La realtà è ben diversa e solo gradualmente si rivela al sacerdote. Il suo adorato fratello Al e gli altri parenti sono dei grossi criminali di Little Italy, rispettati e temuti da tutti. «Libro steso con lo scopo precipuo di scagionare la memoria del fratello. […] E che è servito qui solo da traliccio e pretesto per offrire Sordi un personaggio fra l’ingenuo, il caloroso, l’allocco e il goffamente generoso così come l’attore romano va ricercando in questi anni più recenti» (Fava).
lunedì 4
chiuso
martedì 5
ore 17.00
La più bella serata della mia vita (1972)
Regia: Ettore Scola; soggetto: dal testo teatrale La Panne di Friedrich Dürrenmatt; sceneggiatura: Sergio Amidei, E. Scola; fotografia: Claudio Cirillo; scenografia: Luciano Ricceri; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Alberto Sordi, Michel Simon, Pierre Brasseur, Charles Vanel, Claude Dauphin, Janet Agren; origine: Italia/Francia; produzione: De Laurentiis Cinematografica, Itermaco, Columbia; durata: 107′
Alfredo Rossi, industriale romano e residente a Milano, va a Lugano per depositare illegalmente 100 milioni, ma trova la banca chiusa. Inizia a girare per trovare un hotel, per poi preferire l’inseguimento di un’avvenente motociclista. Rimane in panne con l’auto vicino un castello dove chiede rifugio. Qui quattro anziani giudici lo processano condannandolo a morte per le sue iniquità. «L’apologo […] costituisce uno degli esempi più espliciti di tutto il cinema di Scola, in cui si estrinseca l’aspetto magico-surreale-grottesco, mediante il quale la realtà si lascia osservare al suo interno come attraverso una filigrana invisibile» (Bíspuri).
ore 19.00
L’ingorgo (1979)
Regia: Luigi Comencini; soggetto: L. Comencini; sceneggiatura: L. Comencini, Ruggero Maccari, Bernardino Zapponi; fotografia: Ennio Guarnieri; scenografia: Mario Chiari; costumi: Paola Comencini; musica: Fiorenzo Carpi; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Alberto Sordi, Annie Girardot, Fernando Rey, Patrick Dewaere, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi; origine: Italia/Francia/Germania/Spagna; produzione: Clesi Cinematografica, Greenwich Productions, José Frade Producciones, Albatros Film; durata: 126′
«Ci sono delle automobili in una Roma che sembra impazzita. Tutte le strade sono intasate e le automobili confluiscono in un punto dove c’è un blocco totale. E non possono più muoversi. A bordo, i passeggeri passano presto dall’attesa all’esasperazione e poi all’angoscia. Fino ai limiti della pazzia. Incapaci di fare qualcosa, incapaci di aiutarsi gli uni con gli altri. Chiusi, anzi, in un caparbio rifiuto di ragionare su quello che sta accadendo e di trovarvi un rimedio. Aspettano. Ciechi e sordi. E alla fine moriranno. Perché quell’ingorgo diventerà una tomba per tutti. Ecco, ho pensato che oggi tutti quelli che vanno in automobile non si incontrano mai, non si conoscono, ciascuno preso dai propri problemi e totalmente incapace di pensare a quelli degli altri. Un nuovo tipo di incomunicabilità, se vuoi, di natura quasi tecnica» (Comencini).
ore 21.15
Sono un fenomeno paranormale (1985)
Regia: Sergio Corbucci; soggetto e sceneggiatura: Bernardino Zapponi, Giovanni Romoli, S. Corbucci, Alberto Sordi; fotografia: Sergio D’Offizi, scenografia: Marco Dentici; costumi: Maria Luigia Carteny; musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Morigi Casini; interpreti: A. Sordi, Elsa Martinelli, Eleonora Brigliadori, Maurizio Micheli, Claudio Gora, Gianni Bonagura; origine: Italia; produzione: C.G. Silver Film; durata: 110′
In uno studio televisivo il professor Roberto Razzi conduce un programma in diretta sui fenomeni paranormali. Razzi non crede a nessuna delle cose di cui parla, per cui ridicolizza tutti i personaggi, santoni, paragnosti e guaritori di ogni genere. Concluso il primo ciclo di trasmissioni Razzi decide di partire per l’India per svelare ai telespettatori i misteri dei fachiri, guru, ecc. Sull’aereo incontra un inquietante vecchietto indiano che lo mette in crisi. Arrivato in India, Roberto smaschera tutti come truffatori, poi ha un secondo incontro con il vecchio indiano, che è il guru Baguwan Babashàn. Il vecchio scompare e Roberto, nel tentativo di raggiungerlo, ha un grave incidente. Lo ritroviamo a Roma in coma irreversibile, da cui poi inspiegabilmente si risveglia; è però perseguitato dai ricordi dell’India, per cui decide di tornarci alla ricerca della verità. Ma un anno dopo…
mercoledì 6
ore 17.00
Romanzo di un giovane povero (1995)
Regia: Ettore Scola; soggetto: E. Scola; sceneggiatura: Giacomo Scarpelli, E. Scola, Silvia Scola; fotografia: Franco Di Giacomo; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Enrico Sabbatini, Simonetta Leoncini; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Alberto Sordi, Rolando Ravello, André Dussolier, Isabella Ferrari, Renato De Carmine, Gianfelice Imparato; origine: Italia/Francia; produzione: Mass Film, Studio EL, Matopigia, Istituto Luce, Les Films Alain Sarde, Rai; durata: 116′
«Nella caduta dalla finestra dell’ex cantante di varietà Karlin Ananas ci potrebbe essere lo zampino di suo marito, il signor Bartoloni, settantenne pensionato del ministero, fotografo dilettante, collezionista di fumetti. Siamo autorizzati a nutrire qualche sospetto perché abbiamo sentito lo sciagurato lamentarsi della sua condizione di coniuge oppresso, tanto ansioso di rifarsi una vita con un’altra donna da suggerire al professorino Vincenzo, suo vicino di casa, di ammazzargli la moglie. Alla proposta il giovanotto, esasperato dalla disoccupazione, ha risposto (forse sul ricordo del vecchio film di Hitchcock Delitto per delitto), proponendo a Bartoloni di uccidergli in cambio la madre. Questa, però, è rimasta una battuta: come siano andate le cose in realtà non lo sapremo neanche alla fine, quando dei due l’uno finirà dietro alle sbarre e l’altro no. Pur riesumando un titolo famoso di Octave Feuillet, il regista Ettore Scola ha pensato piuttosto a Georges Simenon; e a quel cinema francese che ha sempre amato indagare i misfatti “dietro la facciata”» (Kezich).
