Cinema Trevi: LItalia allo specchio: il cinema di Ettore Scola
04 Marzo 2010 - 16 Marzo 2010
Forse il meglio la commedia all’italiana lo ha dato quando è riuscita a rappresentare un’antropologia di perdenti, uomini senza arte né parte che si trovavano a sopravvivere. Da parte dei registi c’era uno sguardo pieno di pietas (frammista a una sana cattiveria), che superava le divisioni manichee del bene e del male. Ecco, il cinema di Ettore Scola è riuscito a rappresentare meglio di altri questo umanesimo di personaggi a tutto tondo che hanno avuto difficoltà a comprendere le ricette dell’esistenza. Un umanesimo talmente verosimile nei suoi tic e ossessioni che un po’ tutti vi ci possiamo riconoscere. Scrive a tal proposito Ennio Bíspuri, nel suo toccante volume Ettore Scola, un umanista nel cinema italiano (Bulzoni editori, Roma, 2006, p. 341): «Scola è un autore che si è sempre distinto, in ogni sua singola opera, […] per un umanesimo di fondo, senza il quale i suoi film non avrebbero lasciato una traccia tanto profonda nell’immaginario collettivo e nella cultura italiana. Come tutti gli artisti che scendono in profondità nell’analizzare il rapporto tra gli esseri umani e la loro esistenza, Scola ci parla dei nostri problemi, ma li osserva da una prospettiva che li pone su un piano superiore rispetto a quello che si esaurisce nel quotidiano e nel divenire concreto e banale. Affronta tematiche che spaziano nella filosofia e nella vita che si consuma nel Tempo, come gli ideali che tramontano, le difficoltà dell’amore e dell’amicizia, la drammaticità delle scelte, l’imponderabilità degli eventi esterni che ci condizionano, il sopraggiungere inesorabile della vecchiaia e della morte». Attraverso il volto e il corpo degli attori (Gassman, Tognazzi, Manfredi, Mastroianni, Troisi), Scola ha raccontata una storia d’Italia in cifre stilistiche personali sempre diverse, ma con un’attenzione sempre viva verso l’essere umano con risultati sorprendenti nella loro modernità narrativa: la coralità in C’eravamo tanto amati, l’intimistico minimale in Una giornata particolare, o il magnifico viaggio nel tempo di Ballando ballando, film dove «si articola in episodi che ripropongono in epoche differenti una medesima situazione: uomini soli e donne sole che vanno a ballare per conquistare ed essere conquistati. Un canovaccio sul quale una meticolosa sceneggiatura innestò una miriade di situazioni grottesche, paradossali, da clownerie triste, personaggi che vivevano immersi nei loro tic, occhiate seduttive e occhiatacce, alzate di spalle, sospiri, sbuffi» (Stefano Masi, Ettore Scola. Uno sguardo acuto e ironico sull’Italia e gli italiani degli ultimi quarant’anni, Gremese editore, Roma, 2006, p. 83).
giovedì 4
ore 21.00
La congiuntura (1964)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Ruggero Maccari, E. Scola; fotografia: Alessandro D’Eva; scenografia: Arrigo Breschi; musica: Luis Enriquez Bacalov; montaggio: Marcello Malvestiti; interpreti: Vittorio Gassman, Joan Collins, Jacques Bergerac, Hilde Barry, Pippo Starnazza, Marino Masé; origine: Italia/Francia; produzione: Fair Film, Concordia Film; durata: 115′
Un rampollo dell’aristocrazia romana, Giuliano, si invaghisce di una bellissima turista inglese, Jane. In realtà la donna è una ladra che deve trasportare una grossa somma di denaro in Svizzera. Convince l’uomo ad accompagnarla, ma giunti a destinazione lo abbandona per incontrare il suo complice/fidanzato. «Stavolta il modello di Gassman non è la buffoneria dell’avanspettacolo, ma addirittura la commedia neosofisticata di Hollywood. Si pensa a Sciarada, a Intrigo internazionale: un rapporto ambiguo e divertente fra un uomo e una donna, un po’ di mistero, un pizzico di giallo, un concertato di caratteristi spiritosi; e tutto contro sfondi turisticamente attraenti, coloratissimi» (Kezich).
venerdì 5
ore 17.00
Thrilling (1965)
Regia: Ettore Scola, Gian Luigi Polidoro, Carlo Lizzani; soggetto e sceneggiatura: E. Scola, Ruggero Maccari, Rodolfo Sonego; fotografia: Sandro D’Eva, Pier Ludovico Pavoni, Roberto Gerardi; scenografia: Piero Poletto, Gianni Polidori, Elio Costanzi; costumi: Pier Luigi Pizzi, G. Polidori, Lucia Mirisola; musica: Ennio Morricone; montaggio: Marcello Malvestiti, Nino Baragli, Franco Fraticelli; interpreti: Nino Manfredi, Alexandra Stewart, Walter Chiari, Dorian Gray, Alberto Sordi, Sylva Koscina; origine: Italia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica; durata: 112′
Film ad episodi, in cui la commedia è innervata da elementi di suspense e macabri come indicato dal titolo. L’episodio diretto da Ettore Scola con Nino Manfredi e Alexandra Stewart si intitola Il vittimista. Un uomo è ossessionato dall’idea che la moglie lo voglia uccidere, consulta uno psicanalista che gli consiglia di lasciare la sua amante, causa dei suoi sensi di colpa verso la moglie. L’uomo torna al suo tranquillo menage familiare, ma dovrà fare i conti con il rancore dall’amante abbandonata. «I film a episodi italiani, dopo […] anni di esperimenti, si sono almeno affinati, hanno eliminato le scorie di una smaccata volgarità, conquistando una loro dignità spettacolare. È il caso di questo Thrilling che, come il titolo lascia prevedere, intesse tre episodi comici con uno sfondo da “brivido”» (Vice, «Paese Sera»)
ore 21.15
Un’intervista particolare. Incontro con Ettore Scola (2001)
Regia: Roberto Giannarelli; a cura di Gianni Canova; fotografia: Paolo Ferrari, Emiliano Fiore; montaggio: Francesca Calvelli; origine: Italia; produzione: Fondazione Scuola Nazionale di Cinema; durata: 52′
Il tempo scorre nell’unità di luogo. Un palazzo (Una giornata particolare), una balera (Ballando ballando), un appartamento (La famiglia), un ristorante (La cena). […] La storia si riflette e rifrange nelle storie che Scola comprime e dilata dentro set sempre più “vasti” dei loro perimetri materiali. Scola, a sua volta, non può che “scorrere” (e manifestarsi, rivelarsi) attraverso l’unico luogo in cui da sempre il suo cinema si riflette (e ci fa riflettere): lo schermo e/o il teleschermo. Il film non può che iniziare da lì: un meta-Scola davanti a uno schermo (o in uno schermo tv) che parla del suo rapporto con il cinema e con lo schermo. Cinquant’anni di cinema. Le riprese sono state effettuate a Cinecittà, sul set del film Concorrenza sleale di Ettore Scola e nello studio di Luciano Ricceri, tra luglio e agosto 2000.
