Incontro moderato da Italo Moscati con Isabella Peretti
26 Maggio 2018 - 26 Maggio 2018
La Cineteca Nazionale rende omaggio a Pier Paolo Capponi, recentemente scomparso. Una lunga filmografia racchiusa in un volto intenso che esprimeva un vissuto umano, una recitazione misurata, un apparente controllo delle passioni, salvo poi lasciar esplodere quella rabbia repressa, frutto di una ferrea moralità, scossa dalle cose della vita, e trasformata da molti registi in un’immoralità di fondo, perché Capponi è stato il miglior Duca Lamberti del cinema, ne I ragazzi del massacro del suo amato Fernando Di Leo, e contemporaneamente un villain di razza. Nel suo alternare sapientemente cinema d’autore (a cominciare dal fortunato esordio nello psicoanalitico Un uomo a metà di De Seta, Sovversivi dei fratelli Taviani, Seduto alla sua destra di Zurlini, Il gatto selvaggio di Frezza, Frezza, tre film fondamentali sul ’68) e cinema di genere (oltre ai film qui proposti, ricordiamo E venne il giorno dei limoni neri di Camillo Bazzoni, Le foto proibite di una signora per bene di Ercoli, Il gatto a nove code di Argento, Il boss di Di Leo, Milano: il clan dei calabresi di Stegani), Capponi è stato uno dei volti più rappresentativi della stagione d’oro del cinema italiano.
sabato 26
ore 16.30 I sovversivi di Paolo e Vittorio Taviani (1967, 97′)
Sullo sfondo dei funerali di Togliatti, capo del partito comunista, alcuni personaggi vivono esperienze diverse. «Ma il rilievo di Sovversivi è soprattutto culturale, ed è in questa luce che questo film va considerato tra i più significativi del periodo 1959-1968 […]. In pochi film come in questo coesistono positivamente forme di consapevolezza, estetica e politica» (Micciché). Capponi duetta con un sorprendente Lucio Dalla.
ore 18.30 Uomini contro di Francesco Rosi (1970, 101′)
Sull’altopiano di Asiago tra il 1916 e il 1917 un giovane ufficiale italiano interventista scopre la follia della guerra e la disumana, insensata incompetenza degli alti comandi. «Il resoconto di Lussu diventa un racconto oggettivo in cui il narratore stesso si trasforma in protagonista: tanto che Uominicontro si conclude con la fucilazione in una scena che rappresenta un omaggio al Visconti di Senso» (Kezich). Capponi è il tenente Santini, accanto al protagonista Gian Maria Volonté.
ore 20.30 Incontro moderato da Italo Moscati con Isabella Peretti
Nel corso dell’incontro Cosimo Damiano Damato leggerà alcune poesie di Fernando Di Leo e un racconto inedito di Pier Paolo Capponi.
a seguire Abbasso tutti, viva noi di Gino Mangini (1974, 90′)
Enrico, dieci anni, da Milano viene condotto dalla madre Elisa in un paesello del Lazio presso la zia Maria, scrittrice. Il ragazzo soffre molto per la lunga assenza del padre e non sa che lo stesso è morto. Fin dai primi giorni, vagando nella necropoli etrusca in cerca del cane Napoleone, Enrico incontra i vivaci ragazzetti del villaggio che giuocando agli indiani, lo accettano nella tribù e lo battezzano Cervo Bianco. È con gli amici quando un barbone, Rufo, pittore (Capponi), si stabilisce nella boscaglia e viene eletto stregone della tribù.