giovedì 7
ore 17.00
L’autostrada del sole(ep. di Thrilling, 1965)
Regia: Carlo Lizzani; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego; fotografia: Roberto Gerardi; scenografia: Elio Costanzi; costumi: Lucia Mirisola; musica: Ennio Morricone; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Alberto Sordi, Sylva Koscina, Nicoletta Rangoni Machiavelli, Giampiero Albertini, Rossana Martini, Federico Boido; origine: Italia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica; durata: 42′
Fernando Boccetta, trovandosi per curiose circostanze a inseguire con la sua utilitaria una potente automobile, è costretto a passare la notte in una misteriosa locanda dove una famiglia di maniaci commette una serie di delitti dei quali lui verrà incolpato. Gli altri episodi sono diretti da Ettore Scola e Gian Luigi Polidoro.
a seguire
Fata Marta (ep. de Le fate, 1966)
Regia: Antonio Pietrangeli; soggetto: dal romanzo Amour terre inconnue di Martin Maurice; sceneggiatura: Rodolfo Sonego; fotografia: Armando Nannuzzi; scenografia e costumi: Mario Chiari; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Alberto Sordi, Capucine, Anthony Steel, Olga Villi, Gigi Ballista, Ester Carloni; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 35′
Un cameriere-autista presta servizio per una serata da una contessa durante una festa. Sul finire della serata viene incaricato di portare una camomilla in una stanza da letto. Qui trova una donna ubriaca e seminuda sdraiata sul letto, che lo invita a fare l’amore. Il giorno dopo scoprirà che la donna è la moglie del professore, dal quale è stato chiamato a prestare servizio come autista, grazie all’interessamento della contessa… «In questo breve e gustoso racconto dall’impianto chapliniano (quando lei è ubriaca si rivolge a Giovanna come a un amante, quando è sobria lo tratta da persona di servizio), Pietrangeli si limita al ruolo di director, muovendosi con sicurezza e ironia negli ambienti dell’alta società» (Maraldi). Gli altri episodi sono diretti da Luciano Salce, Mario Monicelli, Mauro Bolognini.
a seguire
Senso civico (ep. di Le streghe,1966)
Regia: Mauro Bolognini; soggetto e sceneggiatura: Age & Scarpelli, Bernardino Zapponi; fotografia: Giuseppe Rotunno; scenografia: Mario Garbuglia; musica: Piero Piccioni; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Silvana Mangano, Alberto Sordi; origine: Italia/Francia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica, Les Productions Artistes Associés; durata: 6′
Una donna soccorre un altro automobilista ferito e sfreccia per le strade di Roma. Non è l’ospedale in suo obiettivo, ma un luogo in mezzo alla più estrema periferia dove incontrare l’amante e abbandonare il malcapitato. «Senso civico è il più gustoso […]. Un Sordi mattatore che recita un monologo componendo un piccolo pezzo di bravura interpretativa, perfettamente compiuto pur nella sua brevità» (Ivaldi). Gli altri episodi sono diretti da Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Franco Rossi, Vittorio De Sica.
ore 19.00
La camera (ep. di Le coppie,1970)
Regia: Alberto Sordi; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego, A. Sordi; fotografia: Sante Achilli; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Alberto Sordi, Rossana Di Lorenzo, Umberto Raho; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 52′
Giacinto Colonna, metalmeccanico a Terni, per festeggiare i dieci anni di matrimonio porta la moglie in vacanza in un lussuoso albergo in Costa Smeralda. L’accoglienza non sarà delle migliori. «Preferiamo La camera, che Sonego ha scritto per Alberto Sordi. Accanto a lui Rossana Di Lorenzo (sorella di Maurizio Arena) è la moglie torpida e corpulenta, che subisce gl’indegni strali d’una umanità filiforme e disgustosamente privilegiata» (Casiraghi)
a seguire
Il leone (ep. di Le coppie,1970)
Regia: Vittorio De Sica; soggetto: Cesare Zavattini; sceneggiatura: Ruggero Maccari, Rodolfo Sonego; fotografia: Ennio Guarnieri; scenografia: Flavio Mogherini; costumi: Bruna Parmesan; musica: Manuel De Sica; montaggio: Adriana Novelli; interpreti: Alberto Sordi, Monica Vitti, Gigi Bonos; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 20′
Dopo il loro incontro settimanale, due amanti, Antonio e Giulia, non possono lasciare la casa perché un leone, scappato da un circo, ha bloccato la porta. La paura di essere così scoperti li porta a litigare e a scoprire la loro vera natura.
