Kiss Kiss
Bang Bang. Il cinema di Duccio Tessari
07 Aprile 2015 - 16 Aprile 2015
«Duccio Tessari occupa un posto davvero particolare nella storia del cinema, infatti pur avendo frequentato tanti generi diversi non ha mai perso le sue peculiari caratteristiche autoriali, improntate a una sottile cifra ironica, a un’eleganza della messa in scena, e a un utilizzo quasi “kubrickiano” della macchina da presa. Dei generi, dal peplum degli esordi al western del grande successo, si è sempre preso gioco “seriamente” senza mai scadere nella farsa o nella parodia, ma destrutturando con intelligenza canoni e archetipi. Nei suoi film le componenti delle immagini, pro filmiche e non, assurgono sistematicamente a riconoscibili topoi di raffinatezza estetica. I movimenti di macchina, sinuosi e avvolgenti, le inquadrature calibrate tendenti al piano sequenza, le carrellate a seguire e precedere, inducono un decoupage dello spazio che “cerca” sempre la profondità a simulare la presenza costante di una terza dimensione» (dall’introduzione del libro di Fabio Melelli Kiss Kiss… Bang Bang. Il cinema di Duccio Tessari, Bloodbuster, 2013).
martedì 7
ore 17.00 Arrivano i titani di Duccio Tessari (1962, 116′)
Un titano inviato da Giove per sconfiggere Cadmo re di Tebe, ribellatosi agli dei, non solo vi riesce ma finisce per sposare anche la figlia del re. «Arrivano i titani è un film in perfetto equilibrio tra avventura e commedia, circonfuso di una forte dose di ironia; ironia che diventerà il marchio di fabbrica del regista. Molte sono le soluzioni di regia, i movimenti eleganti della macchina, le scene d’azione meticolosamente messe in scena: i carrelli a precedere e a seguire e i piani sequenza da subito contraddistinguono lo stile di Tessari, unitamente a un gusto meta-cinematografico di impronta post-moderna» (Melelli).
ore 19.10 Il fornaretto di Venezia di Duccio Tessari (1963, 95′)
Venezia, 1500. Il popolo vorrebbe partecipare alle decisioni cittadine contro il volere della nobiltà; questo screzio miete come prima vittima il figlio di un fornaio, ingiustamente accusato di aver assassinato un conte. «Per il suo secondo film, Tessari decide di adattare il romanzo di Francesco Dall’Ongaro Il fornaretto di Venezia, già portato in diverse occasioni sul grande schermo […]. Tessari ne fa quasi un dramma processuale, intessendo la trama di illuminanti flashback, trattando una materia da romanzo d’appendice con la chiave del giallo» (Melelli).
ore 21.00 La sfinge sorride prima di morire Stop Londra di Duccio Tessari (1964, 112′)
Un agente dei Lloyd di Londra è sulle tracce di una banda di rapinatori che ha compiuto una grossa rapina in una banca egiziana. L’agente sospetta che i ladri appartengano a una comitiva archeologica che sta effettuando degli scavi nella Valle dei Re. «Rispetto alla media dei “Bond all’italiana”, il film di Tessari risulta tutt’altro che un prodotto frettoloso o d’occasione: le scenografie naturali sono, per esempio, particolarmente valorizzate dall’ispirata fotografia di Franco Villa che “disegna” un Egitto abbacinante ed esotico, agevolato dalla grande quantità di esterni dal vero, in luogo degli interni “d’azione” e delle riprese di repertorio che sovente caratterizzano gli spionistici nostrani» (Melelli).
mercoledì 8
ore 17.00 Una pistola per Ringo di Duccio Tessari (1965, 99′)
Dopo aver svaligiato una banca, una banda di criminali si nasconde in un ranch. Ringo il pistolero (Giuliano Gemma), in cambio di una parte del denaro, accetta l’incarico ufficiale di recuperare il maltolto. «L’esordio di Tessari nel western all’italiana coincide con uno dei più grandi successi di pubblico del genere; Una pistola per Ringo, che pure si discosta non poco dai modelli leoniani, si segnala rispetto al prototipo Per un pugno di dollari per una maggiore autoironia, per un taglio da commedia che niente sacrifica all’azione» (Melelli).
