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Collezionisti, Cineamatori e Cinefili

Fondi archivistici e bibliografici – Biblioteca Luigi Chiarini

Ampia raccolta di fascicoli sciolti di riviste di moda italiane e straniere, pubblicate fra gli anni Cinquanta e Settanta. Fra le testate citiamo «Robes couture», «La sposa», «Jardin des modes», «Burda», «Robes et manteaux».

Paolo Fama – Collezionista privato.

Fondo Paolo Fama - CSC

Nel 2020 è stata donata dai figli la raccolta bibliografica appartenuta a Filippo Ferrazzano, cineamatore, regista, scrittore, giornalista, docente. Si tratta di rari volumi di teoria e storia del cinema per lo più degli anni trenta e quaranta, oltre a diversi fascicoli di periodici che in gran parte sono andati a integrare annate incomplete di riviste cinematografiche specializzate già possedute dalla Chiarini, tra cui segnaliamo: «Altro cinema», «Il cineamatore», «Cinema ridotto» e «Passo ridotto». La documentazione catalogata è a disposizione per essere consultata degli utenti della biblioteca.

Filippo Ferrazzano (1915-1998) – Cineamatore, regista, scrittore, giornalista, docente, nel 1949 si aggiudica il primo premio al concorso teatrale della Società filodrammatica piacentina e nel 1960 riceve una segnalazione al premio “Vallombrosa” di narrativa. E’ stato capo redattore per l’Italia Centro-meridionale del quotidiano «El progreso» di Caracas (Venezuela). Come cineamatore realizza documentari e cortometraggi ed è fra i promotori della creazione della FEDIC (Federazione italiana dei Cineclub), di cui diviene consigliere. Fonda il Cineclub Piacenza. Tra gli altri premi vinti si rileva il primo posto al Concorso internazionale dei film per ragazzi di Lisbona con il cortometraggio “Il cielo risponde sempre” nel 1954. Sulla rivista «Il Cineamatore» scrive con Gianni de Tomasi “Contributo per una storia del cinema d’amatore”, nel quale in ventidue puntate ripercorre in modo minuzioso e particolareggiato tutte le vicende dal dopoguerra agli anni ’60 del mondo dei “cortometraggi”. Negli anni ‘60 lavora nel cinema e successivamente in RAI in qualità di regista realizzando servizi per numerosi programmi di informazione, economia, cronaca e costume fino agli anni ’70. Negli anni seguenti si dedica nuovamente alla scrittura.

Si tratta di un piccolo nucleo di materiali – donati dai figli al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 2017 – raccolti da Alberto Sciarretta durante l’attività professionale, tra cui si segnalano due cartelle di rassegna stampa, documenti personali e sei annate rilegate di «Ferrania:  rivista mensile di fotografia, cinematografia e arti figurative», pubblicata dal 1947 al 1967 dall’omonima azienda produttrice di pellicole fotosensibili.  Molto interessante è la rassegna stampa degli anni Settanta, testimonianza della vasta esperienza lavorativa di Sciarretta, volta sia a garantire la salvaguardia tecnica delle copie dei film, sia alla promozione degli audiovisivi per il servizio che possono rendere al singolo e alla collettività.

Alberto Sciarretta (1921- 2012) – Nato a Pescara l’11 giugno del 1921, ha iniziato a lavorare in Ferrania come telefonista nel 1936. Dopo la pausa bellica e il completamento degli studi, ha proseguito la carriera in Ferrania ricoprendo il ruolo di Direttore della filiale di Roma, e poi di Direttore della Divisione cinema e Televisione della 3M (Minnesota Mining and Manufacturing) Italia. Nel 1976 diviene Direttore commerciale di Cinecittà e nel 1978 Coordinatore europeo e Responsabile marketing italiano per la Technicolor. Successivamente al pensionamento ha continuato a svolgere incarichi di consulenza presso aziende cinematografiche nazionali e internazionali. È stato Presidente dell’UNIATEC e Segretario generale dell’ATIC. Gli è stata conferita l’onorificenza di Commendatore della Repubblica con la motivazione: “in considerazione della sua dedizione e passione verso il cinema”. Va ricordata, come lui stesso affermava, l’importanza della moglie Bruna per il fattivo sostegno e l’adesione ai suoi progetti lavorativi. Si è spento a Roma all’età di 91 anni.

