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Fuori dal coro: il cinema di Raffaele Andreassi
06 Maggio 2016 - 06 Maggio 2016
Ultimo appuntamento con il cinema di Raffaele Andreassi, occasione unica per vedere alcuni cortometraggi degli anni Cinquanta e Sessanta finora inediti, come Lettera da Alghero e Settembre in Gallura (restaurato dalla Cineteca Nazionale) o molto rari come Fondo valle e Col cuore in gola. Un ringraziamento particolare va all’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea, Cineteca di Bologna e Istituto Luce Cinecittà per aver messo a disposizione le loro copie, spesso uniche.
Rassegna a cura di Adriano Aprà e Fulvio Baglivi
 
ore 17.00 Fotografia della famiglia italiana di Virgilio Tosi (1969, 23′)
«Fotografia della famiglia italiana è l’unico documentario della mia filmografia che ho autoprodotto in proprio (con la collaborazione finanziaria per l’acquisto della pellicola e la disponibilità di mezzi tecnici dell’amico documentarista Raffaele Andreassi). Gli altri collaboratori furono: il direttore della fotografia Carlo Ventimiglia, con la sua meravigliosa cinepresa auto costruita in un solo esemplare, la “verticale Ventimiglia”; il musicista Franco Potenza, e l’attore Riccardo Cucciolla che leggeva il mio testo di commento parlato» (Virgilio Tosi.) Tosi coinvolgerà Andreassi nella realizzazione di Album: Fotografia dell’Italia di ieri, programma che da questo film prende spunto e forma, che andò in onda in 15 puntate su Rai 2 nel 1977.
 
a seguire Vita di un uomo di Elio Filippo Accrocca (1965, 12′)
Omaggio a Giuseppe Ungaretti, alla sua vita e alla sua poesia, che spesso si intrecciano con i corsi dei fiumi. Dall’Isonzo al Tevere, presso cui vediamo passeggiare l’anziano poeta, il film racconta innanzitutto l’amore dei poeti Accrocca e Andreassi (che aveva pubblicato il libro di poesie I paesi del cuore nel 1958) per Ungaretti. Anche se la regia non gli è accreditata, risulta evidente che la realizzazione del cortometraggio appartiene ad Andreassi, che conosceva e frequentava Accrocca da anni.
 
a seguire Primo Conti di Raffaele Andreassi (1964, 10′)
«Primo Conti, uno dei più noti pittori italiani, è toscano e della razza ha preso tutte le caratteristiche di temperamento. Ha cominciato a dipingere a 15 anni ed è arrivato ad essere un maestro del futurismo in un’epoca di ferventi battaglie artistiche. Ora s’è ritirato a Fiesole. Il documentario vuol essere un ritratto di questo grande artista del nostro secolo» (Andreassi).
 
a seguire Massimo Campigli di Raffaele Andreassi (1967, 18′)
«Il documentario a colori Massimo Campigli si propone di illustrare la vita e le opere del grande pittore toscano, uno dei nostri maggiori, cercando di costruire, su un filo narrativo e con una storia densa di motivi, un racconto umano, coerente e affascinante, una avventura artistica da apprezzare e ricordare. Dagli anni della gioventù, attraverso le varie esperienze formative, fino alla stagione della maturità, il racconto si deve svolgere nel clima proprio dell’artista, in quella parte di mondo ideale che Campigli popola di figure ed illumina con i riflessi della sua sapiente materia, una materia che esalta ogni gesto, ogni segno, dando di ogni soggetto la “qualità” interiore. Massimo Campigli vive a Roma, a Parigi, a San Tropez. Cogliamo alcuni attimi della sua esistenza: lo costringeremo così a una confessione, a un dialogo con se stesso, perché si rappresenti meglio di come potremmo fare noi e ci sveli interamente il fascino delle sue figure, la magia del suo mondo» (Andreassi).
 
a seguire La Maremma di Cesetti di Raffaele Andreassi (1982, 38′)
Ritratto del pittore nato a Tuscania nel 1902 in occasione del compimento degli ottanta anni. Il documentario è autoprodotto da Andreassi e racconta la vita e le opere di Cesetti, legate agli uomini, i paesaggi e gli animali della Maremma e dell’alto Lazio.
 
