Documentari d’autore da tutto il mondo, dall’8 al 16 novembre, per la quarta edizione del Festival di Palazzo Venezia, tutte le sere a partire dalle 20.30 ad ingresso gratuito. Arte, Musica e Danza sono le tre sezioni del concorso internazionale del Festival, organizzato da Doc Fest, associazione presieduta da Carlo Fuscagni con la direzione artistica di Rubino Rubini e la direzione scientifica di Claudio Strinati. Nei nove giorni di proiezioni e incontri, nelle sale di Palazzo Venezia, si snoda un percorso virtuale attraverso una galleria, unica in Italia, che propone al pubblico un viaggio nel cuore della cultura contemporanea internazionale, attraverso approfondimenti e ritratti di grandi personalità dell’arte (Piero Dorazio, Maurits C. Escher, Ellsworth Kelly, Hugo Pratt, Philippe Starck, Hiroshi Sugimoto), della musica (i Righeira, Demetrio Stratos, Uto Ughi) e della danza (Pina Bausch).
Insieme alla migliore documentaristica internazionale nel campo delle arti, il Festival presenta, per la prima volta, la rassegna Docu Rai, dedicata ai documentari sull’arte e la musica prodotti dalla Rai negli ultimi due anni, con alcune significative anteprime su Anna Magnani, Eduardo De Filippo, Enrico Caruso, Emma Dante. Tra i principali appuntamenti del Festival, anche la visione di Orme Rosse, il documentario istituzionale prodotto dall’Istituto Luce sulla storia industriale e sportiva della Ferrari.
Dal 18 al 23 novembre, Doc Fest si sposta al Cinema Trevi, in collaborazione con la Cineteca Nazionale, con la rassegna Passaggio a Sud Est, all’interno della quale trovano spazio documentari dell’area mediterranea assieme a lavori sperimentali, sul rapporto, ancor lungi dall’essere praticamente e concretamente risolto, con il vasto mondo che a Sud e ad Est del nostro Paese cerca di raccontare le sue storie.
Si parte da uno psichedelico e immaginario Sud reinventato da quell’icona “maledetta” che si chiamava Pierre Clémenti, notissimo divo che pesca in un immaginario di Oriente á la mode, temi e visualità, mai banali in verità, ma soprattutto mai proiettate in Italia. Passiamo poi, attraverso un affettuoso ricordo del recentemente scomparso Florestano Vancini messo in atto da Mellara e Rossi, che riscoprono un vecchio reperto del grande regista e lo attualizzano in quell’area senza tempo del delta del Po (e per traslato Venezia) che sono la nostra storica parte verso l’Oriente. Viaggiamo poi in Libano con Mapping the South, poi in un set di Angelopoulos (massima voce di un cinema a cavallo fra occidente ed oriente), ed approdiamo alla cultura tradizionale di un’isola, per caso italiana ma rivolta nelle sue tradizioni ad oriente (Procida).
Shadow of the Holy Book è un’eccezionale scoperta (non a caso è stato scelto dalla European Film Accademy a concorrere come miglior documentario europeo) anch’esso sconosciuto in Italia. Dove la metafora di
Borat prende forma concreta nelle stravaganze di un dittatore folle. Una tappa in Iran, poi un passaggio al confine tra Israele e la Palestina, uno sguardo sugli Hezbollah, un bagno nel Mare Nostrum, poi il Sahra, quindi il Libano. Quindi un viaggio fra gli antichi Sumeri, poi anche un bimbo siciliano che non ha mai visto il mare, la Cisgiordania, per arrivare (sarà un destino? Certo, è qualcosa che riguarda tutti) a
Campo santo dove le tradizioni mediterranee cercano confronto e riscontro nei grigiori del Belgio.
Terminiamo con una serata speciale dedicata alla cinematografia dello Yemen.
La voce di Enrico Caruso, che inaugura la rassegna è un eccezionale evento donato dalla Rai in cui viene mostrato un percorso alternativo a quello sinora individuato dai suoi biografi, attraverso lettere inedite che ci mostrano il grande artista in una luce tutta nuova, ma si sa “là dove il mare luccica e spira forte il vento…”.
