La sottile linea rosa 3: appuntamenti con il cinema delle donne. Omaggio a Rosalia Polizzi
29 Febbraio 2012 - 29 Febbraio 2012
Dopo i successi della prima e della seconda edizione della rassegna, curate da Maria Coletti e dedicate nel 2006 e nel 2007 a una carrellata lungo trent’anni di cinema italiano al femminile, riallacciamo il filo con la produzione cinematografica italiana realizzata dalle donne, in una ipotetica “controstoria” del cinema italiano, attraverso figure di registe o attrici che vogliamo ricordare e (ri)vedere. Gli appuntamenti mensili, a cura di Maria Coletti e Annamaria Licciardello, vogliono tessere una sorta di storia sotterranea, che possa rendere conto, pur con le inevitabili lacune, di ciò che è stato prodotto in questi anni dalle donne, attraverso le mille tematiche affrontate, e i molti stili che le riflettono: il corpo, la memoria, la storia, il paesaggio italiano e le trasformazioni sociali e familiari, le piccole e grandi resistenze. Una molteplicità di sguardi e di riflessioni sul cinema e sulla realtà italiana che trova un corrispettivo linguistico anche nella varietà dei formati, dalla pellicola al video, dalla finzione al documentario.
L’appuntamento di febbraio vuole rendere omaggio alla regista italo-argentina, ex allieva del Centro Sperimentale di Cinematografia, Rosalia Polizzi, da poco scomparsa. «La storia delle donne in Italia e del femminismo non può essere studiata senza la conoscenza dell’opera e dei film di questa regista. Rosalia Polizzi è stata una testimone e una interprete molto attenta del movimento femminista, ne ha raccontato le lotte e le conquiste e ha contribuito a far conoscere e a diffondere il pensiero delle donne. I suoi film documentari, degli anni settanta in particolare, sono stati citati, con il riuso di alcuni brani, in diversi film successivi, da una nuova generazione di giovani registe per le loro opere sul tema della condizione femminile. Citiamo in particolare Alina Marazzi e Silvia Savorelli» (AAMOD).
ore 17.00
Riconciliati (2000)
Regia, soggetto e sceneggiatura: Rosalia Polizzi; fotografia: Giovanni Battisti Marras; musica: Simone De Santis, Remo Fiore; montaggio: Paolo Benassi; interpreti: Veronica Visentini, Giovanni Vettorazzo, Paola Pitagora, Vittorio Viviani, Beatrice Palme, Ana Valeria Dini; formato: 35 mm; origine: Italia; produzione: Technovisual; durata: 96′
In un lungo weekend si ritrova un gruppo di amici, eterogenea rappresentanza degli ultimi venticinque anni della sinistra italiana. Alcuni di loro non si vedono da tempo, l’occasione dell’incontro è l’uscita dal carcere di un ex amico e compagno, accusato dell’uccisione di un giudice negli anni ’80. Roberto Ferro è in libertà condizionata e vuole sapere chi, fra i suoi compagni di un tempo, l’ha denunciato. «Riconciliati, il secondo lungometraggio di Rosalia Polizzi, a sei anni di distanza dal precedente Anni ribelli, è nella sezione Panorama del Festival di Berlino. Il film narra la fine di una passione politica e il suo riconciliarsi in qualche modo, non esente da conflittualità, con la perdita del sogno. È la storia di un contrasto generazionale tra genitori ex sessantottini e figli adolescenti nell’era veloce della tecnologia. È un mettere a confronto due stili di vita divisi da una manciata d’anni che hanno spazzato via ogni utopia, prima tra tutte quella del socialismo. È la vita vera di molti cinquantenni d’oggi rimasti incastrati nell’illusione/delusione dei credo degli anni settanta, e mai cresciuti sopra. Un po’ bambini, a volte più dei loro figli, cui non hanno dato regole per spirito di libertà e che sono cresciuti senza una precisa identità. […] Due generazioni a confronto, una incastrata nei sogni che ha generato l’altra, senza identità. Riconciliarsi sembra un’utopia» (Beatrice Rutiloni, AAMOD).
ore 19
Anni ribelli (1994)
Regia e soggetto: Rosalia Polizzi; sceneggiatura: R. Polizzi, Mario Prosperi; fotografia: Juan Carlos Lenardi; montaggio: Alfredo Muschietti; costumi: Michela Gisotti; musica: Luis bacalov; scenografia: Santiago Elder; interpreti: Leticia Bredice, Massimo Dapporto, Alessandra Acciai, Adelaide Alessi, Eva Burgos, Juan Cruz Bordeau; produzione: Rosanna Seregni per Sintra (Roma), Eduardo Nunez per Division Productiones (Buenos Aires); origine: Italia/Argentina; formato: 35 mm; durata: 108′.