ore 19.00 Lungo il torrente di Raffaele Andreassi (1954, 9′)
«Il paese di Pietracamela alle falde del Gran Sasso: il colosso dell’Appennino e la valle del Ruzzo. Pescatori di trote stellate. Un allevamento di castori lungo il torrente. L’allevatore durante la sua visita mattutina. Località suggestive: esperimento a scopo industriale dell’allevamento allo stato libero di tribù di castori. Vita del castoro. La zona turistica intorno al Gran Sasso» (Andreassi).
Copia proveniente da Istituto Luce Cinecittà
 
a seguire Cronaca di un lago di Raffaele Andreassi (1954, 10′)
«Il lago Maggiore nel tratto che va da Luino al confine svizzero di Zenna. La cittadina di Luino. Follie di fine estate, quando la stagione matura e cade nell’autunno. Sul lago, finalmente quieto, tornano i pescatori a gettare le reti. Scene di pesca del capitone, luccio e tinca. Sulle rive dell’antico Verbano, fantasia di bizzarri seminaristi in passeggiata. L’autunno è entrato e la natura cambia veste» (Andreassi).
 
a seguire Quando ride la spiaggia di Raffaele Andreassi (1954, 10′)
«Finale Ligure, stazione balneare della riviera di ponente. La famosa banda caratteristica “Rumpa e Streppa” apre la giornata sulla spiaggia. Caratteristiche degli originali strumenti e dei costumi dei suonatori. La spiaggia di Finale e motivi balneari, sci nautico, tuffi, nuoto, belle ragazze, costumi, curiosità. Commento al visivo la canzone del Maestro Mario Ravasini La banda Rumpa e Streppa» (Andreassi).
Copia proveniente da Istituto Luce Cinecittà
 
a seguire Fondo valle di Raffaele Andreassi (1959, 13′)
«Nel cuore della Sicilia, in una vasta zona compresa fra i territori di Enna e Caltanissetta, esistono numerose miniere di zolfo. Il cortometraggio prende in considerazione la miniera di Giumentaro Capodarso, situata nella valle del fiume Salso, per presentare gli uomini che lavorano nelle miniere e per descrivere una delle località più selvagge della Sicilia» (Andreassi).
Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna
 
a seguire Paese di barche di Raffaele Andreassi (1955, 10′)
«Molfetta è una ridente cittadina marinara sull’Adriatico e centro dell’industria della pesca. La costruzione e la riparazione dei pescherecci è una delle principali attività dei molfettesi. Il cortometraggio vuol documentare una giornata di lavoro nei cantieri del porto. Seguendo un bimbo figlio di pescatori, scopriremo i cantieri con i pescherecci a secco, sollevati dal mare, intorno ai quali artigiani industriosi studiano i malanni causati dal mare e dal tempo. In altra parte si costruiscono pescherecci nuovi e si possono seguire le fasi più interessanti della lavorazione. Ma la cosa più interessante è data dal suggestivo incontro di vecchie e nuove sagome dal diverbio cromatico delle tinte, dalle composizioni naturali e suggestive che si propagano e popolano questo paese di barche» (Andreassi).
 
a seguire La favola dell’allegria di Raffaele Andreassi (1952, 10′)
«Una studentessa entra in un Luna Park attratta dalle giostre immobili. Attraversando il Parco dei divertimenti sogna se stessa tra le giostre in movimento. Il sogno è breve e la fanciulla si allontana tra i baracconi deserti mentre intorno a lei la vita si risveglia lentamente» (Andreassi).
 
a seguire Questi nostri ragazzi di Raffaele Andreassi (1954, 8′)
«Il trapasso alla adolescenza è l’età della ragione, l’età critica del fanciullo che inizia a conoscere i propri istinti, che propone a se stesso un mondo fantastico a solo scopo di sgretolarlo e ricostruirlo. Il mondo dell’adolescente è un mondo metafisico dove si incontrano problemi puerili e problemi profondi; da essi nascerà il carattere e la ragione. […] Il documentario mostra questo trapasso, questo cambiamento di stagione nell’animo del fanciullo. Ci porta nelle strade e nelle piazze, nelle botteghe e nei mercati, nei prati e nelle periferie a conoscere questi ragazzi sui quali incombe l’ombra dell’uomo» (Andreassi).
Copia proveniente da Istituto Luce Cinecittà
 