sabato 6
ore 17.00
L’arcidiavolo (1966)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Ruggero Maccari, E. Scola; fotografia: Aldo Tonti; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Maurizio Chiari; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Marcello Malvestiti; interpreti: Vittorio Gassman, Claudine Auger, Mickey Rooney, Gabriele Ferzetti, Ettore Manni, Annabella Incontrera; origine: Italia; produzione: Fair Film; durata: 103′
«L’Arcidiavolo, naturalmente, è Belfagor, con tutto il suo seguito di diavolerie rinascimentali. La sua maggior diavoleria, questa volta, consiste nel sostituirsi al figlio del Papa Cibo mandato a Firenze per sposare la figlia del Magnifico e metter pace con quelle nozze tra Firenze e la Chiesa. Nei panni del giovane Cibo, Belfagor, com’è chiaro, anziché a metter pace, tende solo a far scoppiare la guerra (perché giù, all’inferno, è dalle guerre che traggono i massimi profitti), ma alla fine, come spesso succede ai diavoli e agli arcidiavoli della migliore novellistica italiana, si innamora della donna che voleva beffare (Maddalena, la figlia di Lorenzo de’ Medici), vien meno ai suoi compiti, e, per punizione, è trasformato in uomo: con qualche rischio, ma anche con la possibilità di sposarsi la sua bella. […] I personaggi sono facili, i caratteri sono semplici, ma la carica umoristica delle vicende che li hanno al centro è non di rado allegra e briosa e convince anche quando, in più luoghi, si esaurisce quasi soltanto nel gioco di parole o nella barzelletta» (Rondi).
ore 19.00
Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Age e Scarpelli, E. Scola; fotografia: Claudio Cirillo; scenografia: Gianni Polidori; costumi: Bruno Parmesan; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Franco Arcalli; interpreti: Alberto Sordi, Bernard Blier, Nino Manfredi, Franca Bettola, Giuliana Lojodice, Manuel Zarzo; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 127′
Con un titolo che ricorda quelli coevi di Lina Wertmüller, il film di Scola è una commedia il cui obiettivo primario è il provincialismo italiano, presuntuoso e un po’ ignorante, a contatto con i popoli dell’Africa, in quegli anni alla ribalta per le lotte indipendentiste e anticoloniali. Un ricco editore parte con un fidato collaboratore alla volta dell’Africa alla ricerca del cognato scomparso qualche tempo prima. La ricerca è lunga e complicata da numerosi incontri e vicissitudini e il risultato e le conseguenze non sono quelle previste. «Un film come Riusciranno i nostri eroi…, pur senza affrontare il “tema del giorno”, acutizza la rappresentazione di una società in crisi che vedendo sgonfiarsi i miti in cui è cresciuta, cerca soluzioni altrove, in qualche rasserenante vacanza (o impossibile fuga)» (Ellero).
ore 21.15
Il commissario Pepe (1969)
Regia: Ettore Scola; soggetto: dal romanzo omonimo di Ugo Facco de Lagarda; sceneggiatura: Ruggero Maccari, E. Scola; fotografia: Claudio Cirillo; scenografia e costumi: Gianni Polidori; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: Ugo Tognazzi, Silvia Dionisio, Tano Cimarosa, Véronique Vendell, Mariane Comtell, Giuseppe Maffioli; origine: Italia; produzione: Dean Film, Juppiter Generale Cinematografica; durata: 98′
Sollecitato dalle denunce di un anziano il commissario Pepe è chiamato ad indagare sul malcostume che sembra dilagare nella tranquilla e opulenta cittadina del nord Italia nella quale vive e lavora. Le indagini però lo portano a scoprire che la realtà è ben diversa da quella che appare in superficie e anche famiglie importanti della città vengono coinvolte. «Questo accordare tanta importanza agli scandali “rosa” va collocato – oltreché nel contesto della commedia all’italiana, che sulle abitudini intime ha sempre riposto molte sue energie – nel quadro di una società che andava finalmente divorando i tabù, e facendo della rivoluzione sessuale una delle sue bandiere» (Ellero).
domenica 7
ore 17.00
La più bella serata della mia vita (1972)
Regia: Ettore Scola; soggetto: dal testo teatrale La Panne di Friedrich Dürrenmatt; sceneggiatura: Sergio Amidei, E. Scola; fotografia: Claudio Cirillo; scenografia: Luciano Ricceri; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Alberto Sordi, Michel Simon, Pierre Brasseur, Charles Vanel, Claude Dauphin, Janet Agren; origine: Italia/Francia; produzione: De Laurentiis Cinematografica, Itermaco, Columbia; durata: 108′
Alfredo Rossi, industriale romano e residente a Milano, va a Lugano per depositare illegalmente 100 milioni, ma trova la banca chiusa. Inizia a girare per trovare un hotel, per poi preferire l’inseguimento di un’avvenente motociclista. Rimane in panne con l’auto vicino un castello dove chiede rifugio. Qui quattro anziani giudici lo processano condannandolo a morte per le sue iniquità. «L’apologo […] costituisce uno degli esempi più espliciti di tutto il cinema di Scola, in cui si estrinseca l’aspetto magico-surreale-grottesco, mediante il quale la realtà si lascia osservare al suo interno come attraverso una filigrana invisibile» (Bíspuri).
