Cinema Trevi: Vittorio Armentano, un autore sui generis. Alle 20.30
incontro con V.Armentano e Italo Moscati
25 Febbraio 2009 - 25 Febbraio 2009
Vittorio Armentano è un cineasta inclassificabile. Assente dai salotti che contano (sia quelli mondani de La dolce vita, sia i cosiddetti circuiti alternativi/sperimentali), Armentano ha perseguito un percorso autarchico, coraggiosamente indipendente, attento sia alle tematiche sociali sia alla sperimentazione dell’immagine e del suono. Come scrive giustamente Bruno Di Marino: «I “documentari” di Armentano sono spesso in bilico tra registrazione di fatti reali e messa in scena coniugata a un tentativo di narrazione, come per esempio nello straordinario Il pignoramento o Cantiere ’62, entrambi realizzati nel 1962, dunque in un periodo antecedente all’esplosione del cinema sperimentale e d’artista». La modernità del cinema di Armentano, dove non è forzato trovare un parallelo oltre che nel cinema verità anche nell’arte contemporanea, è ben ravvisabile in un film come Modelling (1966), che è curiosamente in linea con il coevo Blow up di Antonioni, e nel suo seguito, Fragility, girato con la stessa modella, nel febbraio 2003. Come un altro grande outsider Romano Scavolini, Vittorio Armentano realizzava la maggior parte dei suoi lavori per conto di alcune case di produzione che, in quegli anni, si dividevano il mercato del cortometraggio, ottenendo così i cosiddetti “premi qualità”.
Vittorio Armentano proviene da studi di medicina. Ha svolto attività giornalistica collaborando a diverse riviste specializzate, come «Filmselezione» e per tre anni, dal 1959 al 1962, presso il settimanale «Il Punto». Nel 1962 ha inizio la sua attività di regista e non ha mai smesso. Ha realizzato shorts per la tv inglese, pubblicità per Italgas e Fiat, documentari di varia natura (industriali, d’arte, sperimentali…). Da sempre si è interessato del rapporto tra cinema e letteratura, trasferendo in immagini testi di Eliot, Kafka, Lucrezio, Joyce. Nel 1968 ha iniziato la collaborazione con la Rai. Ha partecipato ai più importanti festival cinematografici, tra i quali: Festival dei Popoli a Firenze, Lipsia, Praga, Este, Trieste, Venezia e Cannes. Ha inoltre ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, vincendo, tra gli altri, la targa Leone S. Marco per il film sperimentale alla Mostra del Cinema di Venezia 1966, per il cortometraggio L’ultimo; il primo premio di Categoria al Festival Internazionale del film industriale (Amsterdam, 1972); il premio speciale della giuria “Pavone d’argento” all’VIII edizione del Festival Internazione del Film a New Delhi, col mediometraggio Scenotecnica prodotto dall’Istituto Luce. Dal 1988 è amministratore unico della Società Quadro Film s.r.l. Doveroso dunque l’omaggio a un regista particolare e originale come Vittorio Armentano, rigorosamente indipendente, coerentemente impegnato, involontariamente eclettico, orgogliosamente inclassificabile.
Rassegna a ingresso gratuito
ore 20.30
Incontro con Vittorio Armentano e Italo Moscati
a seguire
Il pignoramento (1962)
Regia: Vittorio Armentano; fotografia: Giuseppe De Mitri; musica: Egisto Macchi; montaggio: Renato May; origine: Italia; produzione: Enzo Nasso; durata: 12′
Primo documentario di Vittorio Armentano come regista, racconta l’esecuzione di un pignoramento in un quartiere popolare di Roma, basandosi solo su elementi formali senza alcun commento parlato. È il tentativo di trattare soggetti neorealisti in forma astratta.