a seguire I maccheroni di Raffaele Andreassi (1959, 12′)
«Il cortometraggio I maccheroni racconterà le difficoltà di un bambino pugliese il quale, a differenza dei suoi compagni, non riesce a concludere la giornata festiva con una mangiata di maccheroni e carne. Uno stornello pugliese dice: “Avvenga quel che deve avvenire, fate quello che volete, il mondo è bello ma quello che importa è un piatto di maccheroni con la carne”. Dopo il pasto di mezzogiorno, i bambini scendono nelle strade ostentando i musetti sporchi di sugo, la prova evidente che essi hanno realmente mangiato i maccheroni. Donato, il nostro bambino, rimasto senza pasta asciutta ricorre a uno stratagemma: si sporca il volto con la conserva. I compagni penseranno che anche lui ha consumato il piatto di pasta tradizionale e la dignità sarà salva» (Andreassi).
Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna
 
a seguire Bambini di Raffaele Andreassi (1960, 11′)
«In molte province del sud, nelle Puglie, in Calabria, i ragazzi, i bambini a volte sono costretti, per le precarie condizioni di vita laggiù sussistenti, a impiegarsi in un qualche modo a lavorare. Anche nelle nostre città molti bambini, molti ragazzi vengono occupati: ma i lavori che fanno sono leggeri. Nel sud invece, mancando in molte zone industrie, fabbriche e negozi i bambini vengono inviati nei campi, nelle miniere. Non è raro il caso di bambini piccolissimi che per poche centinaia di lire vengono assunti per lavori che sfibrano anche gli uomini maturi. Questo documentario mostra obiettivamente questo problema» (Andreassi).
 
ore 20.45 Settembre in Gallura di Raffaele Andreassi (1955, 10′)
«Viaggio attraverso la Gallura. Le montagne selvagge e i personaggi nati dalle rocce. Il tempo delle pernici. Nella vallata si raccoglie il sughero. I sugheri come colore di una terra. Come si stacca il sughero dalla pianta. Operai al lavoro. Lo stretto di Bonifacio e Santa Teresa di Gallura. Tempesta sul mare. Visione di Castel Sardo. L’arcipelago della Maddalena. La Maddalena. L’ombra della Corsica. Caprera. La terra di Garibaldi. Il servizio della Guardia d’Onore. La tomba di Garibaldi. Fascino di Caprera» (Andreassi).
 
a seguire Racconto del mare di Raffaele Andreassi (1957, 6′)
«Il mare, con le sue tempeste, che spezzano e rompono le onde contro gli aguzzi scogli, origina una musica profonda e sconcertante nella cui armonia l’uomo opera e vive. Ciò è particolarmente evidente nella Gallura (Sardegna) dove la natura esercita un predominio incontrastato e pervade le attività umane» (Andreassi).
Copia proveniente dall’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea
 
a seguire Gli uomini del sale di Raffaele Andreassi (1955, 9′)
«Veduta di Cagliari vista dal mare. Panoramica sui bacini di saturazione del sale. La salina in totale e nei dettagli. Procedimento della saturazione dell’acqua marina a seconda delle vasche. Il sistema di incanalazione dell’acqua. Il sale precipita a 28°. Sistemi di misurazione. Gli uomini che accumulano il sale. Trasporto sui vagoncini fino agli elevatori e sistemazione in geometrici cumuli. I portatori d’acqua. Gli uomini del sale durante il lavoro. Gli stessi durante la sosta di mezzogiorno. Uno scontro per gioco. Due gruppi di lavoratori si scontrano. L’allegria resiste alla fatica e si alzano canti dalla salina. Le barche che trasportano il sale. I canali. Le barche scarlatte a causa di milioni di microorganismi uccisi dall’acqua a 30°» (Andreassi). Copia proveniente da Istituto Luce Cinecittà
 
a seguire Lettera da Alghero di Raffaele Andreassi (1955, 10′)
«La città di Alghero e le tradizioni spagnole che resistono al tempo. I pescatori di corallo. Riprese in alto mare. Tecnica della pesca e vita a bordo del “Pesce elettrico”. Riprese subacquee della pesca del corallo. I rami di corallo. Le varie qualità. Riprese e spiegazioni con modellino. Il corallo come ornamento. Le spiagge di Alghero. Cavalli in libertà. Cavalli al bagno. La costa del Logudoro» (Andreassi).
Copia proveniente dall’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea
 