ore 19.00 Il ritorno di Ringo di Duccio Tessari (1965, 92′)
A far fede al titolo, si potrebbe credere che Il ritorno di Ringo sia un seguito di Unapistola per Ringo; in realtà i due film, a livello di trama, non hanno punti in comune, al di là del nome del protagonista, in entrambi i casi interpretato da Giuliano Gemma. […] Duccio Tessari a Lorenzo De Luca ha spiegato il motivo per il quale i due film di Ringo sono così diversi: “Quando ho già fatto una cosa, non mi piace ripetermi. Tuttavia, siccome la produzione voleva il nome di Ringo a causa del successo del primo film, il titolo poteva far sembrare il lavoro un seguito del primo: invece ho pensato al ritorno di Ulisse di Omero, che non è certo una storia esilarante. Ne scaturì un film diverso dal primo, anche tecnicamente: uso frequente di lunghi obiettivi, frequenti primi piani, ecc… È che mi annoio a ripetermi, e cerco di variare ogni volta”» (Melelli).
ore 20.45 Incontro moderato da Marco Giusti con Andrea Busiri Vici, Sergio D’Offizi, Giovanni Lombardo Radice, Antonella Lualdi, Fabio Melelli
Nel corso dell’incontro sarà presentato il libro di Fabio Melelli Kiss Kiss… Bang Bang. Il cinema di Duccio Tessari.
a seguire Una voglia da morire di Duccio Tessari (1965, 91′)
«Una donna con il volto orrendamente sfigurato viene trovata morta, appena fuori da una locanda equivoca, investita da un’auto. Un commissario indaga nell’ambiente delle prostitute, nel frattempo due uomini sono in apprensione per le proprie mogli, in vacanza ad Arenzano, che non vedono e non sentono da molte ore. […]. Piuttosto sobrio nella messa in scena, spoglia ed essenziale, il film per gli argomenti trattati si impigliò nelle strette maglie della censura che di fatto ne decretarono la prematura scomparsa dai circuiti distributivi. In questo film Tessari affida il ruolo della protagonista ad Annie Girardot, all’epoca reduce dalle “scandalose” interpretazioni di Rocco e i suoi fratelli […] e soprattutto de La donna scimmia […]. Accanto alla Girardot, nel ruolo dei due mariti appaiono Raf Vallone e Alberto Lionello» (Melelli).
Proiezione a ingresso gratuito
giovedì 9
ore 17.00 Kiss Kiss… Bang Bang di Duccio Tessari (1966, 110′)
«L’aitante agente segreto Kirk Warren sta per essere impiccato con l’accusa di tradimento e per essersi intascato un milione di dollari, quando il suo superiore, il colonnello Smithson, l’agente Scott e il dirigente del Foreign Office Wilcox gli offrono l’occasione per riabilitarsi: recuperare la formula segreta di un metallo prezioso destinato alla fabbricazione di capsule spaziali, formula di cui si vuole impadronire l’ineffabile Mister X. […] Tessari con questo film si diverte a rendere ancora più iperboliche le vicende che occorrono allo 007 di turno; in sostanza applica allo spionistico lo stesso trattamento che aveva riservato al peplum con Arrivano i titani. L’eccesso è spinto fino al grottesco e tutto funziona all’insegna di un’estetica del ridondante, del reiterato understatement: si strizza l’occhio allo spettatore dell’epoca sommerso dalle varianti casarecce dell’agente di Ian Flaming» (Melelli).
