Tutti i colori del cinema. I film di Sergio Martino (prima parte)
15 Gennaio 2018 - 29 Gennaio 2018
Cogliendo l’occasione della recente pubblicazione dell’autobiografia di Sergio Martino, la Cineteca Nazionale ha curato una rassegna su alcuni film che hanno contrassegnato non solo la filmografia del regista ma anche gli usi e i costumi di una società italiana in decenni – gli anni Sessanta, Settanta, Ottanta – in cui maggiormente l’Italia ha vissuto un mutamento culturale e antropologico. E Sergio Martino, più di altri cineasti, è riuscito, grazie a un eclettismo straordinario, a spaziare in ogni genere (il thriller, il poliziesco, la commedia, l’avventuroso, il western, l’erotico, il documentario…), per soddisfare platee che chiedevano soprattutto di sognare, di scappare dalla dura realtà, per immergersi nelle bellezze impossibili di Edwige Fenech, Barbara Bouchet, o essere terrorizzati dal serial killer turno, o ridere a crepapelle di fronte alla maestria di comici come Lino Banfi. E come testimonia la bellissima autobiografia, Sergio Martino ha conservato coerentemente un understatment e un’ironia di tipo anglosassone. Ne è un esempio lampante una sua dichiarazione presente nell’omonimo volume: «Questa è la storia del lavoro di un “regista trash emerito”, come mi diverte considerarmi ora, cercando di bilanciare gli insulti dei critici all’uscita dei miei film, negli anni Settanta e Ottanta, e gli osanna delle nuove generazioni che hanno potuto apprezzare in dvd i miei film e rivalutarli, il tutto grazie alla stima di Quentin Tarantino, Eli Roth, Jaume Balaguerò e altri autori e critici stranieri, bontà loro».
lunedì 15
La commedia gastronomica
ore 15.30 Spaghetti a mezzanotte di Sergio Martino (1981, 92′)
In una sola notte, tutti i nodi della vita di un avvocato libertino arrivano al pettine e, mentre la casa si riempie di ospiti, lui si trova a dover destreggiarsi tra la moglie fedifraga, l’amante calorosa ed un cadavere da occultare. «Gigi Borghese, marito di Barbara Bouchet, nell’autunno del 1980 mi propose di fare un film con la sua casa di produzione, su sceneggiatura di Franco Marotta e Laura Toscano, coniugi sceneggiatori che scrivevano commedie di gusto anglosassone […]. Protagonisti del mio film erano Barbara e Lino Banfi. […] Il copione aveva una trama divertente che io resi più casareccia, senza involgarirla troppo. […]. Lino e Barbara stabilirono in fretta un grande affiatamento e girammo in una frizzante atmosfera ad Asti, città accogliente, nella stagione dei tartufi, cosa che ha reso il mio ricordo di quel set particolarmente piacevole e… aromatico» (Martino).
ore 17.30 Cornetti alla crema di Sergio Martino (1981, 98′)
«Uno dei maggiori successi della commediaccia nella sua ultima versione, cioè pochadistica-leggermente più fine. Banfi è un sarto ecclesiastico che se la vede con Edwige Fenech particolarmente in forma, “l’unica fra le bellone plastificate tipo Rizzoli, Russo, Miti ( ma metteteci pure la Giorgi, e anche la Muti), che dia l’impressione di porgere il proprio corpo al desiderio delle platee con torpore ironico e sornione, con una grazia quasi paesana” (Giovanni Buttafava). Nel film si rincorrono gag riuscite riprese dall’avanspettacolo, come Banfi che “deve risolvere un problema orinario nel salotto di un alto prelato sotto gli occhi severi di un ritratto del papa”» (Giusti). «Film che meriterebbe un remake, ovviamente aggiornato ai tempi di oggi. Credo che possegga una meccanica narrativa vivace, tuttora divertente» (Martino).
lunedì 22
Più rosso del nero… il thriller all’italiana
ore 15.30 Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave di SergioMartino (1972, 96′)
In una cittadina veneta accadono misteriosi omicidi. Viene accusato dei misfatti il decadente scrittore Olivier Ruevigny, ma la sua morte rimette tutto in gioco. «Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave è probabilmente uno dei più fedeli adattamenti del racconto di Poe per lo schermo. Nonostante le varie contaminazioni, che vanno dal thriller stile Argento alle incursioni nell’erotico, il film di Martino mantiene sempre ben presente il senso del racconto di Poe, pur con le evidenti trasformazioni. L’atmosfera è a metà strada tra il gotico-decadente e il thriller, tra l’horror italiano degli anni Sessanta e gli incubi creati da Poe» (Bruschini-Tentori). «Inutile ricordare che allora gli effetti digitali non c’erano e le riprese con gli animali si facevano affidandosi alla fortuna e a piccoli trucchi, come attirarli in precise direzioni nascondendo mangime, lungo la traiettoria desiderata» (Martino).
ore 17.30 Morte sospetta di una minorenne di Sergio Martino (1975, 101′)
Milano è sconvolta dal ripetersi di numerosi crimini, tra i quali primeggia la scomparsa delle minorenni. Il commissario Paolo Germi (Claudio Cassinelli), tutt’altro che fiducioso rispetto ai metodi tradizionali della polizia, per indagare sull’assassinio di una certa Marisa e poi di Floriana e infine di Gloria si finge a sua volta piccolo scippatore e assume quale aiutante il ladruncolo, Giannino (Adolfo Caruso). Curioso pastiche di generi (poliziesco, thriller, commedia), Morte sospetta di una minorenne è tra i thriller preferiti del regista. «Il film, distribuito dalla Titanus, doveva intitolarsi Milano violenta o qualcosa di simile, perché raccontava di una città ancora in preda al terrorismo […]. Ambientato in una Milano periferica, in parte ricostruita a Roma, ricordo quel film, come uno dei miei migliori» (Martino).
lunedì 29
Le città tremano… il poliziesco all’italiana
ore 16.30 Milano trema: la polizia vuole giustizia diSergio Martino (1973, 103′)
«Nella Milano dei tempi di Calabresi, Luc Merenda è un ispettore radiato dalla polizia per i suoi metodi sbrigativi e per il suo anticomunismo. Ma seguita a lottare contro i malviventi e scopre un giro capeggiato da un alto funzionario della Questura e da un editore fascista. I due cercano di corromperlo perché vada dalla loro parte, ma Merenda spara. Verina Glassner al tempo sul “Monthly Film Bulletin” lo bollò di fascismo alla Callaghan facendo notare certe battute di Merenda sugli anarchici e sui comunisti. Per far parlare una ragazza le mostra la foto di una donna incinta morta commentata da un terribile “Ti piace l’inizio della rivoluzione? Non è certo una gran bella bandiera per il Cremlino”. […] La risposta del tempo di Martino: “Sono stato tra i primi a fare un film sulla polizia, un film che conteneva anche dei riferimenti all’attualità, al caso Calabresi. Ma il valore politico di questi film è sempre abbastanza relativo, hanno sempre una matrice qualunquista, di destra, cioè si vede il poliziotto, il commissario che in uno stato democratico è molto limitato, non gli vengono dati mezzi adeguati. E allora cerca di farsi giustizia da sé e ci riesce”» (Giusti). Con Luc Merenda, Richard Conte, Silvano Tranquilli, Carlo Alighiero, Martine Brochard.
ore 18.00 Incontro moderato da Steve Della Casa con Sergio Martino. Nel corso dell’incontro verrà presentato il libro di Sergio Martino Mille peccati… nessuna virtù? (autobiografia), Bloodbuster edizioni, 2017.