ore 19.00
Permette? Rocco Papaleo (1971)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Ruggero Maccari, E. Scola; fotografia: Claudio Cirillo; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Danda Ortona; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Marcello Mastroianni, Lauren Hutton, Tom Reed, Margot Novak, Umberto Travaglino, André Pierre Farwagi; origine: Italia/Francia; produzione: Dean Film, Juppiter Generale Cinematografica, Rizzoli Film, Francoriz Paris Production; durata: 104′
Rocco Papaleo, emigrato siciliano in America e pugile fallito, conduce un’umile vita in Alaska. Si reca a Chicago per assistere ad un incontro di pugilato e qui incontra una serie di personaggi, grotteschi quasi fino alla deformazione: una ragazza, di cui Rocco si innamora non ricambiato, un barbone, una prostituta, un gruppo di giovani teppisti, un connazionale arricchito. L’ingenua disponibilità verso l’altro, l’ottimismo di Rocco Papaleo sono messi a dura prova dal comportamento delle persone che incontra sulla sua strada.
ore 21.00
Dramma della gelosia, tutti i dettagli in cronaca (1970)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Age e Scarpelli, E. Scola; fotografia: Carlo Di Palma; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Ezio Altieri; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Monica Vitti, Marcello Mastroianni, Giancarlo Giannini, Luciano Bonanni, Hércules Cortés, Gioia Desideri, Corrado Gaipa, Giuseppe Maffioli; origine: Italia/Spagna; produzione: dean Film, Juppiter Cinematografica/Midega Film; durata: 115′
«Una farsa un po’ amarognola, con sfumature di “grottesco”, in chiave tutta caricaturale. Due uomini, Oreste e Nello, una donna, Adelaide. Oreste, romano, è muratore (e comunista), Nello, toscano, è pizzaiolo (e contestatario). Adelaide è fioraia e, presa da grande amore, porta via Oreste a una moglie più vecchia di lui. Poi Nello, amico di famiglia, porta via Adelaide a Oreste. Alla fine esplode nel terzetto il dramma della gelosia. […] Age e Scarpelli, che hanno scritto il testo, e Ettore Scola, che lo ha diretto, hanno svolto l’azione come se uscisse fuori dalle testimonianze del processo subito intentato a Oreste […] e l’hanno perciò colorita con tutte le interpretazioni polemiche, distorte e soggettive, dei singoli protagonisti traendone spesso qualche occasione di satira: quei personaggi, ad esempio, che parlano tutti come nei “fumetti”, loro unica lettura quotidiana, quei comunisti alla Guareschi, che si deridono da soli; quei grandi amori da feuilletons naufragati fra i cavoli e le verze dei Mercati Generali, in climi da tranches de vie popolaresche, sorretti in genere da beffe, lazzi e strambotti» (Rondi).
lunedì 8
chiuso
martedì 9
ore 17.00
Trevico-Torino, viaggio nel Fiat-Nam (1973)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: E. Scola, Diego Novelli; fotografia: Claudio Cirillo; scenografia: Fiorenzo Senese; costumi: Gabriella Pescucci; musica: Benedetto Ghiglia; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Paolo Turco, Vittoria Franzinetti,; origine: Italia; produzione: Unitelefilm; durata: 99′
Fortunato lascia Trevico in provincia di Avellino (paese d’origine di Scola) per Torino. Qui fa esperienza dei vari livelli di sfruttamento a cui sono sottoposti gli operai: la difficoltà di trovare un alloggio, la fatica e monotonia del lavoro in fabbrica, la mancanza di solidarietà. La vita a Torino porta anche a una presa di coscienza forte nel ragazzo anche grazie alla frequentazione con gli altri operai, la scuola serale e l’amicizia con una giovane militante di un gruppo extraparlamentare. Il film, girato in 16mm con una troupe minima e attori non protagonisti è un unicum nella filmografia di Scola. Un film militante realizzato dalla casa di produzione del PCI e sostenuto durante la realizzazione dalle organizzazioni sindacali.
ore 19.00
Brutti sporchi e cattivi (1976)
Regia: Ettore Scola; soggetto: Ruggero Maccari, E. Scola; sceneggiatura: Rugge Maccari, E. Scola; consulenza ai dialoghi: Sergio Citti; fotografia: Dario Di Palma; scenografia: Luciano Ricceri, Franco Velchi; costumi: Danda Artona; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Nino Manfredi, Linda Moretti, Francesco Anniballi, Maria Bosco, Giselda Castrini, Ettore Garofolo; origine: Italia; produzione: Compagnia Cinematografica Champion; durata: 116′
Grottesco e crudele ritratto del sottoproletariato romano, abbrutito dalla povertà e dall’indigenza e caratterizzato da un’amoralità irrecuperabile frutto del bisogno, il film è ambientato in una delle ormai famigerate baraccopoli romane. Giacinto, interpretato da Nino Manfredi, vive con la sua numerosa famiglia in una delle baracche. L’uomo, brutale violento, ha ricevuto un milione di lire di risarcimento per aver perso un occhio in un incidente sul lavoro. Non volendolo condividere con nessuno, deve difenderlo e difendersi dai suoi stessi familiari. «In questo notevole film, l’insistenza sui particolari fisici laidi e ripugnanti potrebbe addirittura far parlare di un nuovo estetismo in accordo coi tempi, che viene ad aggiungersi ai tanti già defunti: quello del “brutto”, dello “sporco” e del “cattivo”. Comunque siamo in un clima piuttosto di contemplazione apatica che di intervento drammatico. Nino Manfredi ha creato con straordinaria misura e sottigliezza un personaggio memorabile» (Moravia).
