LItalia si racconta. Ore 21.00
02 Aprile 2013 - 02 Aprile 2013
Il progetto dell’Anec Lazio, denominato L’Italia si racconta, nasce in collaborazione con Cinecittà Luce e prevede la diffusione e promozione di una ristretta selezione di documentari contemporanei, tra i più premiati agli ultimi festival, in esclusiva nelle sale associate del Lazio per sei appuntamenti, uno al mese, da marzo ad agosto. Dopo Anija – La nave di Roland Sejko, presentato a marzo, è la volta di Terramattadi Costanza Quatriglio. Prossimi appuntamenti al Cinema Trevi sono: il 7 maggio L’ultimo pastore di Marco Bonfanti e il 4 giugnoMonicelli. La versione di Mario di Mario Canale, Felice Farina, Mario Gianni, Wilma Labate, Annarosa Morri. Gli ultimi due appuntamenti, non previsti al Cinema Trevi, sono: il 2 luglio Il corpo del duce di Fabrizio Laurenti e il 6 agosto Mussolini e Hitler. L’opera degli assassini di Jean-Christophe Rosé.
ore 21.00
Terramatta. Il Novecento italiano di Vincenzo Rabito analfabeta siciliano (2012)
Regia: Costanza Quatriglio; soggetto e sceneggiatura: Chiara Ottaviano e Costanza Quatriglio; fotografia: Sabrina Varani; musica: Paolo Buonvino; montaggio: Letizia Caudullo, voce narrante: Roberto Nobile; origine: Italia; produzione: Cliomedia Officina e Cinecittà Luce; durata: 74′
Una sinfonia di paesaggi di oggi e di ieri, filmati d’archivio e musiche elettroniche, terre vicine e lontane. Una lingua inventata, né italiano né dialetto, musicale ed espressiva come quella di un cantastorie. Nato nel 1899, l’analfabeta siciliano Vincenzo Rabito racconta il Novecento attraverso migliaia di fitte pagine dattiloscritte raccolte in quaderni legati con la corda. Dall’estrema povertà al boom economico, è un secolo di guerre e disgrazie, ma anche di riscatto e lavoro. Il punto di vista inedito è quello di un ultimo che, scrivendo la propria autobiografia, rilegge la storia d’Italia in una narrazione appassionata e travolgente che emoziona e commuove, obbligando a fare i conti con verità contraddittorie e scomode. Vincenzo Rabito, dopo una vita da analfabeta, ha inventato una lingua e lasciato un’autobiografia di oltre mille pagine. Le sue memorie sono state premiate nel 2000 a Pieve Santo Stefano nel concorso diaristico nazionale. Giulio Einaudi Editore le ha pubblicate con il titolo Terra matta facendone uno straordinario caso editoriale. «Nel realizzare Terramatta; ho accettato la sfida di mostrare ciò che non si vede, di filmare il fuori campo, l’invisibile, per rispettare, anzi esaltare, la potenza evocativa del testo. In questo modo ho cercato nell’oggi le tracce di ieri, filmando i luoghi come fossero abitati dal narratore. Muretti a secco e trazzere sono diventati mondi da rivestire di parole che, per il solo fatto di scorrere dentro flussi di proiezioni notturne, sembrano sbucare da una vecchia pellicola diventando esse stesse un ricordo. Terramatta è quindi un film in soggettiva, che assume il punto di vista di Vincenzo Rabito: lui andava a piedi ovunque e io ho filmato le strade pensando a come le solcava lui. Strade lunghe e polverose, vicoli dolci e silenziosi. Un incedere ostinato e solitario, proprio come il ticchettio della sua macchina da scrivere (Quatriglio).
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