«Il film non è dunque un capolavoro del genere, ma è ancora una di quelle commedie di gran qualità interpretate da una Vitti e un Sordi […] al meglio della loro forma» (Cornand).
a seguire
Latin Lover (ep. de I tre volti,1965, 40′)
Regia: Franco Indovina; soggetto e sceneggiatura: Alberto Sordi, Rodolfo Sonego, F. Indovina; fotografia: O. Martelli; art director: P. Tosi; scenografia: F. Bottari; musica: P. Piccioni; montaggio: N. Baragli; interpreti: Soraya, A. Sordi, Goffredo Alessandrini, Renato Tagliani, Alberto Giubilo; origine: Italia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica; durata: 40′
«La “prefazione” di Antonioni è la cronaca di come un nostro simpatico collega di “Paese Sera”, Ivano Davoli, riuscì a scoprire il segreto dei provino notturno di Soraya diretto da De Laurentiis in persona. Ma il produttore ha voluto figurare solo di spalle e da lontano, come Garibaldi in 1860, sicché, intimiditi dall’atteggiamento prudenziale del “boss”, i suoi collaboratori fanno capolino nei film sommessi e in punta di piedi: Alfredo De Laurentiis, l’avvocato Bruno Todini, l’operatore Otello Martelli e il suo assistente Arturo Zavattini […]. Sono cineasti da cinema piuttosto che inclusioni della realtà; e lo stesso Davoli, nel rivivere la sua avventura, assomiglia più all’eroe malsicuro di un film come L’eclisse che a un intraprendente cronista. Ce n’è abbastanza per cominciare a dire che Antonioni rivela anche in uno “short” su ordinazione una personalità determinante. Né Soraya né De Laurentiis né Davoli sono i protagonisti di questa prefazione, che ha un unico mattatore: Michelangelo Antonioni. Forte dell’esperienza acquisita con Deserto rosso, Antonioni inserisce il volto di Soraya in un contesto di forme e colori assai vicino a certe ricerche della pittura attuale» (Kezich).
ore 21.00
L’ascensore (ep. di Quelle strane occasioni,1976)
Regia: Luigi Comencini; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi; fotografia: Claudio Ragona; scenografia: Osvaldo Desideri; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Alberto Sordi, Stefania Sandrelli, Beba Loncar; origine: Italia; produzione: Rizzoli Film; durata: 39′
In una calda giornata di ferragosto una ragazza e un monsignore rimangono chiusi in ascensore per un guasto. L’incontro passerà attraverso alterne fasi. «Sordi, nei panni congeniali della tonaca, almeno si prodiga di fino in una interpretazione fin troppo contenuta. Stefania Sandrelli è l’unica donna cui viene concesso un minimo di spazio, sapendolo anche sfruttare» (Santuari)
a seguire
Le vacanze intelligenti (ep.diDove vai in vacanza?,1978)
Regia: Alberto Sordi; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego, A. Sordi; fotografia: Sergio D’Offizi; scenografia: Lorenzo Baraldi; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: A. Sordi, Anna Longhi, Evelina Nazzari, Stefania Spugnini, Alfredo Quadrelli, Filippo Cirò; origine: Italia; produzione: Rizzoli Film; durata: 66′
Due fruttivendoli romani vengono convinti dai figli a fare una “vacanza intelligente”. I due, seppur controvoglia, vanno così in giro per musei, siti archeologici e concerti di musica contemporanea. Dopo una visita alla Biennale d’Arte di Venezia i coniugi decidono di tornare a casa. Dopo tanta cultura ad attenderli ci sarà una sorpresa.
venerdì 8
ore 17.00
Una botta di vita (1988)
Regia: Enrico Oldoini; soggetto: Aurelio Chiesa; sceneggiatura: Ag[enore Incrocci], Alberto Sordi, E. Oldoini, Liliana Betti; fotografia: Giuseppe Ruzzolini; scenografia e costumi: Luciano Sagoni; musica: Manuel De Sica; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: A. Sordi, Bernard Blier, Andréa Ferréol, Vittorio Caprioli, Elena Falgheri, Alberto Sorrentino; origine: Italia/Francia; produzione: International Dean Film, Italian International Film, ItalFrance Films; durata: 92′
A ferragosto Elvio Battistini, rimasto solo a casa perchè la figlia è partita con la famiglia per una vacanza in Grecia, incontra il coetaneo Giuseppe Mondardini. I due anziani decidono di partire per un viaggio su una vecchia Lancia prima diretti a Bordighera e poi in Costa Azzurra. «Sordi ricorre qui a un regista un po’ più fresco di lui e ritrova la dignità dei capelli bianchi in una commedia sulla terza età dove fa coppia con il rotondo Blier. È il suo ultimo viaggio cinematografico di rilievo, con il groppo alla gola e il fiato della morte sul collo, ma anche con una ritrovata verità» (Giacovelli).
ore 19.00
Vacanze di Natale ’91 (1991)
Regia: Enrico Oldoini; soggetto: E. Oldoini, Alberto Sordi, Giovanni Veronesi, Rodolfo Sonego, Liliana Betti, Marco Cavaliere; sceneggiatura: E. Oldoini, A. Sordi, G. Veronesi, R. Sonego, L. Betti; fotografia: Sergio Salvati; scenografi: Osvaldo Desideri; costumi: Alessandra Oldoini; musica: Manuel De Sica, Giovanni Dell’Orso; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: A. Sordi, Massimo Boldi, Christian De Sica, Ezio Greggio, Ornella Muti, Nino Frassica; origine: Italia; produzione: Filmauro; durata: 117′
Questo terzo episodio della saga, inaugurata nel 1983 da Carlo Vanzina, si svolge a Saint Moritz nel lussuoso albergo Badrutt’s Palace Hotel. Una serie di personaggi si incrociano tra le stanze e i corridoi dando vita a una lunga serie di sketch. Tra questi personaggi c’è l’anziano cameriere Sabino, angariato dal direttore, e sua figlia Giuliana, che inizialmente nasconde le proprie origini ma poi stanca dei soprusi sofferti dal padre lo difende pubblicamente.