Vietato ai minori di anni 14
ore 21.10
C’eravamo tanto amati (1974)
Regia: Ettore Scola; soggetto: Age e Scarpelli, E. Scola; sceneggiatura: Age e Scarpelli, E. Scola; fotografia: Claudio Cirillo; scenografia e costumi: Luciano Ricceri; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Stefano Satta Flores, Stefania Sandrelli, Giovanna Ralli, Aldo Fabrizi, Marcella Michelangeli; origine: Italia; produzione: Dean Cinematografica, Delta; durata: 111′
«”Il futuro è passato e non ce ne siamo neppure accorti”, commenta amaramente un personaggio di C’eravamo tanto amati, cavalcata cinematografica su trent’anni di vita italiana. Dall’unità della Resistenza allo sfrangiarsi dei destini individuali, in una società tanto diversa dalle speranze di tutti, gli amici del film di Ettore Scola toccano con mano la corrosione degli ideali politici e l’estrema difficoltà dei rapporti umani. Chi ne esce meno malconcio è il personaggio a livello proletario, Nino Manfredi, che continua la sua ingrata funzione di oppositore giorno per giorno; mentre l’intellettuale Stefano Satta Flores ha le mani vuote e l’arricchito Vittorio Gassman cerca di placare i rimorsi con i tuffi nella piscina della sua villa. […] Dedicato con evidente sincerità a Vittorio De Sica, il film è attraente anche perché rievoca “i migliori anni della nostra vita” in chiave di cinema. […] È un film rapsodico, lieve, graffiante, servito benissimo (anche grazie alle acrobazie di un ottimo truccatore) da un Manfredi sempre intonato, da un acre Gassman, dalla Sandrelli e da Satta Flores: un bravo attore che dai tempi di I basilischi aspettava un’altra occasione» (Kezich).
mercoledì 10
ore 17.00
Signore e signori, buonanotte (1976)
Regia: Luigi Comencini, Nanny Loy, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Age, L. Comencini, Piero De Bernardi, Leo Benvenuti, N. Loy, Ruggero Maccari, E. Scola, Furio Scarpelli, Ugo Pirro, L. Magni; fotografia: Claudio Ragona; scenografia: e costumi: Lucia Mirisola, Lorenzo Baraldi, Luciano Spadoni; musica: Lucio Dalla, Antonello Venditti, Gianluca Mazzuca, Nicola Salame; montaggio: Amedeo Salfa; interpreti: Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Adolfo Celi, Senta Berger, Ugo Tognazzi; origine: Italia; produzione: Cooperativa 15 Maggio; durata: 118′
Il film a episodi è prodotto dalla cooperativa che riunisce gli sceneggiatori e i registi che lo hanno realizzato. L’obiettivo satirico è il mondo della televisione. Gli episodi sono tenuti insieme da una cornice: un telegiornale con i due giornalisti, un uomo e una donna, che leggono le notizie. Gli episodi realizzati da Scola sono: Ladanza delle cariatidi, quello degli onorevoli Lo Bove, e gli sketch televisivi con Mastroianni e Monica Guerritore.
ore 19.15
I nuovi mostri (1977)
Regia: Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Age & Scarpelli, Ruggero Maccari, Bernardino Zapponi; fotografia: Tonino Delli Colli; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Vittoria Guaita; musica: Armando Trovajoli; montaggio:Alberto Gallitti; interpreti: Ugo Tognazzi, Orietta Berti, Gianfranco Barra, Vittorio Gassman, Ornella Muti, Alberto Sordi; origine: Italia; produzione: Dean Film; durata: 115′
Quattordici anni dopo il film I mostri di Dino Risi, alla cui sceneggiatura collaborò anche Scola, si aggiorna la struttura a brevissimi episodi del primo film per una “celebrazione” finale della commedia all’italiana, realizzata dai registi e dagli attori che maggiormente ne hanno caratterizzato la storia e i successi. I difetti, le idiosincrasie, i tic, le piccole e grandi ipocrisie dell’italiano medio sono l’oggetto satirico del film. Questa volta però è il paese della fine degli anni Settanta a essere messo sotto la lente d’ingrandimento. Per quanto i singoli episodi non siano firmati, quelli girati da Scola sono: L’uccellino della Val Padana, Come una regina, Elogiofunebre. «L’affresco che il film disegna, affondando il bisturi nelle piaghe sociali e nei difetti strutturali degli italiani, è indubbiamente efficace e fa ridere producendo insieme lacrime e rabbia» (Bíspuri).
ore 21.15
Una giornata particolare (1977)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Ruggero Maccari, E. Scola, Maurizio Costanzo; fotografia: Pasqualino De Santis; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Enrico Sabatini; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Sophia Loren, Marcello Mastroianni, John Vernon, Françoise Berd, Nicole Magny, Patrizia Basso; origine: Italia/Canada; produzione: Compagnia Cinematografica Champion, Canafox Films Inc.; durata: 102′
Ambientato nella giornata della visita di Hitler a Roma del 1938, all’interno di un caseggiato popolare due solitudini si incontrano: Antonietta, moglie e madre disfatta dalla vita di servitù che le riserva la famiglia ma convinta fascista, e Gabriele, ex annunciatore radiofonico, licenziato e perseguitato dal regime perché omosessuale. Dopo un primo approccio segnato dalla diffidenza i due trascorrono la giornata insieme, confidandosi e scoprendosi più vicini di quello che pensavano. Alla fine della giornata però torneranno alle loro sconsolanti realtà: lui viene prelevato da due poliziotti e mandato al confino; lei deve riprendere il suo ruolo accanto al marito e i figli. «Una giornata particolare, coprodotto col Canada (che ha prestato al film l’attore John Vernon, marito di Antonietta), è infatti un piccolo gioiello: un penetrante contributo all’analisi storica e sociologica dell’epoca attuale attraverso la rievocazione degli anni in cui il consenso al fascismo era al culmine; uno squisito poemetto crepuscolare, scritto (da Scola, Maccari e Costanzo) con mano da orafi; un duetto interpretato da una coppia di attori che sembrano risorti, tanta è la novità dei loro accenti, tanto l’impegno di rovesciare il proprio mito» (Grazzini).
