Fabio e Mario Garriba
03 Settembre 2011 - 03 Settembre 2011
Retrospettiva “Orizzonti 1960-1978”. Festival di Venezia 2011
Proiezione il 3 settembre, alle 15.00, in sala Volpi, con replica il 6, alle 15.00, sempre in sala Volpi.
I parenti tutti di Fabio Garriba (1967, cm)
Voce del verbo morire di Mario Garriba (1970, cm)
In punto di morte di Mario Garriba (1971, Pardo d’oro al Festival di Locarno)
Saranno presentati i lavori realizzati al CSC: i cortometraggi I parenti tutti e Voce del verbo morire e il lungometraggio In punto di morte che vinse il Pardo d’oro al Festival di Locarno (ex aequo con Hanno cambiato faccia di Corrado Farina e Les Amis di Gérard Blain). Opere ironiche e dissacranti, che nell’alveo del cinema politico e di contestazione allora in voga, scelgono la chiave dell’humour nero per attaccare la prima delle istituzioni: la famiglia, e da quella prospettiva l’intera società, sommersa dai loro sberleffi irriverenti. «Se il cinema italiano fosse stato più serio, oppure più intelligente, si sarebbe accorto che Woody Allen era già nato e abitava a Roma vicino a Campo dei Fiori» (Jeti Grigioni), ma solo Rossellini, in tutto il cinema italiano, se ne accorse, con un telegramma di congratulazioni per la vittoria a Locarno («Bravo, bravo, bravo. A nome mio e del Centro Sperimentale. Roberto Rossellini»), che Mario Garriba lesse cento volte in un bar. Girerà solo un altro film, Mario, nel 1979, Corse a perdicuore, che avrebbe dovuto interpretare Roberto Benigni (rimane un provino), ma “lo tradì” per girare Chiedo asilo di Marco Ferreri. Come attore reciterà in Sogni d’oro e Bianca di Nanni Moretti, il quale ha riconosciuto l’originalità di In punto di morte: «è veramente un bel film e anticipava umori e atmosfere di tanti film realizzati poi negli anni ’70». Fabio, invece, si affermerà negli anni Settanta come uno dei volti più interessanti ed espressivi del cinema italiano (Sbatti il mostro in prima pagina di Bellocchio, Agostino d’Ippona di Rossellini, La via dei babbuini di Magni, La cosa buffa di Lado) con una significativa presenza in Vento dell’est di Godard, ma dopo Piccoli fuochi di Del Monte, a metà degli anni Ottanta, lascerà il cinema. Entrambi si dedicheranno all’insegnamento, continuando a girare idealmente «film dalla mattina alla sera».