ore 21.15
Troppo forte (1986)
Regia: Carlo Verdone; soggetto: Rodolfo Sonego, C. Verdone, Sergio Leone, Alberto Sordi; fotografia: Danilo Desideri; scenografia: Franco Velchi; costumi: Raffaella Leone; musica: Antonello Venditti; montaggio: Nino Baragli; interpreti: C. Verdone, A. Verdone, Stella Hall, Sal Da Vinci, Mario Brega, John Steiner; origine: Italia; produzione: Scena Film; durata: 111′
«Oscar Pettinari, borgataro romano, sogna di diventare stunt-man. Malconsigliato da avvocaticchio, si getta contro la Rolls Royce di un produttore confidando in indennizzi e scritture. Sesto film di Carlo Verdone regista e primo che ha per ambiente il cinema. La tendenza all’umore malinconico è bilanciata dall’azione e dai momenti forti. Si ride» (Morandini). Cinecittà vista dal basso, da umili comparse che sognano la gloria e intanto si accontentano di “figurare”.
sabato 9
ore 17.00
Il malato immaginario (1979)
Regia: Tonino Cervi; soggetto e sceneggiatura: T. Cervi, Cesare Frugoni, Alberto Sordi; fotografia: Armando Nannuzzi; scenografia: Luigi Schiaccianoce; costumi: Piero Tosi, Alberto Verso; musica: Piero Piccioni; montaggio: Nino Baragli; interpreti: A. Sordi, Laura Antonelli, Giuliana De Sio, Stefano Satta Flores, Vittorio Caprioli, Marina Vlady; origine: Italia; produzione: Mars Produzione Cinematografica; durata: 107′
Il film è liberamente tratto dall’opera di Molière ma è ambientato nella Roma papalina della fine del ‘600, una Roma corrotta e malata. Argante, ricco e vecchio, preferisce rimanere chiuso in casa, fingendosi malato, per evitare il mondo esterno, le responsabilità e i doveri. In casa però viene maltrattato o ingannato da tutti tranne dai fedeli servitori: Tonina e Vincenzo. Grazie a loro aprirà gli occhi. «Fortunatamente questo Malato immaginario […] riconferma anche per l’ennesima volta che [A. Sordi] è un attore grande, grandissimo, come pochi, tanto che gli si perdonano di buon grado la faciloneria nel trattare certi argomenti e gli eccessi» (Sola).
ore 19.00
L’avaro (1990)
Regia: Tonino Cervi; soggetto: dall’omonima opera di Molière; sceneggiatura: Cesare Frugoni, Rodolfo Sonego, Alberto Sordi, T. Cervi; fotografia: Armando Nannuzzi; scenografia: Mario Garbuglia; costumi: Alberto Verso; musica: Piero Piccioni; montaggio: Nino Baragli; interpreti: A. Sordi, Laura Antonelli, Christopher Lee, Nunzia Fumo, Valerie Allain, Anna Kanakis; origine: Italia/Francia/Spagna; produzione: Splendida Film, Carthago Film, Pathé Cinéma, Velarde Film, Rai Uno, Cinecittà; durata: 120′
Fine del Seicento a Roma, Don Arpagone è un ricco usuraio acido e diffidente, incapace di essere generoso con i suoi stessi figli. Presta denaro anche al Cardinale Spinosi, che invece di ripagarlo, lo spinge a sposare la sorella che ha in precedenza seppellito ben tre mariti. Per evitare questo pericoloso matrimonio Arpagone vorrebbe sposare una povera fanciulla. I progetti paterni si intrecciano alle segrete storie d’amore dei figli con risvolti inaspettati.
ore 21.15
Il marchese del grillo (1981)
Regia: Mario Monicelli; soggetto: Bernardino Zapponi, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli, M. Monicelli; sceneggiatura: L. Benvenuti, P. De Bernardi, T. Pinelli, M. Monicelli Alberto Sordi; fotografia: Sergio D’Offizi; scenografia: Lorenzo Baraldi; costumi: Gianna Gissi; musica: Nicola Piovani; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Alberto Sordi, Bernard Blier, Andréa Ferréol, Vittorio Caprioli, Elena Falgheri, Alberto Sorrentino; origine: Italia/Francia; produzione: Opera Film Produzione, Gaumont; durata: 132′
Il marchese Onofrio del Grillo annoiato dalle incombenze sia familiari sia all’interno della corte papale si dedica con passione all’invenzione di scherzi non sempre innocui. L’incontro con Gasperino, un carbonaio alcolizzato, che gli assomiglia come una goccia d’acqua gli dà l’occasione di fare uno scherzo in grande, che coinvolga anche il papa. «Un discorso a parte merita Alberto Sordi, qui in una delle migliori interpretazioni di tutta la sua carriera. Così mattatore non l’avevamo mai visto: ma anche così misurato ed efficace, così esplodente eppure ricco di sfumature. Nella duplice parte del marchese e del carbonaio ubriacone dimostra come si possa cambiar faccia senza dover ricorrere al trucco» (Spiga).