giovedì 11
ore 17.00
Ballando Ballando (1983)
Regia: Ettore Scola; soggetto: ispirato alla spettacolo teatrale Le Bal; sceneggiatura: Ruggero Maccari, J.-C. Penchenat, Furio Scarpelli, E. Scola; fotografia: Ricardo Aronovich; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Ezio Altieri, Françoise Turnafond; musica: Vladimir Cosma; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Christophe Allwright, Aziz Arbia, Marc Barman, Régis Bouquet, Chantal Capron, Martine Chauvin; origine: Italia/Francia/Algeria ; produzione: Massfilm, Cinéproduction S.A, Films A2, ONCIC; durata: 112′
«Diviso, come La famiglia, in cinque momenti storici pienamente identificabili (il 1936, il 1940, il 1956 e il 1968), ritenuti cruciali per la storia francese ed europea, il film, che ha una rigorosa e rigida struttura corale, può essere quasi considerato un’esercitazione virtuosistica, magnificamente eseguita, per dimostrare (quasi sulla scia del grande teorico tedesco Rudolph Arnheim) come il linguaggio cinematografico, pur disponendo del sonoro (infatti ascoltiamo solo rumori e soprattutto musica), possa farne a meno e possa raccontare storie senza bisogno di dialoghi, pervenendo a una sintesi espressiva molto efficace e poetica. Il film poggia su evidenti rimandi al teatro, all’operetta, al balletto e al musical, ma non può ridursi né a teatro né a operetta né a musical» (Bíspuri).
ore 19.00
Maccheroni (1985)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Ruggero Maccari, Furio Scarpelli, E. Scola; fotografia: Claudio Ragona; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Nanà Cecchi; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Carla Simoncelli; interpreti: Jack Lemmon, Marcello Mastroianni, Daria Nicolodi, Isa Danieli, Maria Luisa Santella, Patrizia Sacchi; origine: Italia; produzione: Massfilm, Filmauro; durata: 92′
Robert Traven torna a Napoli dopo esserci stato come soldato durante la seconda guerra mondiale. Ha però dimenticato quel periodo perso dietro gli affanni della carriera e della famiglia. Chi invece ricorda è Antonio, fratello della donna con cui Traven aveva avuto una fugace relazione. Antonio conduce l’americano nella “sua” Napoli, che incredibilmente sembra ricordare e sapere tutto sulla vita di quest’uomo lontano da così tanto tempo. Piano piano la dolce umanità di Antonio e della sua famiglia romperanno la compostezza distaccata di Traven, che per loro trascura il lavoro e la sua “vita americana”. «Portate sempre in tasca un inoffensivo petardo; potrete lanciarlo nei momenti di festa che la vita vorrà offrirvi, e raddoppiare il gaudio. Con questa morale ottimista Maccheroni è un bel film, che diverte e commuove, di taglio impeccabile e di stoffa calda, percorso da un risolino a fior di labbra in cui si confondono affetto e ironia» (Grazzini).
ore 21.00
Incontro moderato da Enrico Magrelli con Ettore Scola, Silvia Scola, Ennio Bìspuri, Francesco Crispino, Stefano Masi, Vito Zagarrio
a seguire
Permette? Ettore Scola – Una conversazione con Lino Miccichè (2002)
Regia: Francesco Crispino, Vito Zagarrio; origine: Italia; durata: 15′
Ingresso gratuito
a seguire
Sergio Amidei. Ritratto di uno scrittore di cinema (2005)
Regia: Ettore Scola, Silvia Scola; origine: Italia; produzione: Luna Rossa Cinematografica, Istituto Luce; durata: 59′
«Materiale di repertorio, spezzoni di oltre 20 storici film italiani, interviste a compagni di vita e di set come Mario Monicelli, Francesco Rosi e Suso Cecchi D’Amico. È Sergio Amidei – Ritratto di uno scrittore di cinema, l’accorato omaggio di Ettore e Silvia Scola allo sceneggiatore di Roma città aperta e Sciuscià, applaudito fuori concorso al Taormina BNL FilmFest. “Sergio Amidei era più di un innovatore – spiega Ettore Scola -. Era un vero e proprio rivoluzionario del cinema, senza il quale non ci sarebbero stati né il neorealismo, né la commedia all’italiana”. Analogie tra i due? “Lo eguagliavo soltanto in antipatia”, scherza il regista. “Troppo burbero per avere una donna”, ricorda Monicelli nel documentario, Amidei emerge dallo schermo come un vero “maestro di cinema”: “Il nostro primo incontro risale a quando avevo 16 anni – racconta Scola -. Partecipavo come semplice uditore a sceneggiature corali, che lo coinvolgevano insieme a una quindicina di altri autori”. Da lì poi l’amicizia, il lavoro e tanti progetti insieme, molti dei quali rimasti irrealizzati» (Diego Giuliani).
Ingresso gratuito
venerdì 12
ore 17.00
Vorrei che volo (1980)
Regia: Ettore Scola; fotografia: Claudio Ragona; scenografia: Ezio Di Monte; montaggio: Raimondo Crociani; interventi: Diego Novelli, padre Luciano Allais, Pasquale Avvisato, Carlo Bertocchi, Maurizio Cinti, Generoso Di Serio, Giancarlo Granatelli, Alberto Passone, Salvatore Peluso, Mauro Pinto, Beppe Ronza, Alessandro Zenon, Cooperativa educazione progetto; origine: Italia; produzione: Unitelefilm; durata: 69′
A partire dalle Lettere al sindaco, indirizzate a Diego Novelli, sindaco di Torino, Scola realizza questo documentario sulla città piemontese a 10 anni da Trevico-Torino. La città è molto diversa e gli immigrati meridionali del primo film sono adesso operai sindacalizzati e radicati nel tessuto sociale. Scola però guarda anche a chi è rimasto emarginato, il piccolo criminale, il drogato, il giovane che si prostituisce, la ragazza madre, e interroga e si interroga sull’accoglienza e il diritto ad essere tutti cittadini a pieno titolo.
