Sala piena di giovani ieri sera, alla Casa del Cinema nell'ambito della Festa del Cinema di Roma, per l’anteprima mondiale del restauro di Sei donne per l’assassino realizzato dal CSC – Cineteca Nazionale in collaborazione con Compass Film.
Il Conservatore della Cineteca Nazionale Steve Della Casa ha introdotto così la serata: «Sono contento di introdurre la serata per diversi motivi: si tratta di un restauro straordinario dal punto di vista della resa dei colori e ringrazio i colleghi della Cineteca che lo hanno realizzato in collaborazione con gli amici Libassi di Compass Film, presenti qui in sala; pur avendo questo film più di sessant’anni, risulta ancora oggi incredibilmente moderno ed è diretto da uno dei più grandi talenti del nostro cinema, Mario Bava, amato oggi da autori come Tim Burton e Quentin Tarantino. In sala, oltre all'amico Lamberto Bava qui accanto a me, sono presenti inoltre le nuove generazioni della famiglia Bava che salutiamo con affetto».
Presente sul palco con Steve Steve Della Casa, il Responsabile dell’Area Preservazione e restauro del CSC Sergio Bruno: «Sapevamo che restaurare un film cult avrebbe generato molta aspettativa. In questo film l’aspetto visivo è la componente fondamentale, l’uso del colore è peculiare ed è stato effettuato un lungo lavoro di analisi e controllo degli elementi a disposizione – avvalendoci dell’expertise del Conservatore, grande conoscitore del cinema di Bava (…). Ed è stato prezioso poter coinvolgere Lamberto Bava nella supervisione dell’ultima parte della lavorazione. Concludo con una curiosità: negli archivi della Cineteca Nazionale abbiamo ritrovato una copia d’epoca del film dove è presente un oggetto di scena in lingua italiana, un bigliettino (scritto dall’assassino) che nelle copie circolate a seguito della distribuzione in Germania risultava sempre scritto in tedesco. La versione che state per vedere questa sera presenta il bigliettino nella versione originale italiana».
L’ultima parola all’ospite d’onore della serata, Lamberto Bava: «Sei donne per l’assassino è stato indicato come il precursore di quelli che oggi si chiamano “gialli” (…). E’ un film dove assistiamo quasi ad una “spersonalizzazione” della sceneggiatura a favore delle immagini, in cui i colori accesi trasmettono una sensazione antitetica rispetto alle morti truculente messe in scena, e dove gli attori sono come dei manichini. Tanto quanto i manichini dell’atelier di moda dove il film si svolge».
Il restauro è stato realizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale in collaborazione con l’avente diritto Compass Film. Sono stati utilizzati il negativo scena e colonna originali. Lamberto Bava ha supervisionato la color correction. Laboratorio: Studio Cine S.r.l.
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