Espiare linconscio: il cinema dissolto di Pia Epremian. Ore 20.00 incontro con Pia Epremian, Tonino De Bernardi, Stefano Francia di Celle, Donatello Fumarola, Fulvio Baglivi
19 Giugno 2009 - 19 Giugno 2009
Pia per me
Mi esprimerò per via sentimentale anche se so che Pia è stata per simbiosi mia alleata di vita e maestra “selvaggia” di cinema underground e allora dovrei dire come e perché. Io e lei siamo di Chivasso, lei nata il 16 marzo tre anni dopo; la sua mamma è stata l’ostetrica di mio fratello nato 17 giorni prima cioè quando già stava lei stessa per partorire, Maria Cena. Facemmo gruppo da adolescenti quando lei tornava da Parigi e ci portava le canzoni di là e poi da Londra, lei era la ribelle la non-conforme per natura, la scelta della trasgressione e dell’arte ci univa, fuggivamo a e da Torino (25 km) su e giù sui treni a tutte le ore. L’underground venne per via naturale (si cercava) quando già vivevamo a Torino, a contatto con gli Americani che venivano. Taylor Mead (filmaker e attore di Warhol, fotogrammi singoli 16mm) fu amico speciale di Pia e gli attori del Living Theatre ci trascinavano negli happenings. Vidi Pia buttarsi con impeto dalla finestra di uno scantinato sulle braccia tese di quelli del Living ma piombando a capofitto rischiare di spiaccicarsi, dissero contestazione e controcultura. Arrivava di corsa con la super8 (lei aveva già Alida), la puntava addosso e nell’altra teneva la lampada e diceva tu sei Odette, tu Charlus, tu Saint-Loup, a Angela Rolando tu la Verdurin, a Patrizia Vicinelli tu Albertine… e così fece Proussade il primo film che è la summa di tutto quel che era stato per lei già prima quando non ancora filmava e poi scappava perché a casa l’aspettava la bimba. Agli amici dava i film da mostrare, lei non poteva accompagnarli ed era ritrosa in questo, importava farli i film. L’ho detto selvaggia riconoscendo una (nostra) cifra che era anche rottura e ricerca intellettuale e di vita, dico artista radicale, totale, la forza di sua madre era passata a lei e si riversava nei film. M’insegnò che nella creazione non ci sono barriere (cosa è il privato?), rifiutava naturalismo e cronaca; tutto nei suoi film è ribaltato più in là, non curante del lato tecnico in accettata povertà di mezzi (proprio nel cinema che si fa forza del contrario). Basta fare un salto e si è su altro piano, non occorre né parola né gesto in più. I suoi film sono underground perché lei ha sentito l’assoluto bisogno di farli, io di questo son ancora testimone partecipe e come A. Rimbaud lei non fece più, son il primo a dispiacermene. A lei e Adamo dico che dobbiamo fare un film insieme ancora. Quale?
Tonino De Bernardi
Programma a cura di Fulvio Baglivi – Giornata a ingresso gratuito
ore 17.30
Proussade (1968)
Un film di Pia Epremian (De Silvestris, Vergine); durata: 70′
«Alla mia tesi di laurea su “I personaggi della Recherche” di Marcel Proust, avevo avuto la dignità di stampa, di conseguenza mi ero messa a studiare e a preparare un lavoro con il mio correlatore di filosofia, il prof. Mazzantini, sui possibili confronti tra “Essere e tempo” di Heidegger e la concezione del tempo e dell’essere nell’opera di Proust. Ma il desiderio di portare sullo schermo i personaggi di Proust in un tempo allargato mi ha spinto a girare questo film. Ho messo insieme Proust e Sade per esaltarne le segrete similitudini» (Epremian).
Film muto con accompagnamento in sala
ore 19.00
Medea (1969)
Un film di Pia Epremian (De Silvestris, Vergine); durata: 30′
«Medea raccoglie tutti i personaggi importanti della mia famiglia e dei miei amici. Soprattutto mia figlia Alida bambina quando, ricoverata in ospedale, le scoprono un diabete infantile. Il mio sentirmi cattiva madre, trasmettitrice di mali ereditari, mi ha indotto a intitolare il film Medea. Tutti i personaggi in qualche modo simbolicamente trasmettono le pene interiori della nascita, del corpo e della vita» (Epremian).
a seguire
Antonio delle nevi (1969)
Un film di Pia Epremian (De Silvestris, Vergine); durata: 9′
«Il ricordo letterario è quello de Le tentazioni di Sant’Antonio di Gustave Flaubert. Antonio delle nevi è come il santo solo, ma in un deserto di ghiaccio. Ha paura di mostrarsi ma anche di sedurre e di essere sedotto» (Epremian).
ore 20.00
Incontro con Pia Epremian, Tonino De Bernardi, Stefano Francia di Celle, Donatello Fumarola, Fulvio Baglivi
Durante l’incontro saranno proiettati i film Ciao Ciao (1969), e il serpente strisciò sull’amore (1970) di Adamo Vergine; frammenti da Cronache del sentimento e del sogno (1968-1970) di Tonino De Bernardi
ore 21.30
Infiniti sufficienti (1970)
Un film di Pia Epremian (De Silvestris, Vergine); durata: 21′
«Di questo film Straub diceva che era la storia di una donna. Infatti è il racconto di una madre con una bambina che guarda e osserva le altre madri con i loro bambini: all’ufficio sanitario sulle panchine del parco e in ultimo sul balcone una di esse guarda il mondo esterno e me che la riprendo» (Epremian).
a seguire
Dissolvimento (1970)
Un film di Pia Epremian (De Silvestris, Vergine); durata: 9′
«È la storia di due donne che rappresentano nel silenzio gli eventi della loro esistenza quotidiana. La prima, la pittrice Gigliola Carretti, realizza un happening sull’arte che viene assimilata alla pulizia dei denti, la seconda, Pia Epremian, riproduce la condizione umana che necessita di escrezioni e di abluzioni. Il film termina con la visione delle cascate delle fontane di Torino» (Epremian).