Piero Tellini, un maestro del neorealismo
23 Maggio 2017 - 28 Maggio 2017
Un grande protagonista della stagione d’oro del cinema italiano, rimasto, forse volutamente nell’ombra. «Chi lo conobbe, le persone con cui ho parlato, gli stessi luoghi che ripropongono le tracce del suo passaggio umano e professionale ne hanno, però, delineato il chiaro profilo. Nella mia preziosa ma faticosa ricerca mi sembrava, a volte, di inseguire, un ectoplasma, un fantasma, un angelo. È vero che per un certo periodo amici e giornalisti si divertivano a chiamarlo “l’oggetto misterioso” (vedi anche Callisto Cosulich su “Paese Sera” del 25 giugno 1987: “Un maestro del Neorealismo, invisibile ma sempre presente”) perché sempre presente con le sue idee nel variegato ambiente in cui visse e di cui fu protagonista (operoso tra la fine degli anni Trenta e la fine degli anni Cinquanta era, probabilmente, il soggettista-sceneggiatore più ricercato e pagato del cinema italiano nel cuore degli anni Quaranta, diciamo tra Quattro passi fra le nuvole, Molti sogni per le strade e Guardie e ladri). Innovativo, geniale, non si faceva vedere molto in giro, nei luoghi mondani, non concedeva volentieri interviste (una rara fu passata in TV prima della proiezione di un suo film, Prima di sera sul primo, anzi unico, canale Rai e dovrebbe essere stata realizzata nel 1960 quando ormai si stava evidenziando il suo distacco dal cinema). Inoltre non partecipava alle assemblee di categoria, non ritirava premi. Stava, in certo modo senza volerlo, offrendo una specie di mito di se stesso, diveniva come un personaggio frutto della sua fantasia, introdotto in una delle trame della stessa produzione creativa che a lui faceva riferimento» (Massimo Tellini).
Rassegna a cura di Sara Tellini
martedì 23
ore 18.00 Avanti c’è posto… di Mario Bonnard (1942, 92′)
«Su un filobus affollato, la cameriera Rosella viene derubata del denaro che le era stato dato dalla padrona per pagare l’affitto. Smarrita, viene presa sotto la sua protezione da Cesare, il bigliettaio, che l’aiuta a trovare un nuovo alloggio e un nuovo lavoro. Cesare si innamora di Rosella che, però, è attratta dall’amico di questi Bruno. Per lei i due amici litigano» (www.cinematografo.it ). «Aldo Fabrizi ha fatto un ottimo ingresso nel cinema con questo film […], che si raccomanda per altre qualità. L’unione di due sceneggiatori d’avanguardia e di un vecchio direttore artistico come Bonnard ha dato un frutto piccolo ma saporoso» (Bianchi).
ore 20.00 4 passi fra le nuvole di Alessandro Blasetti (1942, 91′)
«Paolo Bianchi, un commesso viaggiatore sposato con figli, incontra in treno una ragazza sedotta da un uomo che l’ha poi abbandonata. Ritorna dai suoi genitori in campagna ma ha timore di confessare loro la sua sventura e prega lo sconosciuto di accompagnarla e di presentarsi – soltanto per qualche ora – come suo marito» (www.cinematografo.it ). «Città contro campagna, corruzione contro onestà: nonostante le apparenze, niente a che vedere con l’esaltazione ruralista di Mussolini. Qui è lo spirito populista di Zavattini […] a prendere il sopravvento sulla regia solitamente “tirannica” (ma sempre puntuale) di Blasetti. Del resto, la crisi coniugale e la compromissione amorosa non erano certi temi graditi al regime, soprattutto se introdotti da efficaci squarci di degradazione urbana. Un piccolo grande film che contribuì a incrinare irreparabilmente gli edificanti ritratti ufficiali, anticipando umori e caratteri che sarebbero emersi compiutamente nel periodo neorealista» (Mereghetti). Il film ha avuto due rifacimenti: nel 1956 Era di venerdì 17 di Mario Soldati e nel 1995 Il profumo del mosto selvatico di Alfonso Arau.