ore 19.00 Per amore… per magia di Duccio Tessari (1967, 110′)
«Lo squattrinato Aladino si innamora a prima vista della bellissima Esmeralda, figlia del granduca di Forillari, promessa sposa del visconte di Pallerineri, un uomo ambizioso e infido molto più anziano della ragazza. […] Per amore… per magia non deve essere scambiato per un musicarello; infatti, pur essendo interpretato, nel ruolo del protagonista, da Gianni Morandi, all’epoca reduce dal successo dei film ispirati alle sue canzoni, è un vero e proprio musical. I momenti musicali sono infatti del tutto funzionali alla trama, non trovano compiute giustificazioni realistiche. Accanto a Morandi, l’attrice britannica Rosemarie Dexter […]. Inoltre, in un ruolo che è più di un cameo, quello della strega Alchesade, Tessari chiama Mina» (Melelli).
ore 21.00 Meglio vedova di Duccio Tessari (1968, 105′)
«Meglio vedova sembra quasi un clone rovesciato de La ragazza con la pistola di Mario Monicelli: lì era una siciliana a recarsi in Inghilterra e a scoprire costumi radicalmente diversi dai propri, qui è un britannico a scendere nel profondo sud dello Stivale e a rapportarsi con usanze anacronistiche e “medievali”. I moduli della commedia nera si integrano con quelli della satira di costume in un riuscito impasto narrativo e stilistico, nel quale si possono cogliere anche gli echi della Sicilia grottesca dei capolavori di Germi. […] Protagonista del film Virna Lisi, […] attrice completa, particolarmente versata nella commedia di cui possiede ritmi e toni, ma eccellente anche le registro drammatico […]. A fianco, […] Gabriele Ferzetti, nel ruolo di un padre diviso tra retaggi tradizionali e aneliti di modernità, mediati da un sano pragmatismo» (Melelli).
venerdì 10
ore 17.00 Quella piccola differenza di Duccio Tessari (1970, 91′)
Marino Marini è un industriale di cosmetici quarantenne. È al culmine del successo e trascorre le sue giornate fra gli hobby, la moglie Laura, il figlio di otto anni e le sue due amanti. Un giorno, mentre è in ufficio, riceve la telefonata del medico che lo ha visitato per effettuare delle analisi: il check-up ha dato strani risultati. «Il film, […] sorprende per le bizzarre soluzioni di regia, per le inquadrature eccentriche e l’ampio uso del grandangolo tesi a restituire lo “spaesamento” del protagonista, un uomo che è costretto a ridefinire la propria identità di genere…» (Melelli).
ore 19.00 Vivi o preferibilmente morti di Duccio Tessari (1969, 97′)
Due cugini dal carattere completamente diverso si trovano a dover convivere per poter riscuotere un’eredità, nel frattempo trascorrono il tempo cacciandosi in imprese, più o meno, oneste. «Un anno prima di Lo chiamavano Trinità di Enzo Barboni, Duccio Tessari realizza un film, Vivi o preferibilmente morti, che per certi versi sembra anticipare le gesta di Trinità e Bambino, i personaggi del film di Barboni, interpretati da Terence Hill e Bud Spencer. In un periodo in cui il western all’italiana era ancora particolarmente truce e violento, Tessari gioca la carta della commedia, partendo da un soggetto di Ennio Flaiano, che sceneggia insieme a Giorgio Salvioni. Per i due ruoli dei protagonisti, il produttore Turi Vasile gli mette a disposizione Giuliano Gemma, e il pugile Nino Benvenuti, all’apice della sua carriera sportiva, fresco di titolo mondiale» (Melelli).
ore 21.00 I bastardi di Duccio Tessari (1968, 102′)
È la storia di due fuorilegge, fratellastri, figli di una madre alcolizzata, che vogliono la stessa donna e il medesimo bottino. «Per la sua trasferta americana, Tessari decide di realizzare un noir molto violento, I bastardi, richiamando in servizio Giuliano Gemma e affiancandogli una delle grandi dive della Hollywood classica, Rita Hayworth, nel ruolo più estremo della sua carriera. Ambientato nel sud degli Stati Uniti in una scenografia naturale quasi da film western, il film mette in scena un doppio conflitto edipico, consegnando a Gemma uno dei personaggi più ambigui e sfaccettati della sua carriera e a Kinski il ruolo di un pazzo sanguinario che ne esalta le doti di sublime istrionismo» (Melelli).
