Invito al cinema di Straub-Huillet. Alle 21.00 con Fulvio Baglivi, Giulio Bursi, enrico ghezzi, Roberto Turigliatto
30 Settembre 2009 - 30 Settembre 2009
«All’inizio della scelta delle inquadrature, avevamo l’impressione che per ogni inquadratura ci fosse solo una ripresa dove succedeva qualcosa di straordinario. Abbiamo poi finito per scoprirne altre tre dove pure succedevano cose straordinarie. Solo che non le avevamo notate all’inizio perché erano meno evidenti. La nostra mente, per quanto riguarda il campo estetico, è ancora alla preistoria».
(Danièle Huillet, in Marco Müller, Piero Spila (a cura di), Il metodo Straub-Huillet, in AA.VV., Straub-Huillet: cineasti italiani. Quaderno informativo della XXV Mostra del cinema internazionale, Pesaro, 1989).
ore 17.00
Chronik der Anna Magdalena Bach (Cronaca di Anna Magdalena Bach, 1968)
Regia: Jean-Marie Straub, Danièle Huillet; testo: da Il Necrologio redatto da Philippe-Emmanuel Bach e le lettere di Johann-Sebastian Bach; sceneggiatura: J.-M. Straub, D. Huillet; fotografia: Ugo Piccone, Saverio Diamanti, Giovanni Confarelli; musica: Johann Sebastian Bach, Leo Leonius; montaggio: J.-M. Straub, D. Huillet; interpreti: Gustav Leonhardt, Christiane Lang, Andreas Pangritz, Kathrien Leonhardt; origine: RFT; produzione: Straub-Huillet, Hessischer Rundfunk, Kuratorium Junger Deutscher Film, Telepool, Rai, IDI Cinematografica, Franz Seitz Filmproduktion, Filmfonds; durata: 93′
«Il punto di partenza della nostra Chronik der Anna Magdalena Bach era l’idea di tentare un film nel quale la musica venisse utilizzata non come accompagnamento, e neppure come commento, ma come materia estetica. Non avevamo veri riferimenti. Forse soltanto, come parallelo, ciò che Bresson ha fatto nel Journal d’un curé de campagne con un testo letterario. Si potrebbe dire, in concreto, che volevamo cercare di portare della musica sullo schermo, mostrare per una volta della musica alla gente che va al cinema. Parallelamente a questo aspetto, c’era il desiderio di mostrare una storia d’amore, come non se ne conosceva ancora» (Straub).
Versione italiana curata da Straub e Huillet nel 1968
ore 19.00
Il ginocchio di Artemide (2008)
Regia: Jean-Marie Straub; testo: dal dialogo La belva in Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese; sceneggiatura: D.Huillet, J.-M. Straub; fotografia: Renato Berta, Jean-Paul Toraille, Marion Befve; montaggio: Nicole Lubtchansky; musica: Gustav Mahler, Heinrich Shutz; interpreti: Dario Marconcini, Andrea Bacci; origine: Italia/Francia; produzione: Straub-Huillet, Teatro Comunale Francesco di Bartolo di Buti, Martine Marignac, Pierre Grise Productions, Studio National des Arts Contemporains; durata: prima edizione 26′, seconda edizione con sottotitoli francesi durata: 27′
«Non diciamo il suo nome. Non diciamolo. Non ha nome. O ne ha molti, lo so. Compagno uomo, tu sai cos’è l’orrore del bosco quando vi si apre una radura notturna? O no. Quando ripensi nottetempo alla radura che hai veduto e traversato di giorno, e là c’è un fiore, una bacca che sai, che oscilla al vento, e questa bacca, questo fiore, è una cosa selvaggia, intoccabile, mortale, fra tutte le cose selvagge? Capisci questo? Un fiore che è come una belva? Compagno, hai mai guardato con spavento e con voglia la natura di una lupa, di una daina, di una serpe?» (Cesare Pavese, La belva, in Dialoghi con Leucò, 1947).
Copie provenienti dalla Cineteca di Bologna – Ingresso gratuito
a seguire
Le streghe (2009)
Regia: Jean-Marie Straub; testo: dal dialogo Le streghe in Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese; sceneggiatura: J.-M. Straub; fotografia: Renato Berta, Jean-Paul Toraille, Irina Lubtchansky; musica: Ludwig van Beethoven; montaggio: Catherine Quesemand; interpreti: Giovanna Daddi, Giovanna Giuliani; origine: Italia/Francia; produzione: Straub-Huillet, Teatro Comunale Francesco di Bartolo di Buti, Martine Marignac, Pierre Grise Productions, Studio National des Arts Contemporains; durata: prima edizione 21′, seconda edizione con sottotitoli francesi Le streghe – Femmes entre elles: 21′
«CIRCE – Molti nomi mi diede Odisseo stando sul mio letto. Ogni volta era un nome. Dapprincipio fu come il grido della bestia, di un maiale o del lupo, ma lui stesso a poco a poco si accorse ch’eran sillabe di una sola parola. Mi ha chiamata coi nomi di tutte le dee, delle nostre sorelle, coi nomi della madre, delle cose della vita. Era come una lotta con me, con la sorte. Voleva chiamarmi, tenermi, farmi mortale. Voleva spezzare qualcosa. Intelligenza e coraggio ci mise – ne aveva – ma non seppe sorridere mai. Non seppe mai cos’è il sorriso degli déi – di noi che sappiamo il destino» (Cesare Pavese, Le Streghe, in Dialoghi con Leucò, 1947).
Copie provenienti dalla Cineteca di Bologna – Ingresso gratuito
ore 21.00
Incontro con Fulvio Baglivi, Giulio Bursi, enrico ghezzi, Roberto Turigliatto
Nel corso dell’incontro sarà proiettato Europa 2005 27 Octobre (Cinétract) di Jean-Marie Straub, Danièle Huillet; produzione: Fuori Orario Rai Tre; durata: 10′
a seguire
L’Itinéraire de Jean Bricard (2008)
Regia: Jean-Marie Straub, Danièle Huillet; testo: da L’Itinéraire de Jean Bricard a cura di Jean-Yves Petiteau; sceneggiatura: D. Huillet, J.-M. Straub; fotografia: William Lubtchansky, Irina Lubtchansky; montaggio: Nicole Lubtchansky; origine: Francia; produzione: Straub-Huillet, Martine Marignac, Pierre Grise Productions; durata: prima edizione 40′, seconda edizione 35′
Jean Bricard è nato nel 1932 nella Basse-Pierre, sulla Loira. Qui è tornato nel 1992 ed è responsabile di una cava di sabbia sull’isola Verte, di fronte a Ancenis (Loia Atlantica). Il testo L’Itinéraire de Jean Bricard è stato registrato in due interviste nel 1994 e pubblicato da Jean-Yves Petiteau sulla rivista dell’Ecole des Beaux Arts di Nantes nel giugno dello stesso anno. Straub nel maggio 2008 ha definito il suo L’Itinéraire de Jean Bricard «film demenziale sulla vista».
Copie provenienti da Pierre Grise Productions (Parigi) – Ingresso gratuito