Ricordo di Rita Levi-Montalcini
17 Febbraio 2013 - 17 Febbraio 2013
La Cineteca Nazionale rende omaggio a Rita Levi-Montalcini, recentemente scomparsa, attraverso la proiezione di un documentario, prodotto proprio dal Centro Sperimentale di Cinematografia nel 2000, all’interno della meritoria collana “Archivio della Memoria. Ritratti italiani n. 3”: Elogio dell’imperfezione. Incontro con Rita Levi-Montalcini. A tal proposito il regista del film, il decano del documentario scientifico Virgilio Tosi, dichiarò sul rapporto che si venne a instaurare con questo grandissimo personaggio: «Si potrebbe scrivere quasi un breve romanzo. È stato in parte conflittuale, perché Rita Levi-Montalcini, compiuti i 90 anni, non voleva più fare questo film. Dopo aver accettato, ha scritto una lettera in cui diceva: “Voglio essere ricordata come ero e non come sono”. Questo atteggiamento ha creato molte difficoltà alla realizzazione del film: è stata una battaglia per lei e contro di lei. È interessante perciò leggere quello che ha detto alla presentazione del film, prima di vederlo e dopo averlo visto. Prima ha detto: “Adesso vedremo un film che io non volevo fare: mi sento un brutto anatroccolo e non volevo farmi riprendere, non guarderò il film”. Ma dopo averlo visto è rimasta soddisfatta del lavoro e ha pubblicamente ringraziato il film, dicendo: “Mi sono sempre considerata una persona mediocre, un brutto anatroccolo e non mi sono mai accettata, ma qui (nel film ndr) il brutto anatroccolo si è trasformato in una persona accettabile e insieme ho rivisto momenti importanti della mia vita che avevo dimenticato”. E questa è stata una bella soddisfazione, soprattutto dopo le mille difficoltà sia per completare l’intervista, sia per raccogliere il materiale documentario, della maggior parte del quale la stessa Rita Levi-Montalcini si era dimenticata l’esistenza».
ore 17.00
Presentazione di Virgilio Tosi
a seguire
Elogio dell’imperfezione. Incontro con Rita Levi-Montalcini (2000)
Regia: Virgilio Tosi; soggetto e sceneggiatura: V. Tosi; consulenza scientifica: Luigi Aloe, Enrico Alleva; fotografia: Paolo Ferrari; musica: Franco Potenza; montaggio: Luca Benedetti; origine: Italia; produzione: CSC; durata: 56′
Il documentario ripercorre, attraverso una lunga intervista appositamente realizzata, la vita di Rita Levi-Montalcini, dagli studi in Italia, resi precari dalle leggi razziali fasciste, all’allestimento di un laboratorio artigianale di biologia nella cucina della sua casa – dove iniziarono le prime scoperte – fino al trasferimento negli Stati Uniti, dove rimarrà trent’anni all’Università di St. Louis. Il lavoro costante di una vita, la profonda umanità della scienziata, che considera l’imperfezione come una componente dell’evoluzione, culmineranno nel 1986 nel massimo riconoscimento scientifico: il premio Nobel per la medicina per la scoperta del NGF (Nervous grouth Factor). L’importanza della scoperta del NGF (una “saga” secondo un’espressione di Rita Levi-Montalcini), elemento che si sta rivelando importante nella cura di patologie di natura neurologica, è ampiamente illustrata con linguaggio accessibile anche ai non addetti ai lavori, supportato da numerosi filmati scientifici. L’intervista è arricchita da ampio materiale di documentazione, tra cui filmati familiari realizzati da Rita Levi-Montalcini stessa.
Ingresso gratuito
ore 18.30
Il pianeta azzurro (1982)
Regia: Franco Piavoli; soggetto e sceneggiatura: F. Piavoli, Neria Poli; fotografia: F. Piavoli; montaggio: F. Piavoli; origine: Italia; produzione: 11 Marzo Cinematografica; durata: 83′
«Il pianeta azzurro è, peraltro, un film non catalogabile in alcun “genere” convenzionale, pur se qualcuno ha voluto classificarlo con distratta attenzione come “documentario”. […] Film elegiaco, Il pianeta azzurro assume subito cadenze e ritmi, colori e rumori di razionale verità scientifica e, insieme, di sommessa trasfigurazione poetica. Con mente e cuore tutti laici, Franco Piavoli si rifà significativamente al poeta latino Lucrezio per ricordare con disarmata, eppure polemica semplicità: il nascere si ripete di cosa in cosa e la vita a nessuno è data in proprietà ma a tutti in uso» (Borelli).