La famiglia dal Novecento ai giorni nostri tra cinema e psicoanalisi
14 Aprile 2012 - 14 Aprile 2012
Cinema e psicoanalisi hanno diversi punti in comune: nati e sviluppatisi nello stesso periodo storico, hanno continuato ad influenzare, con la propria ricerca, la cultura e l’arte da versanti diversi. Anche se il cinema non ha un presupposto terapeutico, alcuni aspetti della sua indagine hanno, tra l’altro, la capacità di stimolare e mettere in luce talune dinamiche psichiche, nascoste alla coscienza dello spettatore, in questo avvicinandosi alla ricerca e alla pratica psicoanalitica. I film hanno, d’altronde, modalità espressive affini a quelle dei sogni e dell’immaginario, utilizzando quel registro iconico che la Psicoanalisi indaga quale livello fondamentale per la simbolizzazione psichica e la pensabilità. Partendo da un incontro fecondo d’interessi la Società Psicoanalitica Italiana e il Centro Sperimentale di Cinematografia hanno da alcuni anni avviato delle iniziative comuni, tra cui il ciclo “Cinema/Psicoanalisi”, articolato con delle proiezioni mensili al cinema Trevi. Dopo che negli scorsi anni si è messo l’accento sulla figura del padre e alcuni aspetti del femminile, nel 2012 sarà il tema della famiglia al centro delle proiezioni e dei dibattiti. Le vicissitudini e le dinamiche familiari hanno da sempre interessato e investito le riflessioni non solo psicoanalitiche, ma anche sociologiche, storiche e antropologiche. La ricerca psicoanalitica, nel suo studio a fini terapeutici dei livelli profondi della psiche, ha focalizzato nell’evoluzione dei rapporti familiari la matrice di molti disturbi mentali (basti ricordare, a tale proposito, la centralità del triangolo edipico), da qui l’interesse e il progetto di un ciclo di proiezioni che copra un periodo che va dalla fase tra le due guerre fino ai nostri giorni, capace di mettere l’accento sull’evoluzione e i cambiamenti della e nella famiglia, aldilà di talune dinamiche che ne costituiscono il nucleo fondante. Verranno proiettati film dei più importanti registi italiani che hanno contribuito ad approfondire nel tempo il tema della famiglia. Parteciperanno agli incontri, introdotti e coordinati da Fabio Castriota, Presidente del Centro Psicoanalitico di Roma, diversi registi, critici e psicoanalisti della Società Psicoanalitica Italiana.
ore 17.00
Anima persa (1977)
Regia: Dino Risi; soggetto: dal romanzo Un’anima persa di Giovanni Arpino; sceneggiatura: Bernardino Zapponi, D. Risi; fotografia: Tonino Delli Colli; scenografia e costumi: Luciano Ricceri; musica: Francis Lai; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Vittorio Gassman, Catherine Deneuve, Danilo Mattei, Anicée Alvina, Ester Carloni, Michele Capnist; origine: Italia/Francia; produzione: Dean Film, Les Productions Fox Europa; durata: 102′
«Film da focolare, che tenta di vincere i brividi dell’inverno con le ombre d’una fantasia sinuosa ma lascia aperta la porta alle spalle perché spifferi di paura vi gelino la schiena. Un thriller all’antica, che evoca aure putrescenti (Venezia!) e utilizza vecchi arnesi del giallo (topi, cigolii, ragnatele…) per rinfrescare il mito del dottor Jekyll e ripetere il gioco della doppia e tripla verità. Se preferite, un Dino Risi che sterzando dalla commedia satirica al film del terrore confida, in fraterna emulazione, al Diario d’uno schizofrenico la sua seconda nascita. Che ha da essere tanto inquietante, gotica e mitteleuropea, quanto la prima fu festosa, ironica e mediterranea. […] Sceneggiato da Bernardino Zapponi e Dino Risi, il romanzo di Giovanni Arpino che ispira il film non è tutto riconoscibile (l’azione è trasferita da Torino a Venezia e una figura è nuova di zecca), ma questo importa meno dello sforzo che Risi ha compiuto per staccarsi dai suoi modi brillanti ancor più di quanto già fece con Profumo di donna e per continuare su una tastiera diversa la sua critica sociale. Sforzo sincero e meritorio» (Grazzini).
ore 19.00
Brutti sporchi e cattivi (1976)
Regia: Ettore Scola; soggetto: Ruggero Maccari, E. Scola; sceneggiatura: Rugge Maccari, E. Scola; consulenza ai dialoghi: Sergio Citti; fotografia: Dario Di Palma; scenografia: Luciano Ricceri, Franco Velchi; costumi: Danda Artona; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Raimondo Crociani; interpreti: Nino Manfredi, Linda Moretti, Francesco Anniballi, Maria Bosco, Giselda Castrini, Ettore Garofolo; origine: Italia; produzione: Compagnia Cinematografica Champion; durata: 116′
Grottesco e crudele ritratto del sottoproletariato romano, abbrutito dalla povertà e dall’indigenza e caratterizzato da un’amoralità irrecuperabile frutto del bisogno, il film è ambientato in una delle ormai famigerate baraccopoli romane. Giacinto, interpretato da Nino Manfredi, vive con la sua numerosa famiglia in una delle baracche. L’uomo, brutale violento, ha ricevuto un milione di lire di risarcimento per aver perso un occhio in un incidente sul lavoro. Non volendolo condividere con nessuno, deve difenderlo e difendersi dai suoi stessi familiari. «In questo notevole film, l’insistenza sui particolari fisici laidi e ripugnanti potrebbe addirittura far parlare di un nuovo estetismo in accordo coi tempi, che viene ad aggiungersi ai tanti già defunti: quello del “brutto”, dello “sporco” e del “cattivo”. Comunque siamo in un clima piuttosto di contemplazione apatica che di intervento drammatico. Nino Manfredi ha creato con straordinaria misura e sottigliezza un personaggio memorabile» (Moravia).
ore 21.00
Relazione della psicanalista Fabrizio Rocchetto e incontro moderato da Fabio Castriota con Ettore Scola e Ennio Bispuri
a seguire
La circostanza (1974)
Regia: Ermanno Olmi; soggetto e sceneggiatura: E. Olmi; fotografia: Elvidio Burattini; scenografia: Ettore Lombardi; montaggio: E. Olmi; interpreti: Ada Savelli, Gaetano Porro, Raffaella Bianchi, Mario Sireci, Barbara Pezzuto, Massimo Tabak; origine: Italia; produzione: Rai, E. Olmi, Ital-Noleggio Cinematografico; durata: 96′
Alcune circostanze casuali modificano gli atteggiamenti e la vita dei componenti della famiglia Liberti. Laura, la madre, presta cure materne a un ragazzo, rimasto vittima di un incidente stradale. Il marito, l’ingegnere, viene licenziato, in seguito allo svecchiamento del personale. La figlia sedicenne Silvia, al mare, fa amicizia con un ragazzo cieco che le infonde una serenità a lei sconosciuta. Il fratello di Silvia, Tommaso è sempre indaffarato a provare piccoli congegni elettronici. Mentre il fratello maggiore è sposato con Anna che è incinta. «De La circostanza ho soprattutto in mente quella specie di sensazione da chiromante, che guarda nella palla di vetro, che ti fa vedere cosa sarà il tuo futuro. Tutto il momento della lavorazione è stato vissuto come una specie di messa in fila di determinati comportamenti di questa famiglia, che corrispondevano a una realtà non immaginata» (Olmi).
Ingresso gratuito