mercoledì 24
ore 17.30 Apparizione di Jean de Limur (1943, 71′)
Amedeo Nazzari interpreta se stesso: ovvero un divo bello e impossibile, adorato dalle donne e ammirato dal suo pubblico. Un giorno la sua macchina lo lascia in panne in prossimità di un paesino. Col sopraggiungere del buio, Nazzari è costretto a pernottare in un modesto albergo di provincia. Nella locanda incontra una ragazza sua ammiratrice, Andreina, felicemente fidanzata. Tuttavia, appena vede l’uomo dei suoi sogni, Andreina comincia a perdere la testa. «È l’auto-apologia di Amedeo Nazzari. Egli vi dice che il suo nome si pronuncia piano e non sdrucciolo, che i suoi capelli non sono ossigenati ma di colore naturale, che lavora molto, che dorme poco; vi si presenta in atto di concedere autografi ad un nugolo di belle fanciulle provinciali e di posare sottobraccio, ad una di esse vestita da sposa» (L. O., «Il Messaggero»). Con Alida Valli e Massimo Girotti.
ore 19.00 Il bandito di Alberto Lattuada (1946, 83′)
«Reduce dalla prigionia in Germania, Ernesto arriva a Torino, uccide lo sfruttatore della sorella, diventa capo di una banda […]. Film neorealista sui generis: il suo neorealismo è tutto nella prima, suggestiva sequenza, ma poi si trasforma in una gangster story di modello americano sulla quale il regista innesta la sua cultura cinematografica. […] A. Nazzari vinse il Nastro d’argento come miglior attore» (Morandini).
ore 20.30 Incontro moderato da Orio Caldiron con Sara e Massimo Tellini
a seguire Uno tra la folla di Ennio Cerlesi e Piero Tellini (1946, 73′)
«La vicenda, ambientata in una città del Nord durante l’occupazione nazifascista, narra le avventure di Paolo Bianchi modesto impiegatuccio alle prese con le difficoltà della vita quotidiana che, del tutto involontariamente e suo malgrado, viene coinvolto in situazioni talvolta pericolose. Arrestato, perquisito e malmenato come comunista per aver trovato per la strada e raccolto un giornale clandestino, viene rilasciato per l’interposizione di un influente amico. Tale avventura gli crea una simpatica notorietà nell’ambiente della resistenza clandestina. L’amico, per evitargli ulteriori guai lo munisce di un documento che lo fa apparire un fedele camerata dei nazifascisti e con tale immunità egli può rendere sia pure inconsapevolmente, dei preziosi servigi ai partigiani» (www.cinematografo.it ). Con Edoardo e Titina De Filippo. Presentato nella retrospettiva Questi fantasmi 2 alla Mostra di Venezia 2009.
giovedì 25
ore 17.00 L’onorevole Angelina di Luigi Zampa (1947, 92′)
Angelina, moglie di un vicebrigadiere e madre di cinque figli, guida le donne della borgata romana di Pietralata all’assalto dei magazzini di pasta di un borsanerista e, dopo l’alluvione, all’occupazione degli alloggi sfitti di un noto speculatore edilizio. Divenuta paladina della povera gente, quando tenta di entrare in politica, viene ingannata e fatta arrestare. Il film, un successo internazionale, è sospinto dalla carica travolgente della Magnani, che vinse il Nastro d’Argento come miglior attrice protagonista.
ore 19.00 Vivere in pace di Luigi Zampa (1947, 91′)
Zio Tigna, contadino benestante, vive in una fattoria dell’Umbria dove trovano rifugio due soldati americani, fuggiti da un campo di prigionia, ai quali si unisce anche un soldato tedesco. Tutti si ritroveranno per alcuni giorni a vivere insieme in una fratellanza che li unirà a dispetto di tutto. Ma la fine del conflitto è ancora lontana e le speranze di tutti si infrangono di fronte alla tragedia di quei giorni. Sospeso a metà tra commedia e melodramma, il film fu acclamato dalla critica newyorchese come un capolavoro neorealista e antibellico. Quella italiana, invece, ne esaltò gli spunti ironici, a tratti comici, che inserirono la pellicola nel filone della nascente commedia rosa. Nastro d’argento per il miglior soggetto e a Ave Ninchi per la migliore interpretazione femminile.