ore 18.20
Splendor (1988)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: E. Scola; fotografia: Luciano Tovoli; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Gabriella Pescucci; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Franco Malvestiti; interpreti: Marcello Mastroianni, Massimo Troisi, Marina Vlady, Paolo Panelli, Pamela Villoresi, Giacomo Piperno; origine: Italia/Francia; produzione: Cecci Gori Group Tiger Cinematografica, Studio EL, Rai, Gaumont, Général d’Images; durata: 115′
Delicato atto d’amore di Scola per il cinema, realizzato in un periodo in cui lo strapotere televisivo e il cambiamento dei gusti del pubblico stanno portando all’inesorabile scomparsa delle sale cinematografiche nei grandi e piccoli centri. Ambientato ad Arpino nel frosinate, il film ripercorre la storia del novecento attraverso gli eventi vissuti all’interno del piccolo cinema del paese, il cinema Splendor. Protagonisti assoluti ne sono il gestore, il proiezionista e la maschera, la cui vita e i cui affetti vengono scanditi dalla ritualità della visione cinematografica. «Scritto e diretto da uno Scola in stato di grazia per l’equilibrio raggiunto fra nostalgia e presa in giro di quanti hanno trovato nel cinema il cuore del mondo, il film […] è a parer nostro delizioso: una personalissima sintesi di storia del cinema suggerita da Scola offrendoci una trentina di spezzoni, anche ampi, di film d’epoca, uno spiritoso compendio di situazioni e personaggi inerenti un universo caratteristico (compreso un povero critico, sacerdote d’un culto con pochi fedeli), un duro giudizio sul torpore della provincia, una breve ma efficacissima galleria di ritratti» (Grazzini).
ore 20.30
La terrazza (1980)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Age e Scarpelli, E. Scola; fotografia: Pasqualino De Santis; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Ezio Altieri; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Jean-Louis Trintignant, Serge Reggiani, Stefano Satta Flores; origine: Italia/Francia; produzione: Dean Film International, Les Films Marceau, Cocinor; durata: 160′
«Sorrisi e lacrime vi promette La terrazza, scritto da Age, Scarpelli e Scola guardandosi allo specchio e da Scola diretto con l’amaro in bocca. Su questa terrazza romana in cui si ritrovano periodicamente, per una cena in piedi, scrittori e critici, politici e funzionari della Tv, produttori e pubblicitari, con le mogli e le amiche, si muovono infatti le ombre degli intellettuali progressisti che, superati i cinquant’anni, nella Roma del cinema e dintorni dichiarano le proprie sconfitte e si leccano le ferite. Di ragioni ne hanno parecchie. Abbiano fatto o no la Resistenza, dal dopoguerra a oggi hanno in varia misura mercanteggiato gli ideali, sono stati complici del degrado culturale, e anziché serbarsi direttori di coscienza si sono lasciati inghiottire, attraverso l’imbuto dei mass-media, dal mito del consenso. Ecco come sono ridotti: vinti dalla paura, impotenti a creare, e in pubblico e in privato coi nervi a pezzi. Incapaci di avere un rapporto autentico con le loro donne, ignari delle sorti dei figli, si incontrano per spettegolare, piangersi addosso e prendersi a pugni, concordi soltanto nel rito del mangiare e delle canzoni nostalgiche. Dunque commiserevoli, ma anche comici» (Grazzini).
sabato 13
ore 17.00
La famiglia (1987)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Ruggero Maccari, Furio Scarpelli, E. Scola; fotografia: Ricardo Aronovich; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Gabriella Pescucci; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Franco Malvestiti; interpreti: Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli, Fanny Ardant, Jo Champa, Cecilia Dazzi, Andrea Occhipinti; origine: Italia/Francia; produzione: Massfilm,Cinecittà, Les films Ariane, Cinemax; durata: 129′
«L’ottantenne professore Carlo, la notte di Natale, mentre festeggia il suo primo compleanno insieme a tutta la sua famiglia (innumerevoli nuore, generi, figli e nipoti), rievoca, con voce fuori campo la sua vita, dal 1906 al 1986, anno in cui il film vide la luce. Il miracolo di poesia che il film ci trasmette è costituito dall’intrecciarsi dei sentimenti alla storia d’Italia che attraversa tutto il secolo, della quale però, come sempre nel cinema di Scola, percepiamo solo alcuni significanti frammenti, per altro attutiti dalla forza del Tempo, che piega gli esseri umani e li costringe a rinunciare ai sogni e alle utopie. Scola costruisce con La famiglia un capolavoro assoluto, che deve essere messo in relazione con tutti i film riconducibili allo stesso disegno narrativo di portare alla luce la conflittualità dei sentimenti privati all’interno della macrostoria che li contiene e li trascende»(Bíspuri).
ore 19.20
Che ora è? (1989)
Regia: Ettore Scola; soggetto: E. Scola; sceneggiatura: E. Scola, Beatrice Ravaglioli, con la collaborazione di Silvia Scola; fotografia: Luciano Tovoli; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Gabriella Pescucci; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Marcello Mastroianni, Massimo Troisi, Anne Parillaud, Renato Moretti, Lou Castel; origine: Italia/Francia; produzione: Cecchi Gori Group Tiger Cinematografica, Studio EL, Gaumont; durata: 92′
«Un padre sessantenne e un figlio quasi trentenne che si conoscono poco e non si sono parlati mai passano insieme una intera, lunga giornata d’inverno tra le vie lucenti di pioggia, il porto grigio, il cinema vuoto, le trattorie e i caffè scostanti di Civitavecchia, piccola città in cui il più giovane sta facendo il servizio militare. Il dialogo tra loro ha i toni troppo euforici o troppo insofferenti delle voci, i gesti troppo espansivi o troppo avari, rivelano un passato d’incomprensione affettuosa, un presente di antitetica diversità (il padre è un avvocato carrierista, consumista, invadente, il figlio è insicuro, anticonsumista, senza ambizioni): e la separazione finale lascia pensare a un futuro in cui l’uno avrà più dubbi e l’altro maggiore generosità. Il film-conversazione, tutto basato sui due attori, è pure uno scontro antagonistico tra due generazioni, quindi una riflessione su valori e disvalori italiani contemporanei che probabilmente incoraggerà la discussione tra gli spettatori, come è già avvenuto alla Mostra del cinema a Venezia; il titolo Che ora è, oltre lo scherzo famigliare intorno al dono di un orologio, può alludere a una condizione nostra per chiedersi-non chiedersi a che punto siamo» (Tornabuoni).