sabato 11
ore 17.00 La morte risale a ieri sera di Duccio Tessari (1970, 98′)
«Amanzio Berzaghi, un maturo vedovo, che lavora come impiegato nella ditta di trasporti “Lavandero” si reca dal commissario Luca Lamberti per denunciare la scomparsa della figlia Donatella, una bellissima ragazza di venticinque anni con gravi problemi psichici e un’età mentale di pochi anni. […]. Tratto dal romanzo di Giorgio Scerbanenco, I milanesi ammazzano al sabato, La morte risale a ieri sera è un thriller con venature noir che si inserisce nel filone da poco inaugurato da Dario Argento, il cui capostipite L’uccello dalle piume di cristallo (1969) è di poco precedente» (Melelli).
ore 19.00 Una farfalla con le ali insanguinate di Duccio Tessari (1971, 99′)
Accusato dell’assassinio di una ragazza, Alessandro Marchi è in prigione; prima di essere processato viene tuttavia rimesso in libertà perché due delitti molti simili sono stati commessi mentre lui era dietro le sbarre. «Il film presenta tutto il campionario stilistico del regista; dalla panoramica a 180 gradi, nella scena dell’ultimo pranzo in casa Marchi, alla carrellata indietro che si allarga lateralmente a sinistra, nella scena con Marchi inquadrato dietro le sbarre in tribunale e in quella finale in cui la camera arretra» (Melelli).
domenica 12
ore 16.30 Tony Arzenta di Duccio Tessari (1973, 115′)
Nell’ambiente della criminalità organizzata un killer professionista decide di lasciare il giro, contrariati i capi decidono la sua morte, ma, per un tragico incidente, muore solo la famiglia dell’uomo, che si vendica spietatamente. «Tony Arzenta è uno dei risultati più alti della filmografia di Tessari, un noir che ha pochi eguali nella nostra cinematografia, merito anche dell’interpretazione impeccabile di Alain Delon, qui anche produttore» (Melelli).
ore 21.30 Viva la muerte… tua! di Duccio Tessari (1971, 112′)
Due banditi, evasi con la complicità di una giornalista (che li credeva rivoluzionari messicani), riescono a impadronirsi di un tesoro che poi finisce però nelle mani delle truppe regolari. I due si aggregano ai rivoltosi col solo scopo di recuperare il loro tesoro, ma… «Il quarto western di Duccio Tessari appartiene al cosiddetto filone del “tortilla western”un filone che ha avuto in Sergio Corbucci il suo cineasta di punta. […] Tessari vira maggiormente verso la comicità, […] ma il risultato è piacevole grazie anche a uno straordinario Eli Wallach» (Melelli).
lunedì 13
chiuso
martedì 14
ore 17.00 Uomini duri di Duccio Tessari (1974, 92′)
Negli Usa, un manesco parroco italo-americano e un ex poliziotto nero fanno luce su un misterioso omicidio commesso dalla mafia. «Per la trasferta americana di Uomini duri, Dino De Laurentiis mette a disposizione di Tessari un cast che strizza l’occhio al contemporaneo filone della “blaxploitation”, il poliziesco noir destinato al pubblico afroamericano, che aveva appena avuto in Shaft il detective il suo campione di maggiore successo» (Melelli). Con Lino Ventura, Isaac Hayes, Fred Williamson, William Berger.
ore 19.00 Gli eroi di Duccio Tessari (1973, 118′)
«Gli eroi è l’unico film bellico realizzato da Duccio Tessari, che peraltro stempera nella consueta ironia l’aspetto drammatico della guerra, privilegiando i toni della commedia avventurosa. Il film non è quindi avvicinabile alle omologhe pellicole sulla Seconda Guerra Mondiale degli specialisti Enzo G. Castellari e Umberto Lenzi, più interessati alla dimensione epica […]. Il produttore Alfredo Bini, per l’occasione, mette a disposizione di Tessari quello che probabilmente è il cast più prestigioso che abbia mai avuto, capitanato dai divi di Hollywood Rod Steiger e Rod Taylor, dalla star francese Claude Brasseur e da quella italiana Rosanna Schiaffino, passando per l’emergente figlio d’arte Miguel Bosè» (Melelli).