ore 20.45 La sposa non può attendere di Gianni Franciolini (1949, 79′)
Disavventure, prima e dopo il matrimonio di Anselmo Brunelli (Gino Cervi), che rischia di perdere la moglie (Gina Lollobrigida) in entrambe le occasioni. «Ciò che convince, oltre il protagonista, è la grazia delle scene paesane, che altri film ci avevano fatto venire a noia… e il brio con cui tutta l’azione è condotta» (Flaiano).
venerdì 26
ore 17.00 Napoli milionaria di Eduardo De Filippo(1950, 95′)
Gennaro Iovine torna a casa dopo la guerra e la prigionia e trova una situazione disperata: la moglie che ha fatto i soldi con la borsa nera è odiata da tutti, il figlio è diventato un malavitoso e la figlia una prostituta. La figlia più piccola è malata e ha bisogno di penicillina, che può fornire solo un tizio vittima, in passato, della moglie di Gennaro. «La “napoletaneità” di Rota si manifesta con un colorito saltarello di pregevole fattura e con un cantato lento e accorato» (Baldo Via). Con Eduardo De Filippo, Leda Gloria, Delia Scala, Totò, Carlo Ninchi, Dante Maggio. Presentato in concorso al festival di Cannes 1951.
ore 19.00 Cronaca di un amore di Michelangelo Antonioni (1950, 102′)
Milano. Paola ha abbandonato la natale Ravenna ed ha sposato un ricco industriale Enrico Fontana. Questi incarica un detective di indagare sul passato della donna per scoprirne eventuali macchie. Queste indagini sono l’occasione per far incontrare Paola e Guido, suo ex amante. I due riallacciano la vecchia relazione e progettano di liberarsi di Fontana. «Analizzavo la condizione di aridità spirituale e anche un certo tipo di freddezza morale di talune persone dell’alta borghesia milanese. Proprio perché mi sembrava che in questa assenza di interessi al di fuori di loro, in questo essere tutti rivolti verso se stessi, senza un preciso contrappunto morale, senza una molle che facesse scattare in loro ancora il senso della validità di certi valori, in questo vuoto interiore vi fosse materia sufficientemente importante da prendere in esame» (Antonioni). Con Massimo Girotti e Lucia Bosé.
ore 21.00 Cuori senza frontiere di Luigi Zampa (1950, 85′)
Al termine della seconda guerra mondiale, la Commissione internazionale incaricata di tracciare il nuovo confine fra Italia e Jugoslavia stabilisce una linea che taglia a metà un paesino. I pali e il filo spinato non separano soltanto le abitazioni, ma anche gli affetti. Gli abitanti devono scegliere: o con l’Italia o con la Jugoslavia. All’epoca delle riprese, il tema era di intensa e rovente attualità: il film inscena un dramma politico e sociale i cui toni sono stemperati dalla commedia di costume. I critici cinematografici Callisto Cosulich, nei panni di un ufficiale sovietico, e Tullio Kezich, in quelli di un tenente jugoslavo, fanno capolino in questo episodio di neorealismo minore, in cui Zampa mostra quell’attitudine ai sentimenti e al tratteggio popolare che connoteranno il suo stile. Con Gina Lollobrigida e Raf Vallone.
sabato 27
ore 17.00 Vulcano di William Dieterle (1950, 102′)
«Ex prostituta, Maddalena è rimpatriata dalla Questura di Napoli a Vulcano (ME), sua isola natale, e viene accolto dalla sorella. Per lei Maddalena si mette nei guai, la libera da un palombaro losco, perde la vita nell’eruzione del vulcano. È un film voluto da A. Magnani per contrastare Stromboli, terra di Dio che R. Rossellini stava girando con Ingrid Bergman […]. Girato nell’isola di Salina. Belle riprese subacquee. Scritto da Piero Tellini, Mario Chiari, Victor Stoloff. Dialoghi tradotti in inglese dallo scrittore Erskine Caldwell» (Morandini).