domenica 10
ore 17.00
Il testimone (1979)
Regia: Jean-Pierre Mocky; soggetto: dal romanzo Shadow of Doubt di Harrison Judd; sceneggiatura: Sergio Amidei, Rodolfo Sonego, Augusto Caminito, Alberto Sordi, J.-P. Mocky, Jacques Dreux; fotografia: Sergio D’Offizi; scenografia: Carlo Leva; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Casini Morigi, Michel Lewin; interpreti: A. Sordi, Philippe Noiret, Roland Dubillard, Gisèle Préville, Paul Crauchet, Sandra Dobrigna; origine: Italia/Francia; produzione: P.A.C., Belstar Productions, M Films, Multimedia; durata: 110′
Antonio Berti è un noto pittore e restauratore romano, invitato a Reims a lavorare su alcuni dipinti della cattedrale. È amico di Robert Maurisson, ricco mecenate, che lo introduce nell’alta società locale. Dopo una festa viene uccisa brutalmente la giovane che lavora con Berti come modella. Questi sospetta dell’amico Robert ma una serie di coincidenze dirigono sullo stesso Berti le accuse. Il film è circolato con due finali diversi, uno dei quali più cauto nel deplorare la pena di morte, e forse possibilista sulla sorte di Berti. La presente copia contiene le due versioni.
ore 19.00
Tutti dentro (1984)
Regia: Alberto Sordi; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego, A. Sordi, Augusto Caminito; sceneggiatura: A. Sordi, R. Sonego; fotografia: Sergio D’Offizi; scenografia: Massimo Razzi; costumi: Bruna Parmesan: musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: A. Sordi, Giorgia Moll, Dalila Di Lazzaro, Joe Pesci, Franco Scandurra, Armando Francioli; origine: Italia; produzione: Scena Film; durata: 115′
Annibale Salvemini, irreprensibile magistrato presso il Palazzo di Giustizia a Roma, riceve l’incarico di occuparsi di una riservatissima inchiesta in fase d’istruttoria riguardante illecite tangenti relative a un traffico di forniture di petrolio all’Italia, nella quale risulterebbero coinvolti insieme ad un ministro, noti esponenti del mondo finanziario e affaristico. Giunto alla pensione il Consigliere suo superiore e avendo ormai acquisito nel proprio “dossier” tutti i più ampi elementi per spiccare oltre un centinaio di mandati di cattura, Salvemini ordina l’arresto d’innumerevoli persone, tra i quali un giornalista televisivo, una cantante di night club, pseudo-finanzieri, intrallazzatori di vario calibro e un faccendiere suo ex compagno di scuola. Nonostante la sua comprovata incorruttibilità, il giudice si troverà egli stesso vittima dell’indagine. «Avevo in mente questo personaggio – non ho mai interpretato un magistrato – dai tempi di Detenuto in attesa di giudizio. Poteva sembrare una storia paradossale: invece la realtà, e lo conferma Sonego, come al solito si è dimostrata più imprevedibile della fantasia. […] La figura del magistrato mi interessava perché uno che ha la possibilità di togliere la libertà agli altri, dispone del loro destino» (Sordi). «Il ritratto del giudice è tanto severo da dar quasi fastidio con la sua lealtà verso le leggi e la sua slealtà verso gli amici, ma il risvolto finale dimostra quanto gli altri siano più scaltri e più sleali e che la probità del singolo può servire come spunto di una commedia sulla corruzione mascherata dal sorriso in una società tanto confusa» (Fegatelli).
ore 21.15
Assolto per aver commesso il fatto (1987, 121′)
Regia: Alberto Sordi; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego, A. Sordi; fotografia: Armando Nannuzzi; scenografia: Marco Dentici; costumi: Paola Marchesin; musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: A. Sordi, Angela Finocchiaro, Enzo Monteduro, Marco Predolin, Roberto Sbaratto, Francesca Reggiani; origine: Italia; produzione: Mito Film, Rai-Radiotelevisione Italiana (RaiUno); durata: 121′
Emilio Garrone, spacciandosi per un ispettore della Siae (della quale è in realtà un ex funzionario in pensione da molti anni), in merito al riscontro di alcune irregolarità amministrative riesce a indurre i titolari di varie emittenti radiotelevisive private a cedergliene la proprietà senza compenso. Divenuto in breve tempo un temibile concorrente dell’impero televisivo appartenente al cavalier Serra, il faccendiere riesce tramite un imbroglio a superarlo sul tempo nell’acquisto di un prestigioso network americano. «L’Italia … Sì, sì, è diventata un paese volgare, criminale, cattivo. […] Alla criminalità organizzata, io non voglio neanche pensare… Ho pensato, per questo film, […] ai nostri nuovi miliardari, quelli che si sono accorti per tempo che la televisione poteva essere un grandissimo affare: in fondo racconto un altro capitolo dell’italiana “arte di arrangiarsi”» (Sordi).
