Per la serie Cinema e psicoanalisi, incontro con David Emmer e Lidia Tarantini
03 Ottobre 2015 - 03 Ottobre 2015
ore 21.00 Incontro moderato da Fabio Castriota con David Emmer, Lidia Tarantini
a seguire Così ridevano di Gianni Amelio (1998, 128′)
«Un film, diciamolo subito, con due anime. La prima, che chiameremo un po’ rozzamente “sociale”, è il grande affresco popolare sui giovani del Sud che affrontavano il viaggio al Nord in cerca di lavoro; un tema che racchiude in sé le principali contraddizioni del nostro dopoguerra, e per il quale Amelio confessa di avere avuto come Bibbia il saggio di Goffredo Fofi L’emigrazione meridionale a Torino. Il secondo, che è invece estremamente intimo, è il rapporto fra i due fratelli Scoria, Giovanni e Pietro: e qui, dall’affresco si passa al ritratto in primissimo piano, grazie al quale Amelio scava con maestria in un’atmosfera familiare dove i silenzi contano assai più delle parole. Quando si parla di emigrazione e di fratelli, non può non venire in mente un titolo: Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti. Ma se quello di Visconti era un grande romanzo, forse il grande romanzo che la letteratura italiana di quegli anni non ha avuto, Così ridevano di Amelio sembra una raccolta di sei novelle in cui la scrittura non si lascia andare, non si distende, ma semmai si prosciuga, in un esasperato lavoro di taglio in cui ogni parola, ogni gesto debbono essere essenziali. […] Alla fine, Così ridevano è un film sull’amore fraterno e sull’espropriazione culturale di un popolo: un seguito ideale diLamerica, e paradossalmente un’anticipazione a posteriore di Il ladro di bambini. Perché è in quegli anni, e in quella Torino, che comincia a nascere l’Italia devastata di quel bellissimo film» (Crespi).