Costumisti e scenografi
Fondi archivistici e bibliografici – Biblioteca Luigi Chiarini
Il fondo, donato dalla costumista nel 2004, è costituito da un nucleo librario di argomento storico, artistico e di storia del costume e della moda, perlopiù in esemplari in edizioni rare sette e ottocentesche; da una corposa raccolta di ritagli stampa, fotografie e riproduzioni di immagini utilizzate come fonti iconografiche; da appunti manoscritti di lavorazione e, soprattutto, da una notevole collezione di bozzetti originali realizzati da Berselli per la creazione di costumi cinematografici, televisivi e teatrali. Si compone di 103 cartelle, al cui interno sono conservati circa 1500 bozzetti e 3 taccuini con prove grafiche; 804 foto; 9600 fogli fra ritagli stampa, appunti manoscritti, dattiloscritti e di documentazione iconografica; 80 riproduzioni fotostatiche di bozzetti originali.
Adriana Berselli (1928-2018) – Costumista, diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia, ha lavorato con grandi registi italiani e stranieri (Comencini, Zampa, Antonioni, Blasetti, Pabst, Polanski).
Il fondo, donato da Andrea Crisanti nel 2009 ad uso degli allievi del Corso di Scenografia e degli studiosi, è costituito da preziosi materiali di documentazione iconografica, relativi in particolar modo all’arredamento, agli stili architettonici e alle location cinematografiche. In alcuni casi si tratta di materiale in formato digitale, ma sono anche presenti numerosi volumi contenenti fotografie di location utilizzate per il lavoro di documentazione. Una porzione del fondo è inoltre costituita da sceneggiature originali, alcune delle quali riferite ai film in cui Crisanti ha lavorato in qualità di scenografo.
Andrea Crisanti (1936-2012) – Scenografo, dopo gli iniziali studi classici presso il Liceo Tasso, prende la maturità artistica, rivelando fin da giovanissimo un grande talento per il disegno e la pittura, che consoliderà specializzandosi in scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Agli inizi degli anni ’50 frequenta gli studi di Guido La Regina e Giovanni Consolazione ed espone le sue opere pittoriche in via Margutta e in diverse mostre collettive, partecipando nel 1958 alla Prima Rassegna di Arti Figurative di Roma e del Lazio, tenutasi presso il Palazzo delle Esposizioni. Appassionato anche di teatro e di cinema, negli stessi anni lavora come secondo assistente di Mario Garbuglia per il film “La grande guerra” (1959) di Mario Monicelli, dando avvio alla sua avventura cinematografica. Ben presto collabora infatti anche con Mario Chiari e Enzo Del Prato sui set di importanti produzioni e coproduzioni come “Gastone” (1960) di Mario Bonnard, “Jovanka e le altre” (1960) di Martin Ritt, “Fantasmi a Roma” (1961) di Antonio Pietrangeli, “La Bibbia” (1966) di John Huston. Sempre in quegli anni conosce lo scenografo Gianni Polidori, dal quale trarrà preziosi insegnamenti e col quale lavorerà assiduamente in qualità di assistente e art director poi per film come “Le quattro giornate di Napoli” (1962) di Nanni Loy, “Spara forte, più forte, non capisco” (1966) di Eduardo De Filippo, “L’avventuriero” (1967) di Terence Young. Nel 1962 lavora sul set di “Ieri, oggi e domani” (1963) di Vittorio De Sica e nello stesso anno firma le scenografie per il film “Maciste all’inferno” di Riccardo Freda. Nel 1969 viene chiamato da Francesco Rosi a lavorare per “Uomini contro” (1970), opera che segna l’inizio di un fecondo sodalizio artistico