ore 21.10
Il mondo nuovo (1982)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Sergio Amidei, E. Scola; fotografia: Armando Nannuzzi; scenografia: Dante Ferretti; costumi: Gabriella Pescucci; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Jean-Louis Barrault, Marcello Mastroianni, Hanna Schygulla, Harvey Keitel, Jean-Claude Brialy, Andréa Ferréol; origine: Italia/Francia; produzione: Opera Film, Gaumont, FR3; durata: 151′
All’interno di una cornice che vede dei commedianti italiani affascinare il pubblico parigino del 1793, con “El Mondo Niovo”, una cassetta di legno attraverso cui vedere delle stampe che riproducono gli eventi storici narrati dall’imbonitore, viene ricostruita la notte di due anni prima quando i reali di Francia scappano da Parigi ma vengono bloccati a Varennes. Essi però non entrano mai fisicamente nel film e questo grande evento viene narrato attraverso l’incontro di alcuni personaggi-simbolo della società del tempo, chiusi in una diligenza, che casualmente segue sulla strada di Varennes, la carrozza reale. «Film raffinatissimo nella sua struttura e nell’ordito di fondo, elegante nella rappresentazione storica, che è insieme realistica e fantastica, di grande respiro e di grande spettacolarità, centrato su una metafora potente, che è quella di una società che sta crollando, ma ancora non riesce a intravedere i contorni del nuovo che sta sorgendo» (Bíspuri).
domenica 14
ore 17.00
Il viaggio di Capitan Fracassa (1990)
Regia: Ettore Scola; soggetto: Vincevo Cirami, Fulvio Ottaviano, Silvia Scola, dal romanzo di Théophile Gautier; sceneggiatura: Furio Scarpelli, E. Scola; fotografia: Luciano Tovoli; scenografia: Luciano Ricceri, Paolo Biagetti; costumi: Odette Nicoletti; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani, Franco Malvestiti; interpreti: Massimo Troisi, Ornella Muti, Vincent Perez, Emmanuelle Béart, Jean-François Terrier, Massimo Wertmüller; origine: Italia/Francia; produzione: MassFilm, Stidio EL, Cecchi Gori Group Tiger Cin., Gaumont; durata: 137′
Una compagnia di attori girovaghi viaggia dalla Spagna alla Francia, alla volta di Parigi. A essa si unisce il giovane e squattrinato barone di Sigognac che inizia a recitare sul palcoscenico accanto a loro. Tra amori, duelli e varie traversie, in un continuo e fluido passaggio tra vita e teatro, tra finzione e realtà, la compagnia arriva nella capitale francese con il desiderio più che la realistica possibilità di recitare per Luigi XIII. Il film, tratto dal romanzo di Gautier, è girato interamente nei teatri di posa di Cinecittà. «Il nucleo e il motivo ispiratore più profondi del film poggiano proprio su una felice confusione tra teatro e realtà, tra finzione e vita vissuta, tra fantasia e arte di arrangiarsi, espressa in una unità sostanziale, sempre sorretta dal trasognato scorrere di un’azione che appare ferma e in movimento insieme» (Bíspuri).
ore 19.30
Mario, Maria e Mario (1993)
Regia: Ettore Scola; soggetto: E. Scola; sceneggiatura: E. Scola, Silvia Scola; fotografia: Luciano Tovoli; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Elisabetta Montaldo; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Giulio Scarpati, Valeria Cavalli, Enrico Lo Verso, Laura Betti, Willer Bordon, Rosa Ferraiolo; origine: Italia/Francia; produzione: Mass Film, Studio EL, Matopigia, Les Film Alain Sarde, Filmtel; durata: 112′
La crisi tra i militanti del PCI al momento della svolta che porta allo scioglimento del partito e alla creazione del PDS è raccontata attraverso le vicende di una coppia. Mario è tipografo a «L’Unità», Maria è commessa in una farmacia e sono sposati con due figli. La loro vita familiare, già incrinata dalle difficoltà di tutti i giorni e dalla stanchezza, subisce un duro colpo a causa della situazione politica dato che Mario è per il cambiamento e Maria no. La situazione diventa ancor più tesa con l’entrata in scena di Mario, tecnico iscritto alla stessa sezione, e molto vicino alle posizioni di Maria. «I sentimenti sono dunque, ancora una volta, i grandi protagonisti di questo film, costruito con un ritmo lento e ponderato, attraverso una costante auscultazione dei personaggi, che rivelano le pieghe più intime dei loro caratteri, ma anche le zone più disponibili al sogno e all’immaginario» (Bìspuri).
ore 21.30
Romanzo di un giovane povero (1995)
Regia: Ettore Scola; soggetto: E. Scola; sceneggiatura: Giacomo Scarpelli, E. Scola, Silvia Scola; fotografia: Franco Di Giacomo; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Enrico Sabbatini, Simonetta Leoncini; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Alberto Sordi, Rolando Ravello, André Dussolier, Isabella Ferrari, Renato De Carmine, Gianfelice Imparato; origine: Italia/Francia; produzione: Mass Film, Studio EL, Matopigia, Istituto Luce, Les Films Alain Sarde, Rai; durata: 116′
«Nella caduta dalla finestra dell’ex cantante di varietà Karlin Ananas ci potrebbe essere lo zampino di suo marito, il signor Bartoloni, settantenne pensionato del ministero, fotografo dilettante, collezionista di fumetti. Siamo autorizzati a nutrire qualche sospetto perché abbiamo sentito lo sciagurato lamentarsi della sua condizione di coniuge oppresso, tanto ansioso di rifarsi una vita con un’altra donna da suggerire al professorino Vincenzo, suo vicino di casa, di ammazzargli la moglie. Alla proposta il giovanotto, esasperato dalla disoccupazione, ha risposto (forse sul ricordo del vecchio film di Hitchcock Delitto per delitto), proponendo a Bartoloni di uccidergli in cambio la madre. Questa, però, è rimasta una battuta: come siano andate le cose in realtà non lo sapremo neanche alla fine, quando dei due l’uno finirà dietro alle sbarre e l’altro no. Pur riesumando un titolo famoso di Octave Feuillet, il regista Ettore Scola ha pensato piuttosto a Georges Simenon; e a quel cinema francese che ha sempre amato indagare i misfatti “dietro la facciata”» (Kezich).