ore 21.15 L’uomo senza memoria di Duccio Tessari (1974, 93′)
«Senz’altro tra i più raffinati esempi di thriller all’italiana, L’uomo senza memoria è ricco di inquadrature particolarmente curate che si snodano lungo le strette vie della location di Portofino. Le stradine anguste della cittadina ligure sono i meandri del labirinto in cui si muove il protagonista, un uomo che deve riannodare i fili della perduta memoria. Anche L’uomo senza memoria, come i precedenti gialli di Tessari, è un film abbastanza poco apparentabile all’omologa produzione nazionale» (Melelli).
mercoledì 15
ore 17.00 Zorro di Duccio Tessari (1975, 126′)
«Seconda collaborazione tra Tessari e Delon, Zorro è senz’altro il migliore dei non pochi film italiani dedicati alle gesta dell’eroe mascherato, se non altro quello con il più alto valore produttivo e tasso spettacolare. […] Lo Zorro di Tessari ha un respiro epico e un taglio spettacolare notevoli, considerati generalmente gli scarsi mezzi a disposizione: alcune sequenze, come quella del mercato e quella del duello finale, hanno una grandiosità rara rivaleggiando con quelle dei grandi film hollywoodiani» (Melelli). Con Alain Delon e Ottavia Piccolo.
ore 19.15 Safari express di Duccio Tessari (1976, 98′)
«Safari express è una sorta di anomalia nella filmografia di Tessari: è infatti il sequel di un film, Africa express, diretto da un altro regista, Michele Lupo. E questo per un regista che amava sperimentare, cercando di evitare la riproposizione di formule logore è certamente singolare. Del film di Lupo, Tessari riprende praticamente tutto, dall’ambientazione in Rodesia ai tre protagonisti, Giuliano Gemma, Ursula Andress e lo scimpanzé Biba, passando per l’antagonista Jack Palance. Le location africane aggiungono al film una patina quasi documentaristica, contestualizzando in termini di spiccato realismo una vicenda comunque godibile nei suoi sviluppi narrativi» (Melelli).
ore 21.00 Tex e il signore degli abissi di Duccio Tessari (1985, 106′)
Tex Willer, aiutato dagli amici Kit Carson, un vecchio ranger, e Tiger Jack, un giovane guerriero Navajo, individua e sgomina una banda di rapinatori e trafficanti, che assale i trasporti d’armi dell’esercito americano per rivenderli ad una fra le più bellicose tribù indiane. «Nato come pilota di una serie televisiva, Tex e il signore degli abissi è un western atipico con forti venature fantastiche, in cui Tessari gioca abilmente con il linguaggio del fumetto, realizzando un film ricco di invenzioni figurative per quanto povero a livello di investimento economico» (Melelli). Con Giuliano Gemma e William Berger.
giovedì 16
ore 17.00 C’era un castello con quaranta cani di Duccio Tessari (1989, 95′)
Bob, un manager milanese, vive con una piacente vedova, Giovanna, e col figlio di lei, il piccolo Tom, al quale è molto affezionato. Alla morte di una lontana zia contessa, Bob eredita un antico castello in Toscana, e vi si reca con Giovanna e Tom, per venderlo al più presto, anche perché il notaio locale, Renzoni, lo ha spaventato, parlandogli della cifra necessaria per la tassa di successione. Ma i tre restano affascinati dalla bellezza della campagna e del castello, e Tom è subito entusiasta di due grossi cani, che fanno parte dell’eredità. «Duccio Tessari prende congedo dal grande schermo con un film per ragazzi, intriso di valori animalisti ed ecologisti, dove può finalmente esternare tutta la sua passione per il migliore amico dell’uomo» (Melelli).