lunedì 11
chiuso
martedì 12
ore 17.00
Il comune senso del pudore (1976, 123′)
Regia: Alberto Sordi; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego, A. Sordi; fotografia: Luigi Kuveiller, Giuseppe Ruzzolini; scenografia: Francesco Bronzi, Piero Poletto, Luciano Puccini; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: A. Sordi, Cochi Ponzoni, Claudia Cardinale, Florinda Bolkan, Philippe Noiret, Giuseppe Colizzi; origine: Italia; produzione: Rizzoli Film; durata: 123′
Giacinto Colonna, operaio romano che lavora in fonderia, in occasione del festeggiamento delle nozze d’argento con la moglie Ermina, decide di trascorrere la serata al cinema. Dopo troppi anni in cui entrambi non hanno più frequentato le sale di pubblico spettacolo, i bonari coniugi si troveranno davanti all’esclusiva proposta di film vietati ai minori, spaventosi o pornografici che siano. Ottavio Caramessa, intellettuale di sinistra proveniente dalla provincia lombarda con ambizioni letterarie, viene coinvolto da un’editrice rampante nell’ideazione di testi per una rivista pornografica. Nominato direttore responsabile della pubblicazione, pur mantenendo la sua volontà di proseguire un’utopistica battaglia per la libertà di stampa, ne subirà le amare conseguenze del caso. Armida, moglie vicentina dell’integerrimo pretore Tiziano Ballarin, viene attratta dalla severa campagna moralizzatrice compiuta dal marito mediante gli ordini di sequestro di film e riviste pornografiche. Scoprirà l’ipocrisia malcelata da esibito perbenismo del coniuge e degli altri compaesani, ferventi consumatori degli stessi prodotti che sostengono di disprezzare. Giuseppe Di Costanzo, produttore napoletano di un film su Lady Chatterley nel quale ha investito molti soldi altrui, rischia la catastrofe in quanto la diva tedesca Ingrid Streesberg si rifiuta d’interpretare un’esplicita sequenza erotica. «Un discorso di satira troppo facile ma che corrisponde probabilmente ad una profonda verità psicologica: chi condanna e censura ritiene di essere superiore al senso comune, si convince di poter controllare i propri istinti e dunque si concede la visione di certi spettacoli, al solo fine di censurarli e di impedire ad altri l’identica visione» (Vallora).
ore 19.15
Amore mio aiutami (1969)
Regia: Alberto Sordi; soggetto: Rodolfo Sonego; sceneggiatura: R. Sonego, con la collaborazione di Tullio Pinelli, A. Sordi; fotografia: Carlo Di Palma; scenografia: Flavio Mogherini; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: A. Sordi, Monica Vitti, Silvano Tranquilli, Laura Adani, Ugo Gregoretti, Mariolina Cannuli; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 124′
Un direttore di banca, felicemente sposato da anni, si atteggia a uomo moderno e anticonformista, ma quando la moglie gli rivela di amare un altro, dà i numeri, svelando la sua vera maschera. Sordi mette alla berlina i tabù della società e del costume italici, duettando splendidamente con la Vitti, in uno dei suoi film più costruiti, assolutamente privo di “macchiettismi”.
ore 21.30
Finché c’è guerra c’è speranza (1974)
Regia: Alberto Sordi; soggetto: A. Sordi; sceneggiatura: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, A. Sordi; fotografia: Sergio D’Offizi; scenografia: Arrigo Breschi, Angelo Cesari; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: A. Sordi, Silvia Monti, Alessandro Cutolo, Matilde Costa Giuffrida, Edy [Eduardo] Fajeta, Mauro Firmani; origine: Italia; produzione: Rizzoli Film; durata: 124′
Pietro Chiocca, ex rappresentante di pompe idrauliche, gira per i paesi del Terzo Mondo alla ricerca di clienti per commercializzare armi sofisticate di ogni tipo. Le pressanti esigenze di un’insaziabile famiglia cresciuta nel lusso lo portano ad avventurarsi in affari tanto sempre più grossi quanto più sporchi. «Ho avuto l’idea di girare questo film guardando un programma televisivo di alcuni anni fa. Era un’inchiesta sui venditori di armi. Mi colpì moltissimo l’intervista con Samuel Cummings, il più famoso mercante d’armi autorizzato. L’ho conosciuto, sono stato a trovarlo nella sua villa a Parigi e sulla Costa Azzurra. Credo che sia uno degli uomini più ricchi del mondo: ed è un autentico professionista. Sono rimasto a guardarlo, ad ascoltarlo annichilito e alla fine ho deciso che, a tutti i costi, avrei portato sullo schermo il personaggio del venditore d’armi. […] La storia del mio venditore di armi non piaceva ai governi, ma io, che coltivavo da quattro anni questo progetto, ho tenuto duro e il Senegal alla fine mi ha accolto a braccia aperte» (Sordi). «Sordi ci tiene a far vedere che per lui gli anni non sono passati invano: e dallo schermo, in sottofinale, stronca la risata in gola al pubblico con una denuncia di timbro addirittura brechtiano» (Kezich). «Film leggibile tuttora con molte chiavi, non ultima quella dell’intelligenza della politica estera nazionale e del sostegno economico e militare nei confronti di alcuni paesi africani» (Brunetta).
mercoledì 13
ore 17.00
Polvere di stelle (1973)
Regia: Alberto Sordi; soggetto: Ruggero Maccari; sceneggiatura: R. Maccari, Bernardino Zapponi, A. Sordi; fotografia: Franco Di Giacomo; scenografia: Mario Garbuglia; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Alberto Sordi, Monica Vitti, John Philip Law, Wanda Osiris, Carlo Dapporto, Franco Angrisano; origine: Italia; produzione: Capitolina Produzioni Cinematografiche; durata: 110′
Mimmo Adami e Dea Dani sono una coppia di attori e capocomici di una sgangherata compagnia d’avanspettacolo al limite della fame. È il 1943 e Mimmo e Dea cercano di sopravvivere in teatri di terz’ordine, quando vengono spediti a Bari già liberata dagli alleati. Qui la compagnia conosce un momento di gloria e successo, ma non durerà. «Un viaggio nella nostalgia, un dolceamaro ritorno alle luci della ribalta, un saluto ai compagni di strada persi per via, un capitolo di storia italiana visto attraverso il costume del “varietà”, e finalmente il gran gioco fra la memoria e il mito. Così Alberto Sordi, venuto dall’avanspettacolo e passato attraverso tutte le sue tappe faticose, ha pensatoPolvere di stelle, e così ha sciolto il debito verso l’ambiente che gli dette i primi successi: luogo canonico di rimpianti per la giovinezza perduta e squattrinata, in cui ci si nutriva di sogni e di canzoni» (Grazzini).