tra i due, dal quale scaturirà un impegno ultraventennale, da “Il caso Mattei” (1972), “Lucky Luciano” (1973), “Cadaveri eccellenti” (1976) a “Cristo si è fermato a Eboli” (1979), Tre fratelli” (1981), fino a “Cronaca di una morte annunciata” (1987), “Dimenticare Palermo” (1990) e “La tregua” (1997). Dopo gli importanti lavori degli anni ’70 con Rosi e Sergio Leone per “Giù la testa” (1971), gli anni ’80 lo vedono al fianco di altri grandi maestri: da Marco Bellocchio per “Salto nel vuoto” (1980) e “Diavolo in corpo” (1986), da Damiano Damiani per “L’avvertimento” (1980) e da Michelangelo Antonioni per “Identificazione di una donna” (1982) ad Andrej Tarkovskij per “Nostalghia” (1983) e a Franco Zeffirelli per “Il giovane Toscanini” (1988). Ancora durante gli anni ’90 prosegue la sua attività di scenografo cinematografico con numerosi interessanti film. Viene infatti chiamato da Giuseppe Tornatore per “Nuovo Cinema Paradiso (1988), che lo vorrà ancora per “Stanno tutti bene” (1990) e “Una pura formalità” (1994) – col quale ottiene il premio David di Donatello; successivamente sarà la volta di Gianni Amelio per “Il ladro di bambini” (1992), di Sergio Citti per “Vipera“ (2001) e “Fratella e sorello” (2002), di Emidio Greco per “Il consiglio d’Egitto” (2002) per il quale viene premiato con il Nastro d’Argento, di Pasquale Squitieri per “L’avvocato De Gregorio” (2003). Gli anni più recenti lo vedranno infine collaborare con i registi Ferzan Ozpetek – “La finestra di fronte” (2003) e “Cuore Sacro” (2005), altro David di Donatello come miglior scenografo -, Michele Soavi – “Arrivederci amore, ciao!” (2005) e “Il sangue dei vinti” (uscita prevista: 2008) -, Paolo e Vittorio Taviani, “La masseria delle allodole” (2006) e Theo Angelopoulos “La polvere del tempo” (2008). Dal 1990 iniziò la sua attività di docente presso la Scuola Nazionale di Cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia, prima per il corso di scenotecnica, successivamente per il corso di scenografia, dal 2009 ne divenne anche Preside fino al 2012.
Fondo di 28 sceneggiature e copioni teatrali appartenuti a Marisa D’Andrea, acquisito nel 2004. Tra i titoli più interessanti si segnalano: “L’amore in città”, “Le amiche”, “Carosello napoletano”, “I fratelli Karamazoff”. Nel 2012 la D’Andrea ha donato anche la copia digitale di una selezione operata da lei stessa di 104 suoi bozzetti, di rappresentazioni teatrali, film, sceneggiati e serie televisive.
Marisa D’Andrea (1923-2015) – Costumista e scenografa italiana, ha lavorato per il cinema, il teatro e la televisione. Formatasi all’Accademia di Belle Arti di Roma, Corso di Scenografia, e al Centro Sperimentale di Cinematografia, Corso di Costume, si diploma nel 1949 e inizia a lavorare in teatro per Luigi Squarzina, formando un sodalizio con il marito scenografo Gianni Polidori. Prosegue la sua carriera nel cinema come assistente di Maria De Matteis prima, come costumista poi, in innumerevoli film. Per più di vent’anni è stata docente di Costume al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Il fondo, donato nel 2011, consta di 1139 documenti, di cui: 786 libri moderni e antichi e riviste di arte, arredamento, architettura, scenografia e costume, 94 sceneggiature, soggetti e trattamenti, 117 spartiti musicali, 124 progetti esecutivi, 23 buste e 24 album di documentazione iconografica, 4 fascicoli contenenti materiali di studio, corrispondenza e relazioni riguardanti l’attività lavorativa.