a seguire Il puledro d’acciaio di Raffaele Andreassi (1955, 12′)
«Le riprese del cortometraggio in Ferraniacolor hanno inizio nell’ufficio tecnico, reparto progetti della Ferrari. In questo ufficio la nuova macchina da corsa nasce e si sviluppa in tutte le sue parti. Qui si crea il “Bolide Rosso”, mezzo di straordinaria potenza progettato per le grandi corse internazionali. Dall’ufficio progetti i disegni vengono inviati nei reparti di produzione. Macchinari speciali costruiscono la macchina pezzo per pezzo. Dai congegni alla carrozzeria, dalla prova del motore alle prove di forza del materiale, dal collocamento tecnico alle prove in pista. Nasce così la grande macchina da corsa che da tanti anni porta vittorioso il nome dell’Italia in giro per il mondo» (Andreassi).
Copia proveniente dall’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea
 
a seguire Il cuore in gola di Raffaele Andreassi (1959, 10′)
«Il protagonista del cortometraggio Il cuore in gola è un operaio che vive in una piccola città di provincia. L’operaio abita in una modesta casetta alla periferia di Guastalla insieme con la moglie e due figli in tenera età. Dopo il pesante lavoro della settimana, il nostro personaggio, invece di concedere al riposo e ai divertimenti le ore domenicali, indossa calzoncini e maglietta e si trasforma in un maturo atleta che partecipa a gare podistiche. Per lo sport un uomo di quarant’anni è già un vecchio; ma il nostro operaio non vuole arrendersi al tempo e continua a correre, al di là del risultato, spinto da una sua intima necessità. Il cortometraggio Il cuore in gola vuol dunque essere la cronaca esatta di una delle avventure dell’operaio e vuole mettere in risalto l’ambiente sportivo provinciale. Il cortometraggio seguirà fedelmente una corsa podistica sottolineandone le fasi avvincenti sullo sfondo dei canali e degli stagni che circondano il Po.Il cortometraggio racconterà la storia di uomini che sacrificano allo sport il giorno di festa e che a quarant’anni, sudati e sfiniti, con il “cuore in gola” tentano di raggiungere il traguardo che darà loro l’illusione di trattenere o ritrovare la giovinezza» (Andreassi).
Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna
 
a seguire Lettera dalla provincia di Raffaele Andreassi (1960, 10′)
«Il documentario è dedicato allo scrittore Mario Puccini, recentemente scomparso.
Dal tramonto alla notte, con rapide sequenze, mostreremo la vita di una città di provincia. Dalle ore animate della sera, al silenzio stagnante della notte, indugeremo nelle strade per cogliere gli aspetti più nobili e più segreti di un modo di vivere che sta per scomparire: la provincia che si sfalda ripropone con le sue mura antiche, con le sue caserme nere, con i suoi portici, le sue piazze, i suoi conventi medievali, il mondo malinconico descritto da Mario Puccini, nei suoi libri migliori. È “l’ultima provincia” che si sgretola davanti al progresso» (Andreassi).
 
a seguire Il silenzio di Raffaele Andreassi (1964, 13′)
«Immagini e suoni sono elementi indissolubili nella varia aneddotica della vita contemporanea. L’uomo sembra avere scelto la velocità come binario per il suo destino. L’uomo subisce suoni e immagini e drammatizza la sua esistenza perseguendo un fine di felicità e non è altro che l’evasione alla sua condizione. Ma la felicità che ne ricava non è sufficiente a renderlo sereno. Suono e immagini, immagine e suoni sono le leve della sua azione convulsa e irrazionale. La somma dà l’urto, il silenzio. Stanno nascendo a Roma cimiteri di automobili che compongono scenografie suggestive, che offrono una immagine al dolore, una forma concreta al silenzio» (Andreassi).
Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna
 
a seguire Gli animali di Raffaele Andreassi (1965, 15′)
«In un grande paese della Ciociaria, i contadini sono affluiti nel grande spazio, dai centri dei vicini villaggi, dalle casupole sparse tra le brulle montagne. Fa ancora freddo, il fiato si condensa intorno ai volti paonazzi dei contadini. Il mercato lentamente si anima, il sole comincia lentamente a stiepidire i dorsi dei vitelli. Il muso umido di un vitello si alza verso il cielo. Il mercato ora è affollato, si alzano le voci, le contrattazioni si sviluppano; in qualche luogo, tra gli alberi, i sensali ammiccano tra di loro. Il sole è ora appeso alla montagna scarna, illumina le mani degli uomini» (Andreassi).
Date di programmazione