Gli introvabili del cinema fantastico italiano
09 Settembre 2016 - 11 Settembre 2016
«Come è ormai tradizione, anche quest’anno è il Fantafestival, alla sua XXXVI edizione, a riaprire con un proprio programma, la stagione del Cinema Trevi, e lo fa con una selezione di rarità tratte dalla produzione di genere fantastico di alcuni registi italiani, “minori” ma fondamentali per il genere fantastico, per il quale lavorarono intensamente negli anni Sessanta e Settanta, in quel magico periodo in cui il fantastico che connotò tutto il cinema europeo. A Silvio Amadio, Paolo Heusch, Gino Mangini, Renato Polselli, Elio Scardamaglia, Giuseppe Vari sono dedicate le proiezioni della rassegna, che si concluderà con la presentazione dei film vincitori di questa edizione del festival, il miglior film italiano, il migliore film straniero, la migliore opera prima, accompagnati – ad integrazione del programma – dai migliori corti» (Alberto Ravaioli, direttore del Fantafestival).
venerdì 9
ore 17.00 La jena di Londra di Henry Wilson [Gino Mangini] (1964, 76′)
«Piccolo horror abbastanza misconosciuto diretto da Gino Mangini. Protagonista è Tony Kendall, che lo gira dopo La frusta e il corpo, nei panni di un poliziotto, fidanzato segreto della figlia di un dottore pazzo, Bernard Price, che abita in una casa misteriosa piena di strane presenze, come Luciano Pigozzi. A un certo punto cominciano le morti misteriose e qualche morto ritorna dalla tomba. Produce la Geosfilm, che produrrà un altro film di Mangini con Tony Kendall girato subito dopo, Fango sulla metropoli» (Della Casa/Giusti).
ore 19.00 La lama nel corpo di Michael Hamilton [Elio Scardamaglia] (1966, 87′)
«Tutto ruota attorno a una donna sfigurata da un incidente automobilistico, amante del direttore di un centro di igiene mentale. Sarà proprio il dottore, con la folle idea di ricostruire il viso, a uccidere alcune sue pazienti e a togliere loro parti del viso per il delirante piano. […]Non si sa con precisione chi sia il regista del film, se il produttore Elio Scardamaglia, qui al suo unico film da regista, come pensa Roberto Poppi, o Lionello De Felice, poco portato all’horror e che dal 1961 non si era più rialzato dopo il disastro di Costantino il Grande. Nel film compare il figlio, Domenico De Felice, come aiuto regista» (Della Casa/Giusti).
ore 21.00 Alla ricerca del piacere di Silvio Amadio (1972, 98′)
Tra i più oscuri thriller italiani degli anni Settanta, quello di Amadio è anche uno dei migliori e più personali esemplari del decennio, sospeso tra le atmosfere decadenti e lagunari (il film si svolge a Venezia) di un giallo formalmente impeccabile e certe baluginanti aperture antinarrative dal sapore squisitamente sleazy, che mischiano morbosità, erotismo e musiche ipnotiche di Teo Usuelli. Conosciuto anche con gli aka di Il passo dell’assassino e Replica di un delitto, il film di Amadio gioca con disinvoltura sui materiali saffici affidati al trio di starlette Bouchet-Neri-Viotti, e sulla solidità rassicurante dei volti di Farley Granger e Umberto Raho. Edwige Fenech, che all’epoca transitava spesso nei thriller del periodo, avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Rosalba Neri, quello della dissoluta e provocante compagna di Granger, ma dovette rinunciare perché rimasta incinta.
sabato 10
ore 17.00 La morte viene dallo spazio di Paolo Heusch (1958, 83′)
Primo film italiano di fantascienza ed esordio nella regia per Paolo Heusch, La morte viene dallospazio è considerato come uno dei migliori film di genere nostrani. Il razzo XZ viene lanciato verso la Luna, ma per un’avaria perde la rotta ed entra in collisione con alcuni asteroidi che conseguentemente puntano inesorabili contro la Terra. La fotografia e gli effetti speciali sono di Mario Bava. «La trama è ideata molto ingegnosamente e la tensione che l’azione suscita va aumentando e non viene meno fino alla conclusione» (Albertazzi).
ore 19.00 Mania di Ralph Brown [Renato Polselli] (1974, 80′)
Mania appartiene alla produzione polselliana più bizzarra ed esteticamente più trasgressiva, cioè quella degli anni Settanta, che non a caso ha raccolto molti adepti e “stracultisti”. Le didascalie dei titoli di testa non lasciano dubbi in proposito: «Quando le ombre cupe della notte annullano la visione del mondo, allora dai misteriosi abissi del subcosciente si scatenano le forze incontrollate dell’inconscio e nessuno sa più quali siano i confini della realtà». Thriller? Horror? Melodramma? Impossibile etichettarlo e la stroncatura di qualcuno che riuscì a vederlo (il film pare sia stato distribuito pochissimo e non risulta iscritto al P.R.C.) rivela, involontariamente, interessanti aspetti “transestetici”: «Sembra di percorrere uno di quei “tunnel dell’orrore” che gli imbonitori dei Luna Park consigliano alle coppiette in vena d’emozioni grandguignolesche. Gli spettatori hanno più occasioni per sorridere che spaventarsi» (S. C., «La Stampa», 28/8/1974).
ore 21.00 Roma contro Roma di Giuseppe Vari (1964, 98′)
«In una provincia romana dell’Asia Minore sono misteriosamente scomparse intere legioni, e il centurione Caio viene mandato in esplorazione per indagare l’accaduto. […] Non è l’unico peplum a essere fortemente connotato con elementi fantastici, ma è il solo in cui tali elementi assumono una vera e propria connotazione teorica. Infatti, le legioni romane fatte rivivere da Aderbale/John Drew Barrymore e scagliate contro l’esercito imperiale risultano essere degli stock-shots estrapolati dalla solita scena della battaglia finale di Costantino il Grande, ai quali viene aggiunto un effetto nebbia e una musica in perfetto stile horror. Quindi gli zombie sono morti viventi anche in senso cinematografico, sono cioè estratti da un altro film» (Della Casa/Giusti).
domenica 11
Proiezione dei tre film vincitori della XXXVI edizione del Fantafestival
ore 17.00 Miglior film italiano
ore 19.00 Miglior film straniero
ore 21.00 Migliore opera prima