Nella Buenos Aires del 1955, quando cadde Peron, l’adoelscente Laura cerca di sfuggire all’abbraccio soffocante della famiglia siciliana e al rapporto di amore-odio verso il padre, attraverso la cultura, l’amore per il teatro e il cinema e l’impegno politico. Fortemente autobiografica e densa di citazioni, l’opera prima della Polizzi tratteggia un’educazione sentimentale al femminile che si realizza attraverso l’uccisione metaforica del padre e insieme verso la riscoperta delle proprie radici italiane. «”Far l’America e tornare: questo pensavamo in tanti, invece siamo qui…” è la romantica canzone (in do minore) alla radio, canzone di successo scritta dallo zio della protagonista, la sedicenne Laura, interpretata da Leticia Bredice, una rivelazione per lo schermo. Sono suoi gli anni ribelli dell’adolescenza, vissuti al limite degli anni Cinquanta. […] Rosalia Polizzi (coautrice anche delle canzoni della colonna sonora, accanto ai tango di Pugliese) regista di vasta esperienza televisiva ha raccontato qualcosa di sé e dei suoi ricordi, anche lei nata in Argentina e poi arrivata in Italia con una borsa di studio e diplomata al Centro sperimentale. […] Cade Peron, i capi di esercito e marina prendono il potere e negli stessi giorni muore il padre: lei resta impietrita vedendolo morire senza muoversi per dargli le sue medicine, è come la liberazione da un incubo. Più declina il padre, più lei diventa grande e sicura, con la sua morte inizia la sua vita e si prepara al grande viaggio verso l’Italia. In quella casa di tante donne dove un solo uomo tiene in pugno diverse vite abbiamo la visione un po’ anacronistica ma neanche tanto lontana di un autentico maschio latino vecchio stile accanto al ricordo di gesti precisi (la nonna che spreme il succo di limone nell’acqua e parla una lingua antica), il lavoro di sarti in casa che padre e nonna eseguono con abilità, le feste di famiglia. L’atmosfera della casa e del film mantiene il tono di dolcezza che solo il ricordo e la riconciliazione possono concedere» (Silvana Silvestri, Associazione Lucrezia Marinelli. Archivioteca di film a regia femminile).
ore 21
I cortometraggi
In collaborazione con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
(Ingresso gratuito)
Da bravi amici (1964)
Regia e soggetto: Rosalia Polizzi; fotografia: Carlo Tafani; scenografia: Gisella Longo; aiuto regia: Franco Brocani; interpreti: Luigi Pierdominici, Nanni Loy; origine: Italia; produzione: CSC; formato: 35 mm, b/n; durata: 8′.
Short del II anno del corso al CSC, questa esercitazione è stata realizzata in due giorni, il 13 e 14 aprile 1964.
Il solito intellettuale che vuol troncare una relazione con una ragazza molto giovane e non trova le parole.
La donna è cambiata l’Italia deve cambiare (1976)
Copia per gentile concessione dell’AAMOD
Regia: Rosalia Polizzi; testo: Bianca Bracci Torsi, Raffaella Fioretta; fotografia: Mario Barsotti; montaggio: Carla Simoncelli; voce narrante: Gabriella Genta; origine: Italia; formato: 16 mm, b/n e colore; durata: 33′.
Documentario realizzato per la campagna elettorale del 20 giugno 1976 dedicato ai problemi delle donne e quindi rivolto all’elettorato femminile. E’ costituito prevalentemente di interviste con donne sui problemi centrali della questione femminile: il voto, le pari opportunità, l’occupazione, l’aborto, i loro diritti e cosi’ via. E’ montato poi con importanti immagini di repertorio sulle lotte delle donne e delle manifestazioni da loro condotte; vi sono anche repertori relativi alle elezioni del 1946 (dove vinse la Repubblica) con Palmiro Togliatti al voto; una manifestazione per l’avanzamento del PCI alle elezioni del 15 giugno 1975 in cui Enrico Berlinguer tenne un comizio.
Madre ma come? (1977)
Copia per gentile concessione dell’AAMOD
Regia: Rosalia Polizzi; fotografia: Paolo D’Ottavi, Maurizio Dell’Orco; montaggio: Laila Cella; origine: Italia; produzione: Unitelefilm; formato: 35 mm, colore; durata: 34′.
Il documentario, attraverso testimonianze di donne, racconta la difficoltà di realizzare una maternità serena e consapevole in relazione a problemi quali la salute, il lavoro, gli asili nido, la contraccezione, l’aborto. Il film è interamente costruito sulla base di testimonianze raccolte in varie parti d’Italia e in varie situazioni: una fabbrica occupata da donne operaie, un asilo nido, un consultorio, la corsia di un reparto maternità. La vicenda di una emblematica maternità fa da filo conduttore all’inchiesta. Il documentario vuole anche stimolare una maggiore presa di coscienza del rapporto uomo-donna affinché diventi veramente un rapporto paritario.
Madri e figli (1977)
Copia per gentile concessione dell’AAMOD
Regia: Rosalia Polizzi; fotografia: Paolo D’Ottavi; montaggio: Laila Cella; musica: Sergio Pagoni; voce narrante: Gabriella Genta; origine: Italia; produzione: Unitelefilm; formato: 35 mm, b/n; durata: 13′.
Documentario sul rapporto tra madri e figli, sull’aborto e sulla natalità, sul diritto alla scuola per i bambini. Il complesso problema della condizione della donna nella società d’oggi è affrontato dal film, in particolare quello della maternità in rapporto ai servizi sociali: consultori, ambulatori, asili nido, scuole materne.