ore 19.00 Guardie e ladri di Mario Monicelli e Steno (1951, 105′)
«Un ladro (più per necessità che per vocazione) truffa un americano ma è da questi riconosciuto durante una distribuzione di pacchi-dono. Inseguito da un grasso carabiniere sfugge alla cattura, ma da quel giorno il tutore della legge non gli dà tregua poiché rischia di essere radiato dall’Arma se entro tre mesi non riuscirà ad arrestarlo» (Chiti-Poppi). «La commedia degli anni ’50 era un’evoluzione della farsa, quella che io e Steno facevamo anche con Totò, che si è gradatamente tramutata in commedia di costume. Con Guardie e ladri già non era più farsa e cominciava ad essere commedia di costume» (Monicelli). Tellini vinse il Prix du Scénario al Festival di Cannes 1952.
ore 21.00 Prima di sera di Piero Tellini(1954, 90′)
«Un povero diavolo di assicuratore, uscito di casa la mattina, dopo una notte insonne ed un bisticcio con la moglie, si reca in una farmacia ad acquistare un sonnifero. In farmacia, quando l’uomo è già lontano, s’accorgono di aver commesso un fatale errore: invece di un innocuo sedativo gli hanno dato un potentissimo veleno. Basterebbe una sola pillola per mandare il pover’uomo all’altro mondo. La polizia, informata del caso, si dà da fare per scoprire chi possa essere l’uomo, sul cui capo è sospesa una così terribile minaccia: un piccolo particolare ricordato dalla commessa della farmacia permette finalmente d’identificarlo. Al suo ufficio però l’assicuratore non c’è; risulta che s’è recato in provincia a visitare un cliente. Incomincia la caccia; ma l’uomo, che ha commesso una lieve irregolarità amministrativa, accortosi d’essere inseguito, crede lo si voglia arrestare e si nasconde» (www.cinematografo.it ). Con Paolo Stoppa, Giovanna Ralli, Giacomo Furia. Trentasettesimo film per il trentasettenne Tellini.
domenica 28
ore 17.00 Nel blu dipinto di blu (Volare) di Piero Tellini(1959, 106′)
Uno scanzonato giovanotto siciliano viene accusato di complicità per un furto in una gioielleria, ma viene scagionato da una ragazza che nutre simpatia per lui. Tutto ciò provoca la gelosia di un’altra fanciulla innamorata di lui, ma dopo ripicche, malintesi e discussioni tutto si accomoda. «A dispetto del titolo, un melodramma più che un film con musiche […]. E a fianco degli sceneggiatori Scola e Tellini si sente la presenza di Zavattini con la sua voglia di raccontare un’umanità dolceamara che vive ai margini della legalità e per tirare avanti si adatta a stare con mani e piedi nel gesso per fare da modello alle statue dei santi» (Mereghetti). Con Domenico Modugno, Giovanna Ralli, Vittorio De Sica, Arianna, Franco Migliacci, Carlo Taranto.
ore 19.00 Roma come Chicago (Banditi a Roma) di Alberto De Martino (1968, 104′)
«Cultissimo spaghetti-noir con John Cassavetes protagonista. […] Qui siamo proprio nel gangster basso, scalcinata replica di Alberto De Martino al Banditi a Milano di Carlo Lizzani. […] Cassavetes evade di prigione per vendicarsi dello stupro e della morte della moglie, Anita Sanders. […] Visto oggi ha una fotografia (di Aldo Tonti) e un’ambientazione strepitose, qualcosa di pre-tarantiniano, di Hollywood alle prese con il nostro cinema delle pratiche basse. Fantastico» (Giusti).
ore 21.00 Giovani d’oggi (1960, 60′)
Prima inchiesta sul fenomeno giovanile. Precede di alcuni anni il fenomeno del Sessantotto, abbracciando varie situazioni geografiche e tipologie di persone, rappresentative della nuova dimensione che si stava delineando. Tellini osserva la realtà con sguardo acuto e partecipe.
Copia proveniente da Rai Teche