Milano trema ancora!
24 Gennaio 2016 - 24 Gennaio 2016
Milano trema ancora: la giustizia ha le ore contate è un omaggio a un filone d’oro del cinema italiano, che prese piede proprio nel capoluogo lombardo con Banditi a Milano, nel 1968. E dalla plumbea Milano anni Settanta rispuntano fuori due gemme del genere: il violentissimo Milano odia: la polizia non può sparare di Umberto Lenzi e il politicamente scorretto Milano trema: la polizia vuole giustizia di Sergio Martino. Quando il cinema italiano era metropolitano e ogni città un milieu inconfondibile…
ore 17.00 Milano odia: la polizia non può sparare di Umberto Lenzi (1974, 97′)
«Sulla carta, Giulio Sacchi – capello lungo, occhiali scuri e tic assortiti – è un incrocio tra l’Andrew Robinson di Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! e il Tony Musante di New York ore 3: l’ora dei vigliacchi, ma nelle mani dell’attore cubano diventa qualcosa di più: l’impersonificazione di un furore ancestrale e assoluto, un outsider destabilizzante che calpesta le regole del vivere civile. È per questo che Giulio Sacchi fa paura e ribrezzo: non (solo) perché uccide senza distinzione vecchi e giovani, donne e bambini, ma per l’impudenza con cui si fa beffe delle vittime, anche dopo la morte, come se fosse l’insulto, e non il piombo, a dar loro il colpo di grazia. Come tanti altri, è deciso a prendersi con la forza una parte di quel benessere da cui si sente escluso. […] A dispetto degli strali della critica, che tira al bersaglio sul film e sullo stesso Milian, Milano odia: la polizia non può sparare è un film solido, capace di filtrare gli umori del periodo in un racconto cinematografico gagliardo e di creare personaggi che si imprimono nella memoria. […]. Rispetto alle atmosfere del precedente Milano rovente, Lenzi adotta un tono più aspro, senza alcuna tentazione crepuscolare. […] Milano odia: la polizia non può sparare è […] un nero metropolitano, che aggiorna, il modello della “belva umana” in un contesto sociale credibile» (Curti). Con Tomas Milian, Henry Silva, Laura Belli, Gino Santercole, Mario Piave, Ray Lovelock.
ore 19.00 Milano trema: la polizia vuole giustizia diSergio Martino (1973, 103′)
«Nella Milano dei tempi di Calabresi, Luc Merenda è un ispettore radiato dalla polizia per i suoi metodi sbrigativi e per il suo anticomunismo. Ma seguita a lottare contro i malviventi e scopre un giro capeggiato da un alto funzionario della Questura e da un editore fascista. I due cercano di corromperlo perché vada dalla loro parte, ma Merenda spara. Verina Glassner al tempo sul “Monthly Film Bulletin” lo bollò di fascismo alla Callaghan facendo notare certe battute di Merenda sugli anarchici e sui comunisti. Per far parlare una ragazza le mostra la foto di una donna incinta morta commentata da un terribile “Ti piace l’inizio della rivoluzione? Non è certo una gran bella bandiera per il Cremlino”. […] La risposta del tempo di Martino: “Sono stato tra i primi a fare un film sulla polizia, un film che conteneva anche dei riferimenti all’attualità, al caso Calabresi. Ma il valore politico di questi film è sempre abbastanza relativo, hanno sempre una matrice qualunquista, di destra, cioè si vede il poliziotto, il commissario che in uno stato democratico è molto limitato, non gli vengono dati mezzi adeguati. E allora cerca di farsi giustizia da sé e ci riesce”» (Giusti). Con Luc Merenda, Richard Conte, Silvano Tranquilli, Carlo Alighiero, Martine Brochard.
ore 21.00 Incontro con Franz Rotundo, Rocco Alvaro, Bruno Dallavalle, Fabrizio Maddalena
a seguire Milano trema ancora: la giustizia ha le ore contate di Franz Rotundo (2015, 60′)
L’ispettore burbero e dai metodi non convenzionali è Leonardo Piazza (Manfredi Pedone), che si trova a fare i conti con la morte di un informatore della polizia. Un’indagine che lo porta nel giro del gioco d’azzardo e dei doppiogiochisti scoprendo che le apparenze ingannano anche uno scafato tutore della legge come lui.Milano trema ancora: la giustizia ha le ore contate segue i canoni classici dell’età dell’oro dei poliziotteschi con riferimenti alle location meneghine e ai dialoghi che hanno reso immortali le pellicole degli anni Settanta. Il film, prodotto da I Teatrabili e diretto da Franz Rotundo, vede la partecipazione di attori già protagonisti di progetti dell’associazione culturale di Rozzano e di volti noti del cinema e della tv, come Massimo Costa (Camera Cafè), Gianluca “Scintilla” Fubelli (Colorado Cafè, House of Gag) e la partecipazione straordinaria di Marcello Arnone (Malizia 2000, La fuga dell’innocente, La piovra).