Mario Garbuglia (1927-2010) – Scenografo e arredatore cinematografico, teatrale e televisivo, ha espresso notevole versatilità sia nelle ricostruzioni storiche, sia nelle realizzazioni di spazi immaginari. Dopo essersi diplomato all’Istituto d’arte di Firenze, frequentò a Roma il Liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti, indirizzandosi verso studi di scenografia, approfonditi poi presso la facoltà di Architettura. Dal 1947 al 1949 fu allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 1952 firmò la sua prima scenografia per “Le ragazze di Piazza di Spagna” di Luciano Emmer. Da quel momento l’attività di Garbuglia divenne sempre più intensa, risolvendosi per alcuni anni nel ruolo di primo assistente di Mario Chiari in film come “Le notti bianche” che nel 1957 segnò l’inizio della lunga collaborazione con il regista Luchino Visconti, con il quale ha in seguito realizzato – tra l’altro – “Rocco e i suoi fratelli” (1960), “Il Gattopardo” (1963), “Vaghe stelle dell’Orsa” (1965), “Lo straniero” (1967), “Gruppo di famiglia in un interno” (1974) e “L’innocente” (1976); corposa anche la collaborazione con Mario Monicelli, iniziata con “La grande guerra” (1959) e proseguita con “I compagni” (1963), “Casanova ’70” (1965), Brancaleone alle crociate” (1970). Negli anni ’60 si affermò come uno dei maggiori scenografi italiani. Tra i numerosissimi film realizzati, in Italia e all’estero, “La donna scimmia” (1964) di Marco Ferreri, “Caccia alla volpe” (1966) Vittorio De Sica, “Barbarella” (1968) di Roger Vadim, “Waterloo” (1970) di Sergej F. Bondarčuk, “La cage aux folles” (“Il vizietto”, 1978) di Édouard Molinaro, “The lion of the desert” (1980) di Moustapha Akkad, “La storia vera della Signora dalle Camelie” (1981) di Mauro Bolognini, “Oci ciornie” (1987) di Nikita S. Michalkov e “Giulia e Giulia” (1987) di Peter Del Monte. Garbuglia ha svolto anche un’intensa attività teatrale e televisiva. Tra i suoi progetti rientrarono anche allestimenti per discoteche, per la Fiera del libro di Francoforte e le ristrutturazioni di appartamenti e ville. Dal 1976 al 1978 Garbuglia è stato docente di Scenografia al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Il fondo – donato nel 2005 – consiste in sei album contenenti la rassegna stampa dei film “Teorema”(1968), “Medea”(1969), “Decameron”(1971) di Pier Paolo Pasolini e “The Driver’s Seat”(1974), di Giuseppe Patroni Griffi, più noto come “Identikit”. La rassegna stampa, originariamente raccolta dalla casa di produzione San Marco di Franco Rossellini (suo cugino), aveva l’obiettivo di monitorare l’interesse giornalistico e il gradimento del pubblico intorno al film.
Gioia Fiorella Mariani (n. 1934) – Scenografa, costumista, regista, è nipote di Roberto Rossellini. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti, inizia a lavorare come assistente della pittrice e scenografa Lila De Nobili. Attiva soprattutto in teatro di prosa e d’opera, ha firmato diversi film e ha realizzato come regista diversi documentari.
La raccolta, donata dal fratello nel 2012, consta di 324 rari volumi e riviste di arte, fotografia e costume che facevano parte della biblioteca personale della costumista.
Vera Marzot (1931-2012) – Costumista cinematografica, televisiva e teatrale, ha lavorato per il cinema con registi come Luchino Visconti, Mario Monicelli e Vittorio De Sica, spesso in collaborazione con Piero Tosi. Allieva del Corso di Costume del Centro Sperimentale di Cinematografia, debuttò nel cinema come assistente di Beni Montresor in “Pia de’ Tolomei” (1958) di Sergio Grieco, ed esordì come costumista in “Urlatori alla sbarra” (1960) di Lucio Fulci. Tra i suoi lavori vanno ricordati “Un giorno da leoni” (1961) di Nanni Loy, “L’isola di Arturo” (1962) di Damiano Damiani ed “Eva” (1962) di Joseph Losey. Nel 1963 iniziò la collaborazione con Tosi: come assistente nei film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti e “I compagni” di Mario Monicelli; come costumista nei film: “La donna scimmia” (1964) di Marco Ferreri; “Matrimonio all’italiana” (1964) di Vittorio De Sica; “La caduta degli dei” (1969) e “Gruppo di famiglia in un interno” (1974), entrambi di Visconti. Successivamente ha rivolto la sua attenzione principalmente al teatro, lavorando ancora con Visconti e, tra gli altri, con Luca Ronconi.
