Cera una volta la Documento Film (parte prima)
06 Novembre 2016 - 06 Novembre 2016
La “legge di sostegno” alla cinematografia italiana nata nel 1949 a firma dell’onorevole Giulio Andreotti, allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo spettacolo, incentiva la produzione di lungometraggi, cortometraggi e film d’attualità di nazionalità italiana. Nascono e si sviluppano nuove case di produzione specializzate nella realizzazione di cortometraggi, come la Corona Cinema, la Nexus Film, la Trans World Film, la Documento Film, la Vette Filmitalia, la S.E.D.I., la Opus Film, la Film Giada, guidate da produttori come Elio Gagliardo, Fulvio Lucisano, Giorgio Patara, Vincenzo Nasso, Giacomo Pezzali e Gianni Hecht Lucari. Tra le società che si sono distinte per la quantità e per la qualità dei film realizzati, ricopre un posto di rilievo la Documento Film s.r.l. di Gianni Hecht Lucari, che dall’inizio degli anni Cinquanta sino alla fine degli anni Settanta realizza oltre mille e duecento documentari, diverse decine di lungometraggi ed alcune centinaia di film d’attualità. Negli anni Ottanta la proprietà dei cortometraggi della Documento Film viene acquistata una parte da una società di Milano e una parte dalla Lanterna Editrice. I documentari di proprietà della Lanterna Editrice sono stati realizzati tra il 1950 e il 1974, la maggior parte con pellicole a colori (Eastmancolor e Ferraniacolor), in formato 35mm, e recentemente sono stati acquisiti dagli archivi del Centro Sperimentale di Cinematografia. La lunghezza media dei cortometraggi è di circa 300 metri (11 minuti circa). Gli argomenti trattati sono i più svariati: dai classici documentari d’arte ed etnografici alle inchieste sul mondo dello spettacolo, dai problemi delle città a temi d’attualità. In questa prima parte si è deciso di partire da Roma e il Lazio, per proseguire verso l’Italia e il mondo, in un viaggio lungo le coordinate geografiche, che spazia poi nell’arte e sconfina nella contemporaneità, all’insegna di ciò che dice Pierre Sorlin: «L’evoluzione della storiografia e quella degli audiovisivi non sono rigorosamente simmetriche, ma vanno nella stessa direzione: non vogliono soltanto raccontare quello che è accaduto, tentano di capire perché i fatti di ieri influiscono sull’evoluzione di oggi».
ore 21.00 Anche le città muoiono di Fernando Cerchio (1969, 10′)
Il Lazio offre molti esempi di città già prospere e potenti, ora completamente abbandonate o ridotte a sparuti nuclei abitati, come Monterano, abbandonata all’inizio del secolo scorso, e Galeria. Sono città morte da sole, senza cataclismi, così per vecchiaia. Frugando fra ciò che resta di queste città, si scoprono inedite rarità archeologiche o strani segni di degradazione, come per esempio il vecchio castello tramutato in stalla.
a seguire Un paese da salvare di Alberto Passanti (1961, 9′)
Civita di Bagnoregio, un paese di antica tradizione, rischia di essere cancellato per il lavorio di erosioni di due torrenti che scorrono ai suoi piedi. L’attenzione degli uomini che amano le cose belle potrebbe ancora salvare, con mezzi tecnici moderni, questo paese pittoresco e felice.
a seguire Palestrina (il tempio della fortuna) di Gian Luigi Rondi (1958, 8′)
Il documentario illustra i resti monumentali del celebre tempio della fortuna primigenia, su cui è costruita gran parte della città di Palestrina, e Palazzo Barberini, con il suo famoso mosaico del Nilo.
a seguire Qualcosa da ricordare di Fabrizio Palombelli (1959, 10′)
Intorno a una grande città esistono zone in cui la natura è regina incontrastata. Attorno a Roma, come una foresta inesplorata della Nuova Zelanda, in attesa di essere risucchiati dall’urbanizzazione.
a seguire Collage di Sergio Tau (1964, 11′)
Impressioni tratte in diverse zone di Roma per sottolineare una colonna sonora persistente.
a seguire Ostiense ore 3 di Spartaco Cilento (1973, 12′)
L’organizzazione, il funzionamento e le strutture dei mercati generali di Roma.
a seguire La valle dell’inferno di Piero Nelli (1955, 9′)
La valle dell’inferno è una località periferica di Roma ove sorgono delle Fornaci per la fabbricazione dei mattoni. Il documentario segue le fasi di una giornata lavorativa.
a seguire Le voci secche di Vittorio Armentano (1966, 10′)
Il movimento che quotidianamente ferve alla borsa valori di Roma, cercando di cogliere le varie fasi, particolarmente caotiche, che regolano le contrattazioni.
a seguire Ore 12 Piazza di Spagna di Michele Gandin (1961, 11′)
Piazza di Spagna è una delle più belle piazze del mondo per la purezza della sua architettura, della stupenda linea della scalinata. Ma il suo fascino proviene anche dal fatto che essa è luogo di incontri straordinari.
a seguire Memorie in acquerello di Gastone Grandi (1960, 10′)
Ettore Roesler Franz, pittore acquarellista d’origine tedesca, innamorato di Roma, sulle orme del più romano dei pittori, Bartolomeo Pinelli, dipinse i più vari aspetti di Roma, con l’occhio consumato dell’artista.
a seguire Meo Patacca di Ugo Fasano (1972, 11′)
La leggendaria figura di Meo Patacca in un misto di storia e di tradizioni.