lunedì 15
chiuso
martedì 16
ore 17.00
La cena (1998)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: E. Scola, Furio Scarpelli, Silvia Scola, Giacomo Scarpelli; fotografia: Franco Di Giacomo; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Odette Nicoletti; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Fanny Ardant, Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli, Lea Gramsdorff, Eros Pagni, Giancarlo Giannini; origine: Italia/Francia; produzione: Mass Film, Medusa Film, Les Films Alain Sarde, Filmtel; durata: 108′
«C’è a Roma uno storico ristorante che si chiama Otello alla Concordia, luogo di incontri, di amicizie, di tirar tardi, di chiacchiere, molto frequentato dal mondo del cinema romano, ed evidente modello di Arturo al Portico, il ristorante – quattordici tavoli, molti habitués, una padrona molto carina, cordiale e signora (è Fanny Ardant, con un segreto turbamento amoroso) – che è il palcoscenico del nuovo film di Ettore Scola, La cena: ancora una volta (e dopo molti anni) un film corale e volutamente claustrofobico, ma a differenza di La famiglia, di Ballando ballando, di Laterrazza, tutto concentrato in una sorta di tempo reale, le due ore e sei minuti che dura il tipicamente italiano rito dello slow food in trattoria. […] Ma dietro la vivacità e i momenti di commedia, La cena è soprattutto un film amarognolo, quasi una resa: Scola si nasconde dietro Gassman, questa umanità che non si parla e non si ascolta non gli piace proprio, nessuno esce migliore o cambiato da Arturo al Portico» (Bignardi).
ore 19.00
’43-’97 (1997)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: E. Scola; fotografia: Carlo Tafani; scenografia: Lucinao Ricceri; musica: Armando Trovatoli; montaggio: Enzo Di Santo; interpreti: Claudio Fiori Cencioni, Francesco Cencioni; origine: Italia; produzione: Rai; durata: 11′
1943, Roma, un bambino sfugge a una retata tedesca. Correndo per i vicoli incrocia un bambino ebreo, che viene caricato sul un camion e portato via. Ricomincia la sua corsa per poi rifugiarsi in un cinematografo. Qui rimane per cinquant’anni e la vita del paese, la sua storia, i cambiamenti del costume e della società, sono raccontati attraverso le immagini cinematografiche che hanno costruito il nostro immaginario.
a seguire
Concorrenza sleale (2001)
Regia: Ettore Scola; soggetto: Furio Scarpelli; sceneggiatura: F. Scarpelli, E. Scola, Silvia Scola, Giacomo Scarpelli; fotografia: Franco Di Giacomo; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Odette Nicoletti; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Diego Abatantuono, Sergio Castellitto, Antonella Attili, Gerard Depardieu, Jean-Claude Brialy, Claude Rich; origine: Italia; produzione: Medusa Film; durata: 106′
Roma 1938 due commercianti, Umberto e Leone, hanno i negozi nella stessa strada. Sono in perenne competizione mentre le loro famiglie sono molto unite: i figli piccoli vanno a scuola insieme e i grandi, il figlio di Umberto e la figlia di Leone, vorrebbero fidanzarsi. Le leggi razziali promulgate quell’anno cambiano improvvisamente la vita della famiglia di Leone, ma trasformano anche il rapporto tra i due uomini in amicizia. «Ettore Scola ha fatto un bel film, sobrio e toccante, delicato e divertente, per raccontare come e quanto gli italiani possano essere razzisti, anche se di sé pensano il contrario. […] La vicenda è discontinuamente vista con gli occhi (e con i disegni) di un bambino. Diego Abatantuono è, tra gli interpreti italiani e francesi, il più eloquente, il più bravo» (Tornabuoni).
ore 21.10
Gente di Roma (2003)
Regia: Ettore Scola; soggetto: E. Scola; sceneggiatura: E. Scola, Paolo Scola, Silvia Scola; fotografia: Franco Di Giacomo; scenografia: Ezio Di Monte; costumi: Susanna Soro; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Arnoldo Foà, Valerio Mastrandrea, Stefania Sandrelli, Fiorenzo Fiorentini, Sabrina Impacciatore, Rolando Ravello; origine: Italia; produzione: Istituto Luce, Roma Cinematografica; durata: 93′
«Roma romanizza. Romanizzò Fellini arrivato fresco da Rimini, romanizzò Ettore Scola che fece in tempo a vedere Hitler sul palco di via dei Trionfi. Oggi Roma romanizza gli extracomunitari, ai quali il bolognese romanizzato Fini propone ormai di dare il voto. E se in Roma Fellini eternò alcune fasi della sua metamorfosi quirite, in Gente di Roma Scola ci invita a un gran giro in autobus della Capitale infilando una collana di splendide vignette. Uso la parola ricordando gli esordi di Ettore come disegnatore, ma nel senso più alto. Senza mai perdere la vena, il cronista coglie un tale numero di attimi fuggenti da rendere impossibile enumerarli tutti. […] Fotografia bellissima di Franco Di Giacomo, montaggio rapido di Raimondo Cruciani e ispirate sottolineature musicali di Armando Trovajoli, che reagisce come se fosse il primo spettatore del film. Affascinante e schietto, Gente di Roma è destinato a romanizzare chiunque» (Kezich).