Indipendente italiano: il cinema di Simone Scafidi. Alle 21 incontro con S. Scafidi, Pierpaolo De Sanctis, Andrea Riva De Onestis.
18 Febbraio 2009 - 18 Febbraio 2009
Simone Scafidi è un giovane autore che opera nel contesto del nuovo cinema milanese, un milieu che in questi ultimi anni ha saputo tracciare scenari davvero ispirati e potenti, segnali di un rinnovamento in corso che nasce dal basso e che accomuna le diverse esperienze di nomi come Marina Spada e Vittorio Rifranti, Giovanni Maderna e Federico Rizzo, Michelangelo Frammartino e Mirko Locatelli, in quello che ha tutta l’aria di essere un vero e proprio “movimento”.
Nel gennaio 2008 il lungometraggio d’esordio di Scafidi, Gli arcangeli, esce nel circuito ufficiale delle sale italiane. È un segnale importante e decisivo per un cinema indipendente italiano che agita la spada ed esige canali di distribuzione adeguati al suo coraggio. Ma con grande consapevolezza del contemporaneo, questo cinema del futuro ha saputo forgiare, grazie alle nuove tecnologie digitali di cui si serve, anche forme di veicolazione certamente più al passo coi tempi, straripando oltre i confini del classico locale dalle poltrone di velluto per approdare sempre più spesso – magari sottoforma di spezzoni, brani, clip – nel magma ribollente del web, nei flussi satellitari o nei supporti dvd stampati e distribuiti con passione da bricoleur.
“Indipendente italiano” vuole fotografare l’incessante ricerca produttiva, distributiva, ma soprattutto estetica, di questo cinema anarchico e intransigente, che rischierebbe di rimanere schiacciato di fronte alla presenza continua di quel mainstream, di quell’overground magari ben confezionato ma raramente altrettanto coraggioso.
Oltre al secondo film di Scafidi, Appunti per la distruzione, docufiction davvero speciale sul caso letterario di Dante Virgili e sull’immaginario mistico-mefitico ad esso legato, vogliamo proporre allo spettatore un accostamento per certi versi ardito tra questo cineasta indipendente di oggi e un meraviglioso invisibile italiano degli anni Sessanta: Gli arcangeli di Enzo Battaglia.
Al di là del nome proprio che spartisce con l’opera d’esordio di Scafidi, i film non potrebbero sembrare più distanti per lo stile, il contesto in cui sono nati e la scelta geografica.. Ma se Battaglia gioca con la nouvelle vague, il montaggio spezzato e lo sguardo alienato su una Capitale inconoscibile e mai vista, per darci la sua versione dei giovani esistenzialisti romani che vivono già nel ’63 fuori dal concetto di “morale”, Scafidi indaga curiosamente un tema molto simile nella Milano di oggi, portandolo però fino alle più estreme conseguenze filosofiche.
Programma a cura di Pierpaolo De Sanctis
ore 17.00
Gli arcangeli (1963)
Regia: Enzo Battaglia; soggetto e sceneggiatura: E. Battaglia; fotografia: Luciano Graffigna; musica: Sandro Brugnolini; montaggio: Franz Regard; interpreti: Roberto Bisacco, Paolo Graziosi, Graziella Polesinanti, Virginia Onorato, Stefano Satta Flores; origine: Italia; produzione: Alfredo Salvati; durata: 101′
«Anna Maria, una ragazza di provincia, fugge a Roma col fidanzato perché i suoi genitori si oppongono alle loro nozze e chiede protezione al fratello Roberto. A Roma Anna Maria conosce Diana, il difficile amore del fratello, tutta impeti, ribellione, disordine, e Paolo un amico con il quale Roberto divide oltre all’appartamento anche inquietudini e speranze. L’assoluta libertà che caratterizza la vita dei due amici porta Anna Maria alla scoperta di un modo nuovo di concepire i rapporti umani per cui lei decide di scrollarsi di dosso quelli che ritiene pregiudizi morali» (www.cinematografo.it). «Il prodotto, anche sul terreno strettamente commerciale, esiste, ed è nobilissimo. […] Questi giovani attori non inducono davvero a singhiozzare per l’assenza di divi […]. Gli arcangeli ha valore anche e soprattutto per questo: nel suo essere un documento, di intenzioni e intonazioni poetiche sull’oggi […]. È un film sostanzialmente probo, cioè onesto e gentile, ma anche cattivo e pungente, con quella acerbità che era necessaria al tema » (Chiaretti).
