Pasquale Festa Campanile, un autore popolare
03 Maggio 2016 - 04 Maggio 2016
Il 25 febbraio 1986 si spegneva a Roma Pasquale Festa Campanile. Nacque a Melfi il 28 luglio 1927. «Si trasferì, giovanissimo, a Roma, dove, ancor prima di laurearsi in giurisprudenza, iniziò una brillante pratica di scrittore e giornalista: a cominciare dalla metà degli anni Quaranta, apparvero alcuni suoi racconti su pubblicazioni specialistiche, e, dal 1947, fu redattore della rivista La Fiera letteraria. Non tardarono ad arrivare i riconoscimenti per queste attività, come il premio letterario La Caravella, ricevuto nel 1948, e il Marzotto per il giornalismo, vinto tre anni più tardi. Nello stesso periodo lavorò anche per la radio e, in anni successivi, per la televisione. Il suo esordio cinematografico, come cosceneggiatore di Faddija (La legge della vendetta, regia di R. Montero), avvenne nel 1949 e rimase un episodio isolato fino al 1955, quando scrisse, in collaborazione con M. Franciosa, Gli innamorati(regia di M. Bolognini), che fu insignito del Nastro d’argento. Subito dopo, ancora con Franciosa, vi fu la sceneggiatura del film campione d’incassi della stagione 1956-57, Poveri ma belli (regia di D. Risi), un successo che sancì il definitivo riconoscimento di una delle coppie di sceneggiatori più significative e prolifiche del cinema italiano, il cui sodalizio sarebbe durato fino alla metà degli anni Sessanta. […] Contemporaneamente, il F. pubblicò il primo romanzo, La nonna Sabella (Milano 1957), che resta fra i suoi più belli e per il quale ottenne il premio Re degli amici e il Corrado Alvaro. […] Sul versante cinematografico, dopo la collaborazione alle sceneggiature di alcuni capolavori di L. Visconti – come Rocco e i suoi fratelli (1960), Nastro d’argento per la sceneggiatura, e Il gattopardo (1963) – e di importanti opere del cinema italiano degli anni Sessanta – fra le quali L’assassino(regia di E. Petri, 1960), Le quattro giornate di Napoli (regia di N. Loy, 1962), Una storia moderna: l’ape regina (regia di M. Ferreri, 1963) -, giunse l’esordio registico, Un tentativo sentimentale, del 1963, diretto insieme con Franciosa […]. Ancora in coppia con Franciosa fu la direzione dell’opera seconda, Le voci bianche (1964), ricognizione leggera e mai volgare nel mondo romano del teatro lirico settecentesco e dei suoi cantori evirati. A partire dal successivo La costanza della ragione (1965), tratto dell’omonimo romanzo di V. Pratolini, il F. fu l’unico regista dei propri film, percorrendo un itinerario contraddistinto dall’intensità realizzativa e dal successo popolare. Le sue opere lo definiscono come artigiano corretto, abile e provveduto, esponente stimato del cinema leggero di media confezione» (Guglielmo Moneti). Secondo Andrea Pergolari: «La critica non lo ha mai amato, troppo distante dai suoi orizzonti culturali; il pubblico sì, tanto da farne “il regista miliardo”. Festa Campanile non racconta direttamente la realtà politica, non professa proponimenti ideologici, non esprime giaculatorie morali, ma vive pienamente nel suo tempo e sa rappresentarlo con le armi della commedia, del paradosso, della favola, addirittura. È un narratore franco, svelato, senza secondi fini, come non ne esistono più, nella letteratura e nel cinema italiani».
martedì 3
ore 17.00 Gegé Bellavita di Pasquale Festa Campanile (1979, 106′)
A Gennarino (Flavio Bucci) il lavoro non piace. È sempre disoccupato. In compenso ha una enorme dote: quella di possedere delle qualità virili eccezionali. Le donne se lo contendono e nel popoloso quartiere di Napoli le sue prestazioni fisiche sono sulla bocca di tutti. Quale sarà la reazione della gelosissima moglie Agatina (Lina Polito)? Tutt’altro che normale. Ella infatti organizza all’insaputa del marito, una serie di appuntamenti, facendosi pagare profumatamente.