ore 19.00
Il tassinaro (1983)
Regia: Alberto Sordi; soggetto e sceneggiatura: A. Sordi, Age & Scarpelli; fotografia: Sergio D’Offizi; scenografia: Massimo Razzi; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: A. Sordi, Marilù Tolo, Anna Longhi, Giulio Andreotti, Silvana Pampanini, Liù Bosisio; origine: Italia; produzione: Italian International Film; durata: 138′
Pietro guida il taxi per le strade di Roma da ormai quarant’anni. È contento del suo lavoro e anche di tornare nella sua casa di Ostia antica dove l’aspettano la moglie, casalinga, il suocero, buona forchetta e grande cuoco, e il figlio minore studente d’ingegneria. L’altro figlio vive a Londra con la famiglia. Il taxi è il luogo di mille avventure, disavventure e incontri tragicomici. «Senza mai voler arrivare con questo a un “punto” sul nostro tempo, semmai con la tendenza a tracciare un po’ a volo d’uccello un panorama della Roma di oggi, turistica, politica, sportiva e mondana, con i suoi difetti ma anche con i suoi pregi, nuovi o rinnovati, ma anche non dissimili da quelli di ieri: perché la ruota gira» (Rondi).
ore 21.30
Un tassinaro a New York (1987)
Regia: Alberto Sordi; soggetto e sceneggiatura: A. Sordi, Rodolfo Sonego; fotografia: Giuseppe Ruzzolini; scenografia: Marco Dentici; costumi: Silvia Frattolillo; musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: A. Sordi, Anna Longhi, Dom De Luise, Bruno Corazzari, Antonino Juorio, Mario Viggiano; origine: Italia; produzione: Italian International Film, Rai Radiotelevisione italiana; durata: 115′
Una notte il tassista Pietro assiste all’omicidio di un importante uomo d’affari americano. Senza rivelare l’accaduto parte con la moglie alla volta degli Stati Uniti per la laurea del figlio Francesco. Qui viene arrestato dalla polizia che in realtà lo vuole proteggere dalla mafia che vuole ucciderlo. Accetta di fare da esca prima lavorando come tassista a New York e poi a Miami, dove riesce fortunosamente a far arrestare i criminali che lo vorrebbero morto.
giovedì 14
ore 21.00
In viaggio con papà (1982)
Regia: Alberto Sordi; soggetto: A. Sordi, Rodolfo Sonego; sceneggiatura: A. Sordi, R. Sonego, Carlo Verdone; fotografia: Sergio D’Offizi; scenografia: Emilio Baldelli; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: A. Sordi, Carlo Verdone, Edy Angelillo, Angelo Infanti, Giuliana Calandra, Tiziana Pini; origine: Italia; produzione: Scena Films; durata: 119′
Armando è un cinquantenne cinico e un po’ volgare in procinto di partire per una vacanza con la giovane amante. I suoi piani cambieranno quando gli piomberà a casa il figlio, il timido e ingenuo Cristiano, che gli chiede di accompagnarlo per raggiungere il gruppo ecologista con cui vive e lavora. Pur nelle loro diversità i due uomini durante il viaggio inizieranno a conoscersi e a volersi bene.
venerdì 15
ore 17.00
Io so che tu sai che io so (1982)
Regia: Alberto Sordi; soggetto: Rodolfo Sonego; sceneggiatura: R. Sonego, A. Sordi; fotografia: Sergio D’Offizi; scenografia: Lorenzo Baraldi; costumi: Bruna Parmesan; musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: A. Sordi, Monica Vitti, Isabella De Bernardi, Salvatore Jacono, Ivana Monti, Giuseppe Mannajuolo; origine: Italia; produzione: Scena Films; durata: 114′
Fabio Bonetti è un bancario cinquantenne, sposato e con una figlia. Soddisfatto della sua vita piccolo borghese, rimane sconvolto quando un detective privato gli consegna dei filmati che gli rivelano i retroscena della sua vita tranquilla: la moglie lo tradisce, la figlia adolescente si droga e lui ha una malattia incurabile. Queste rivelazioni, frutto e causa di equivoci, porteranno delle inevitabili conseguenze.
ore 19.00
Nestore – L’ultima corsa (1994)
Regia: Alberto Sordi; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego, A. Sordi; fotografia: Armando Nannuzzi; scenografia: Marco Dentici; costumi: M. Dentici, Paola Marchesin; musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: A. Sordi, Matteo Ripaldi, Cinzia Cannarozzo, Tatiana Farnese, Fabio Galli, Eros Pagni; origine: Italia/Francia; produzione: Aurelia Cinematografica, Sacha Film Company, Silvio Berlusconi Communications, Florida Movies; durata: 107′
Gastone ha settantacinque anni e fa il vetturino a Roma. Dopo un piccolo incidente viene messo a riposo e il suo capo, Otello, lo invita a portare Nestore, il vecchio cavallo, al mattatoio. Quest’ultimo si impunta proprio davanti alla porta del mattatoio e Gastone ne approfitta per portarlo via. I due fuggono per la città che tante volte hanno attraversato, aiutati solo dal piccolo Aurelio, il nipote di Gastone. «È un film-testamento, un omaggio alla Roma che non c’è più e al grande cinema italiano, specialmente quello più lontano che mai di De Sica e Zavattini» (Giacovelli).