Ingresso gratuito
martedì 18
ore 20.30
La voce di Enrico Caruso(2008)
di Michele Bovi e Pasquale Panella; origine: Italia; produzione: Tg2 Rai; durata: 50′
Una biografia di Enrico Caruso basata sul ritrovamento di oltre 1.500 lettere inedite scritte e ricevute dall’artista.
mercoledì 19
ore 20.30
Introduzione alla rassegna
a seguire
Un metro sotto i pesci (2006)
Regia: Michele Mellara, Alessandro Rossi; origine: Italia; durata: 58′; v.o.; sott. ingl.
Documentario sul delta del Po con inserti storici di un film di Florestano Vancini.
ore 21.30
Mapping the South (2006)
Regia: Khaled Ramadan; origine: Libano; durata: 30′; v. ingl.
Un viaggio nel Libano al confine con Israele.
ore 22.00
Why is the meadow weeping, Mr. Angelopoulos?(2004)
Regia: Anastasia Christoforidou; origine: Grecia; durata; 54′, v.o.; sott. it.
Diario che mostra i preparativi del film The Weeping Meadow di Theo Angelopoulos.
ore 23.00
Procida – L’isola, il mare e la morte (2008)
Regia diAnnette von Wangenheim; origine:Germania; durata: 44′; v. it.
Un viaggio poetico in una cultura tradizionale tra la vita e la morte.
giovedì 20
ore 20.30
Shadow of the Holy Book (2007)
Regia di Arto Halonen; origine: Finlandia; durata: 90′; v.o. (inglese, finlandese, russo, turco, turcmeno, francese e cecoslovacco con sott. it.)
Una storia vera a metà strada tra Borate le inchieste di Michael Moore.
ore 22.00
La fossa degli eroi (2006)
Regia: Jean-François Fardulli; origine: Italia; durata: 12′, v.o. (farsi e italiano con sott. it.)
Atleti che praticano un antico sport iraniano di matrice guerriera.
ore 22.15
A slim peace (2007)
Regia: Yael Luttwak; origine: Gran Bretagna; durata: 60′; v.o.
Un ritratto, profondamente umano, di donne che si trovano da entrambi i lati del confine israelitico-palestinese.
venerdì 21
ore 20.30
Hezbollah, il partito di Dio (2006)
Regia: Amedeo Ricucci; origine: Italia; durata: 55′
Un’inchiesta a tutto campo nel “pianeta” Hezbollah, alla scoperta dei suoi segreti.
ore 21.30
Le parole che il mare non dice (2008)
Regia: Leopoldo Antinozzi, Maura Calefati, Luigi Giuliano Ceccarelli; origine: Italia; durata: 25′
Tra citazioni poetiche e canzoni, spunti d’attualità ed episodi del passato, il racconto di quello che il mare rappresenta.
ore 22.00
Tifariti – The sons of the clouds (2008)
Regia: Regina Álvarez; origine: Spagna; durata: 12′; v.o; sott. ingl.
Nel deserto del Sahara pitture preistoriche prendono vita davanti ai nostri occhi, al fine di narrarci una storia di diecimila anni fa.
ore 22.15
My Palestine (2006)
Regia: Nadine Naous, Lena Rouxel; origine: Francia; durata: 57′; v.o. (arabo con sott. ingl.)
Giovani rifugiati palestinesi nati in Libano raccontano la nostalgia per una terra che non conoscono.
sabato 22
ore 20.30
Sumerians (2008)
Regia: Ali Al – Shaial; origine: Iraq; durata: 21′; v.o.; sott. ingl.
Documentario storico antropologico sui Sumeri, dalle origini ad oggi.
ore 21.00
Ciancià (2003)
Regia: Andrea Burrafato; origine: Italia, 15′; v.o. (italiano e siciliano con sott. it.)
Il racconto di un viaggio, di una conquista, di un sogno. Una favola sulla semplicità delle cose.
ore 21.15
Hope despair laughter: A circus project in Palestine (2007)
Regia: Esther Hertog; origine: Israele e Olanda; durata: 27′; v.o. (arabo, inglese e olandese con sott. ingl.)
In Cisgiordania un gruppo di bambini profughi partecipano ad un campo estivo circense.
ore 21.45
Campo santo (2007)
Regia: Sonia Pastecchia; origine: Belgio; durata: 60′; v.o. (francese, italiano con sott. ingl.)
Storie di emigrazione, ricordi e legami con la terra natale.
domenica 23
Serata speciale dedicata alla cinematografia yemenita