ore 19.00 Come perdere una moglie… e trovare un’amante di Pasquale Festa Campanile (1978, 98′)
Il signor Alberto Castelli (Johnny Dorelli) è l’annoiato dirigente della ditta romana “Il latte di salute” che, di ritorno nella propria magione prematuramente, trova la moglie americana in compagnia dell’idraulico. Rimasto solo, il marito tradito si sottopone alle cure dello psicanalista dr. Rossini (Felice Andreasi) che lo spedisce in Val Malenco, presso la baita dei coniugi Anselmo (Carlo Bagno) e Anita (Elsa Vazzoler). Eleonora Rubens (Barbara Bouchet), invece, è una giovane donna con la quale il Castelli si è scontrato in automobile e in ospedale, gettando le basi di una rivalità mortale. Invece anche la appariscente olandese viene mandata dallo stesso dr. Rossini tra le nevi di Val Malenco. I due cuori solitari sono destinati a incontrarsi, ma non senza numerosi equivoci.
ore 21.00 Manolesta di Pasquale Festa Campanile (1981, 96′)
Gino Quirino (Tomas Milian) non ha un lavoro, abita in un barcone, fa il ladro di professione, ma lui dice che ladro non è. Vive con Bruno (Paco Cardini), un ragazzino di sette anni, risultato di una travolgente relazione con una turista scomparsa fra le brume del nord. Al bambino gli ha fatto da padre, madre, balia; non gli fa mancare nulla: cibo di prima scelta, abitini sempre nuovi, giocattoli, il tutto “prelevato” dove capita. Parte un’inchiesta. È affidata alla dottoressa Angela (Giovanna Ralli). «Non v’è dubbio che i nobili sentimenti di un padre possano albergare nell’animo di un fiumarolo e Tomas Milian sembra convinto nel ricordarcelo. Basta questo per conferire alla commediola una dignità che non esisteva nelle poliziesche imprese del maresciallo barbone noto come “Monnezza”» («Segnalazioni cinematografiche»).
mercoledì 4
ore 16.30 Un povero ricco di Pasquale Festa Campanile (1983, 92′)
Eugenio (Renato Pozzetto), industriale quarantenne, pur navigando economicamente con il vento in poppa, vive un’angoscia particolare: un possibile “crack”. Non rimane che da allenarsi fin d’ora a vivere povero. Diventa barbone. Conosce Stanislao, uno che è barbone di professione, che lo introduce nell’ambiente e gli insegna tutti i trucchi del mestiere. Vediamo Eugenio fare il giro delle trattorie per farsi dare gli avanzi, dormire nei sottoscala, nelle sale d’aspetto della stazione, ispezionare i resti dei mercati rionali, riciclare le immondizie, inventarsi insomma tanti espedienti per poter sfangare la giornata. Un giorno conoscerà Marta (Ornella Muti), una bellissima ragazza che abita in una chiatta sul fiume e vive alla giornata. Eugenio se ne innamora follemente e decide di vivere per sempre sulla chiatta con lei. Da povero o da ricco?
ore 18.30 La nonna Sabella di Dino Risi (1957, 89′)
«L’autoritaria Sabella (Pica) impedisce da anni il matrimonio tra la succube sorella Carmelina (Palumbo) e il timido don Emilio (De Filippo), mentre vorrebbe organizzare quello tra il nipote Raffaele (Salvatori) ed Evelina (Como), la figlia dei ricchi coniugi Mancuso (Stoppa e Mascetti), anche se il giovane preferisce la bella postina Lucia (Koscina). Piccolo monumento alla comicità di Tina Pica, perfetta nel tratteggiare una inarrestabile vecchietta dai furori “garibaldini”, quintessenza del più protervo matriarcato nazionale. La sceneggiatura di Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Ettore Giannini e Risi (a partire dall’omonimo romanzo di Festa Campanile) non esce dal bozzettismo strapaesano, ricco però di una ingenua malizia popolaresca e di alcune irresistibili situazioni comiche (la partita a tresette dai Mancuso con il prete [Rascel]e il “fatto compiuto” messo in atto da Carmelina e Salvatore)» (Mereghetti).