a seguire
Cantiere ’62 (1962)
Regia: Vittorio Armentano; fotografia: Antonio Cerra; musica: Egisto Macchi; montaggio: Renato May; origine: Italia; produzione: Enzo Nasso; durata: 12′
È la documentazione di un ipotetico incidente sul lavoro in un cantiere edile, descritto attraverso elementi figurativi come i cretti di Alberto Burri e la futura arte povera. Questo documentario è senza commento parlato e anche questo, come il precedente, rappresenta il tentativo di trattare soggetti (neo)realistici in forma astratta.
a seguire
Trasformazioni marine (1965)
Regia: Vittorio Armentano; fotografia: Giulio Albonico; montaggio: Egisto Macchi; origine: Italia; produzione: Enzo Nasso; durata: 12′
Questo documentario è stato girato esclusivamente con un teleobiettivo 600 millimetri su una spiaggia affollata. Si ispira ad alcune frasi de L’Ulisse di Joyce.
a seguire
Modelling (1966) + Fragility (2003)
Regia: Vittorio Armentano; fotografia: Giulio Albonico, Sebastiano Celeste; musica: Lamberto Macchi; montaggio: Egisto Macchi, Roberto Schiavone; interprete: Mirella Petteni Haggiag; origine: Italia; produzione: Enzo Nasso, Quadro Film; durata: 16′
La bellezza di una modella prende lentamente forma davanti alla macchina da presa, ulteriore riflesso del narcisismo, già evocato in un curioso gioco di specchi e sottolineato dal rapporto musica-movimento. Ha partecipato al Festival di Lipsia. Molti anni dopo, nel febbraio 2003, il regista ha voluto realizzare un seguito, Fragility, con la stessa modella e con immagini di repertorio che riassumono in modo efficace alcuni eventi capitali accaduti in questi ultimi trent’anni. Probabilmente unico caso in cui “modello originale” e il suo seguito vanno considerati e visti come opera unica e indissolubile.
a seguire
L’ultimo (1966)
Regia: Vittorio Armentano; fotografia: Giulio Albonico; musica: Egisto Macchi; montaggio: Rossana Coppola; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 12′
Un uomo fugge in un paesaggio vulcanico, inseguito da un’indefinibile minaccia. Girato con effetti speciali in fase di riprese, simboleggia il pericolo atomico. L’ultimo ha ottenuto la targa Leone di San Marco al festival di Venezia del 1966.
a seguire
L’isola degli uccelli (1969)
Regia: Vittorio Armentano; fotografia: Giulio Albonico; musica: Egisto Macchi; montaggio: Rossano Coppola; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 12′
Alcuni versi del poeta T.S. Eliot sono stati illustrati con immagini di uccelli e di repertorio fotografico che drammatizzano il significato del verso poetico. Voce di Pamela Tiffin.
a seguire
Teatro di guerriglia (1968)
Regia: Vittorio Armentano; fotografia: Mario Vulpiani; musica: Egisto Macchi; montaggio: Rossana Copola; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 12′
In collaborazione col gruppo teatrale di Valentino Orfeo Armentano ricostruisce uno spettacolo happening ispirato al Living Theatre e basato sul tema del mare e della morte.
a seguire
Dinanzi alla legge (1970)
Regia: Vittorio Armentano; fotografia: Giulio Albonico; musica: Egisto Macchi; montaggio: Carla Simoncelli; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 12′
Ispirato liberamente da alcuni brani de Il Processo di Kafka, è un tentativo di ricostruire il clima ossessivo dell’opera dell’autore praghese. È ambientato nel tetro palazzo di giustizia di Roma.
a seguire
Il dolore è lontano (1971)
Regia: Vittorio Armentano; fotografia: Giulio Albonico da fotografie di Franco Stampacchia; musica: Egisto Macchi; montaggio: Giuliana Bettoia; origine: Italia; produzione: L’Universale Cinetelevisiva; durata: 12′
Sulla base di un drammatico servizio fotografico scattato in Pakistan da Franco Stampacchia, il poeta Emilio Villa ha scritto un testo di intensa drammaticità che infonde un senso poetico alla terribile crudezza delle immagini.