ore 19.00
Gli arcangeli (2007)
Regia: Simone Scafidi: soggetto e sceneggiatura: S. Scafidi, Andrea Riva; fotografia: Federico Bracci; montaggio: Antonio Morabito, S. Scafidi; scenografia: Marianna Mandibola; effetti: David Bracci II; suono: Giacomo Avanza, Maurizio Terpin; aiuto regista: Federica Cresci; interpreti: Andrea Riva, Francesca Inaudi, Franco Branciaroli, Fabrizio Raggi, Zamira Pascer, Ugo Giacomazzi; origine: Italia, produzione: David Cartasegna per “(dis)ORDET”; durata: 87′
Christian è uno studente di filosofia all’università di Milano. Popolare, ammirato, ricco e trasgressivo prende dalla vita e dalle persone tutto quello che vuole, scevro da ogni direzione morale. Ma nelle pieghe della sua carne brucia il dolore della gioventù perduta, dell’essere umano tormentato
dalla sua stessa natura. «La parabola filosofica attorno ai concetti di Dolore, Religione, Morale raccontata dal film è un viaggio crudo, ossessivo e privo di concessioni che non ci si aspetterebbe assolutamente da un giovane cineasta sotto i trent’anni. Anche il linguaggio è anticonvenzionale […]: l’inquadratura, spesso statica, è un campo di forze estetizzante e contemplativo, assolutamente refrattario ai trattamenti isterici di montaggio di molto cinema giovanilistico contemporaneo; la messa in scena è scabra, brutale, a tutto vantaggio di una composizione formale che a volte può ricordare un certo tipo di pittura. L’insistenza dello sguardo è pura profondità, è lirismo astratto e fiammeggiante, e un’occasione per gli attori di completare il senso di una scena arricchendola con sfumature che hanno il calore dell’improvvisazione, di un evento che accade. […] Nonostante il low-budget, un’opera che resta impressa come la maggior parte dei film italiani inseriti a pieno regime nella programmazione ufficiale non riesce assolutamente a fare» (Pierpaolo De Sanctis).
dalla sua stessa natura. «La parabola filosofica attorno ai concetti di Dolore, Religione, Morale raccontata dal film è un viaggio crudo, ossessivo e privo di concessioni che non ci si aspetterebbe assolutamente da un giovane cineasta sotto i trent’anni. Anche il linguaggio è anticonvenzionale […]: l’inquadratura, spesso statica, è un campo di forze estetizzante e contemplativo, assolutamente refrattario ai trattamenti isterici di montaggio di molto cinema giovanilistico contemporaneo; la messa in scena è scabra, brutale, a tutto vantaggio di una composizione formale che a volte può ricordare un certo tipo di pittura. L’insistenza dello sguardo è pura profondità, è lirismo astratto e fiammeggiante, e un’occasione per gli attori di completare il senso di una scena arricchendola con sfumature che hanno il calore dell’improvvisazione, di un evento che accade. […] Nonostante il low-budget, un’opera che resta impressa come la maggior parte dei film italiani inseriti a pieno regime nella programmazione ufficiale non riesce assolutamente a fare» (Pierpaolo De Sanctis).
Vietato ai minori di anni 18 – Ingresso gratuito
ore 21.00
Incontro con Simone Scafidi, Pierpaolo De Sanctis,Andrea Riva De Onestis
a seguire
Appunti per la distruzione (2008)
Regia: Simone Scafidi; soggetto e sceneggiatura: S. Scafidi, Andrea Riva; fotografia: Fabrizio Bracci; montaggio: Paolo Boriani; costumi e scenografia: Alice Cannavà; suono: Francesco Gaudesi, Elena Maestroni; interpreti: Andrea Riva De Onestis, Massimo Fini, Gabriele Mandel, Moni Ovadia, Marco Pannella, David Peace, Nicole Vignola, Ferruccio Parazzoli, Antonio Franchini, Bruno Pischedda; origine: Italia; durata: 99′.
Dante Virgili (1928-1992), lo scrittore maledetto di cui non esiste nemmeno una fotografia, è lo spunto di partenza per questa docufiction che indaga sul concetto filosofico del Male. Attraverso una serie di interviste a personalità di spicco del mondo editoriale, letterario, politico e religioso, inframezzate da evocative scene di fiction ispirate all’universo creativo di Virgili, viene ricostruita la vicenda umana ed artistica dell’autore de La distruzione, lo scandaloso romanzo filonazista che, pubblicato nel 1970, anticipò di trent’anni l’attentato alle Torri Gemelle del 2001. «Si doveva intitolare Cheirurghia Kali Yuga Kolossal. Ma anche L’apostata. E infine Cinema Dante. Ha avuto molti titoli, ma sempre un solo sottotitolo: Appunti per un film ispirato a La distruzione. Il sottotitolo, snellito, è diventato il titolo. Di pasoliniana memoria. Ma, soprattutto, autoproclamante: vedrete una serie di note, di chiose su di un testo, su di un personaggio, su di un tema che non possono essere ritratti nella loro globalità, nella loro vera essenza. Ma solo scarabocchiati. Sono e rimangono appunti» (Scafidi).
Vietato ai minori di anni 18 – Ingresso gratuito