ore 21.00
Incontri proibiti (1998)
Regia: Alberto Sordi; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego, A. Sordi; fotografia: Armando Nannuzzi; scenografia: Marco Dentici; costumi: Paola Marchesin; musica: Piero Piccioni; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: A. Sordi, Valeria Marini, Franca Faldini, Enrico Bertolino, Enzo Robutti, Gisella Sofio; origine: Italia; produzione: Filmauro, Aurelia Cinematografica; durata: 104′
Armando Andreoli è un noto ingegnere di quasi ottantanni, felicemente sposato. Un giorno alla Stazione Termini, in procinto di partire per un convegno a Bologna, conosce una giovane e procace infermiera, Federica. Per una serie di equivoci a Bologna Armando dorme nella camera di Federica. Quando sopraggiunge improvviso il fidanzato di lei la situazione viene subito fraintesa. Tornati a Roma i due continuano a frequentarsi, creando non pochi problemi e cambiamenti nella vita dell’anziano ingegnere. «E in quanto allo stesso Sordi, alle prese con un personaggio meglio disegnato e più complesso di altre volte, reagisce da par suo, senza eccedere in “sordismi” periferici e molto spesso con la maestria e il tempismo di sempre» (Fava).
sabato 16
Sordi e il fascino violento della borghesia
ore 17.00
Un borghese piccolo piccolo (1977, 121′)
Regia: Mario Monicelli; soggetto: Vincenzo Cerami, dal suo romanzo omonimo; sceneggiatura: Sergio Amidei, M. Monicelli; fotografia: Mario Vulpiani; scenografia: Lorenzo Baraldi; costumi: Gitt Magrini; musica: Giancarlo Chiaramello; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Alberto Sordi, Shelley Winters, Vincenzo Crocitti, Romolo Valli, Renzo Carboni, Renato Romano; origine : Italia; produzione: Auro Cinematografica; durata: 121′
Giovanni Vivaldi, impiegato ministeriale prossimo alla pensione, insegue il sogno di far assumere nel suo stesso Ministero il figlio Mario, neodiplomato ragioniere, mediante la partecipazione a un concorso che prevede 600 vincitori su 30.000 concorrenti. Ritenendosi disposto a tutto pur di essere agevolato nell’intento, dietro consiglio del suo amichevole superiore dottor Spaziani, arriva a iscriversi alla Massoneria nonostante il parere contrario della scettica moglie Amalia. Superata la prova scritta, Mario viene casualmente ucciso da un rapinatore di banca la mattina stessa degli esami orali. In seguito allo shock la moglie resta totalmente paralizzata e Giovanni fa esplodere il suo disperato istinto di vendetta giungendo a sequestrare e torturare l’assassino del figlio che ha riconosciuto tra gli indiziati in seguito a vari confronti con la polizia. «Il borghese piccolo piccolo direbbe: ma io che c’entro con la violenza? Invece, c’è dentro fino al collo. Una violenza che annulla gli altri e lui stesso quando il sipario della sua mediocre rappresentazione (l’unica che sappia fare) è strappato dal colpo di pistola» (Sordi). «Da non dimenticare, fra gli strumenti che hanno concorso a creare lo stile del film, la fotografia affascinante di Mario Vulpiani, ispirata, oltre ai colori di Sughi, a quelli di Munch, con dominanti nero-grigi qua solo verdi plumbei, là tutte sfumature livide e bluastre, non di rado monocrome. A dare un senso diffuso di soffocamento, di oppressione, di nulla» (Rondi).
ore 19.10
L’arma (1978)
Regia: Pasquale Squitieri; soggetto e sceneggiatura: P. Squitieri; fotografia: Giulio Albonico; scenografia: Luciana Vedovelli; costumi: Lia Francesca Morandini; musica: Tullio De Piscopo; interpreti: Stefano Satta Flores, Claudia Cardinale, Benedetta Fantoli, Clara Colosimo, Dario Ghirardi, Pino Morabito; origine: Italia; produzione: Maratea Film; durata: 82′
L’ingegnere Luigi non conduce una vita felice: accetta con rassegnazione i tradimenti della moglie e ha problemi di comunicazione con la figlia. Inoltre è costretto a muoversi in una società sempre più violenta e claustrofobica. Un giorno assiste all’assassinio di un giovane delinquente disarmato da parte di un poliziotto. Da quel momento la sua vita non sarà più lo stessa.
ore 21.00
Il giocattolo (1979)
Regia: Giuliano Montaldo; soggetto: Sergio Donati; sceneggiatura: S. Donati, Nino Manfredi, G. Montaldo; fotografia: Ennio Guarnieri; scenografia: Luigi Scaccianoce; costumi: Franco Carretti; musica: Ennio Morricone; montaggio: Nino Baragli; interpreti: N. Manfredi, Marlène Jobert, Arnoldo Foà, Olga Karlatos, Vittorio Mezzogiorno, Pamela Villoresi ; origine: Italia; produzione: Rafran Cinematografica, Alex Cinematografica; durata: 123′
Il ragioniere Barletta è costretto a sopportare l’atteggiamento autoritario e sgarbato della moglie, del datore di lavoro, l’imprenditore Griffo, e della società tutta. Un giorno incontra e diventa amico di un poliziotto, che lo introduce alla passione per le armi. Diventato un bravissimo tiratore, un giorno uccide il rapinatore che ha appena sparato al suo amico poliziotto. Barletta entra così in una spirale di vendetta che non porterà nulla di buono. «Ponendosi sulla scia di quel Borghese piccolo piccolo […], il regista Giuliano Montaldo ed i suoi collaboratori alla sceneggiatura […] hanno voluto differenziarsi dai predecessori rendendo molto più esplicita, inequivocabile la loro condanna della figura di chi “si fa giustizia da sé” » (Zanelli).