Il fondo, donato dagli eredi nel 1947, è costituito da numerosi volumi di documentazione iconografica, alcuni rari e preziosi, relativi al costume teatrale, alla moda attraverso i secoli, alla storia dell’arte, all’arredamento e alle arti decorative.
Gino Carlo Sensani (1888-1947) – Costumista tra i più ricercati dal teatro drammatico e lirico, collaborò con Camerini, Blasetti, Alessandrini, Poggioli, ma anche con cineasti francesi come Pierre Chenal e Christian-Jacque. E’ stato docente di Costume al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Il fondo, donato da Piero Tosi dal 1997, è costituito in prevalenza di preziosi volumi di documentazione iconografica, relativi al costume teatrale e cinematografico, alla moda attraverso i secoli, alla storia dell’arte, all’arredamento e all’arte grafica e fotografica. Un altro fondo di fotografie relative ai film a cui Tosi ha collaborato è depositato presso l’Archivio Fotografico della Cineteca Nazionale.
Piero Tosi (1927-2019) – Costumista e scenografo. Nel corso della sua lunga carriera Tosi ha lavorato con numerosi registi italiani e stranieri: ricordiamo in particolare Visconti, Bolognini, Pasolini, Zeffirelli, Fellini, Cavani. E’ stato docente di Costume al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Il fondo è stato donato nel 2013 e si compone di 1819 bozzetti di costume e di scena, raccolti in 82 cartelle suddivisi per teatro, cinema e pubblicità, le quali rispettano l’ordinamento dato dal costumista e 31 album di documentazione fotografica suddivisi per anni. Per ciascun bozzetto è evidenziato il film o l’opera teatrale per i quali è stato creato.
Alberto Verso (1941-2007) – Costumista e scenografo affermato in ambiente teatrale, cinematografico e televisivo, sia in Italia, sia all’estero, frequentò a Reggio Calabria il Liceo Artistico e, trasferitosi a Roma tra il 1959 ed il 1960, si iscrisse alla facoltà di Architettura. Debuttò nel 1965 nelle messe in scena della Compagnia del teatro italiano Peppino De Filippo, dapprima come assistente costumista di Franco Laurenti ne Le metamorfosi di un suonatore ambulante, per poi avere l’affidamento delle scenografie e dei costumi per l’opera La Mandragola; collaborò poi, come assistente, con Maurizio Monteverde in numerose realizzazioni di prosa, lirica e televisione e nel frattempo con altri grandi costumisti come Maria De Matteis in “Waterloo” (1970), Eugenio Guglielminetti in “Orfeo in paradiso” (1971), Ezio Frigerio nell’opera “Wozzeck” (1979) messa in scena da Liliana Cavani per il 42° Maggio Musicale Fiorentino. Grazie al sodalizio con il costumista Piero Tosi, partecipò a importanti produzioni come “Il portiere di notte” (1974), “Al di là del bene e del male” (1977), “La pelle” (1981) e “Oltre la porta” (1982) di Liliana Cavani, “L’innocente” (1976) di Luchino Visconti, “Per le antiche scale” (1975) e “La storia vera della signora delle camelie” (1981) di M. Bolognini e “Il malato immaginario” (1979) di Tonino Cervi. A teatro numerose sono le collaborazioni con il regista Walter Pagliaro, mentre in televisione si ricordano gli sceneggiati “La pietra di luna” (1972) e “I due prigionieri” (1985) di Anton Giulio Majano, “Il segreto del Sahara” (1988) e “I guardiani del cielo” (1999) di Alberto Negrin, “La romana”(1988) di Giuseppe Patroni Griffi, “Il grande Fausto” (1995) e “Il furto del tesoro” (2000) di Alberto Sironi. Per il cinema ha firmato i costumi di “Interno berlinese” (1985) e “Il gioco di Ripley” (2003) di Liliana Cavani, (per il quale ha firmato i costumi di Chiara Caselli), “Rebus” (2003) di Massimo Guglielmi, “Mio caro dottor Gräsler” (1990) di Roberto Faenza (in collaborazione con la costumista Milena Canonero), “L’avaro” (1990) di Tonino Cervi, “La tregua” (1997) di Francesco Rosi, “Vipera” (2001) di Sergio Citti.