 

La Biblioteca ha acquisito la collezione di soggetti, sceneggiature e documenti appartenuti a Emilio Vesperini che, tra la metà degli anni ’70 e la fine degli anni ’80, ricoprì ruoli di vertice in diverse società del gruppo dell’Ente autonomo di gestione per il cinema.

La donazione, avvenuta nel 2024 per volontà degli eredi, comprende 32 progetti cinematografici, tra cui “La ciurma” di Michelangelo Antonioni, “Il caso Schreber” di Cecilia Mangini e Lino Del Fra, e “I tempi della fine” di Fabrizio Onofri e Gillo Pontecorvo. I progetti, inviati in anteprima a Vesperini da registi e sceneggiatori, erano destinati a ottenere un suo parere favorevole alla realizzazione. Le opere spaziano tra diversi generi e coinvolgono alcuni dei più importanti nomi del cinema italiano.

Tra i titoli della raccolta figurano: Il tempo dell’inizio di Luigi Di Gianni (1974), Il sospetto di Francesco Maselli (1975), Al di là del bene e del male di Liliana Cavani (1977), Una casa in bilico di Antonietta De Lillo e Giorgio Magliulo (1986), L’inchiesta di Damiano Damiani (1986),  Roma occupata (1984) e Remake di Ansano Giannarelli (1987),  La coda del diavolo di Giorgio Treves (1987), Good Morning Babilonia di Paolo Taviani e Vittorio Taviani (1987), L’arte e la società di Emidio Greco (1988), A proposito di quella strana ragazza di Marco Leto (1989), Il nodo alla cravatta di Alessandro Di Robilant (1991), Adelaide di Lucio Gaudino (1992) e Anni ribelli di Rosalia Polizzi (1994).

Per informazioni più dettagliate vedi Elenco donazione Vesperini.

Emilio Vesperini (1925-1989) – Nasce a Roma nel giugno del 1925. Nel 1936 si trasferisce con la famiglia nel quartiere di Testaccio, dove trascorre quindici anni fondamentali per la sua formazione. Qui stringe amicizia con i fratelli Di Genova, che lo introducono alla letteratura russa, francese e americana, e alla lettura clandestina di scritti antifascisti. Studia al liceo classico Virgilio e sviluppa un forte legame con lo zio Italo Tomassi, noto scenografo cinematografico.

Dopo la guerra, Vesperini si dedica all’attività politica e culturale, ricostituendo la sezione del Partito Socialista Italiano di Testaccio e promuovendo la creazione di una biblioteca. Conosce l’antropologo Ernesto De Martino, con cui instaura un’amicizia duratura, e partecipa ai suoi seminari. Negli stessi anni frequenta la libreria Einaudi di via degli Uffici del Vicario, centro di fermento culturale e politico, dove entra in contatto con figure come Elio Vittorini, Cesare Pavese e Natalia Ginzburg.

Grande appassionato di cinema, partecipa attivamente alle attività del circolo “Charlie Chaplin”, il primo cineclub romano del dopoguerra. Nel frattempo, intraprende gli studi filosofici alla Sapienza, seguendo le lezioni di docenti illustri come Carlo Antoni e Guido Calogero.

All’inizio degli anni ’50, Vesperini è assunto a Cinecittà con qualifica amministrativa e inizia una brillante carriera che lo porterà tra gli anni ’70 e ’80 del XX secolo a ricoprire le massime cariche amministrative delle tre società del gruppo cinematografico pubblico (Istituto Luce, Cinecittà e Italnoleggio) e, infine, dello stesso Ente autonomo di gestione per il cinema. In quegli anni, stabilisce e rafforza rapporti di amicizia con importanti critici cinematografici (tra i quali Argentieri e Callisto Cosulich) e registi (come Ettore Scola, Federico Fellini, Carlo Lizzani, Sergio Leone, Citto Maselli, Giuseppe De Santis e i fratelli Taviani).

Nel 1987 Vesperini viene insignito dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e, nel 1988, riceve la medaglia d’oro alla 23ª edizione di Una vita per il cinema.

Nonostante gli impegni professionali, continua a coltivare la passione per la cultura, come dimostra la sua vasta biblioteca personale, oggi custodita presso la Biblioteca Statale Antonio Baldini (https://bibliotecabaldini.cultura.gov.it/fondo-emilio-vesperini/). Emilio Vesperini muore a Roma nel febbraio del 1989, lasciando un’eredità di impegno intellettuale e amore per il cinema.

Emilio Vesperini
Emilio Vesperini