Si terrà a Trieste dal 15 al 21 settembre la XVI edizione di un festival che, oltre a riferirsi in modo non accademico ma inventivo al rapporto cinema-arti (secondo l'insuperata lezione rohmeriana sulla celluloide e il marmo), ha voluto contraddire le distanze cronologiche tra i film, costruendo dei programmi che riscoprano il passato senza rinchiuderlo in esso. Non quindi retrospettive separate dal cinema del presente, ma un unico, "attualistico", attraversamento della storia del cinema. Perciò la ricerca d'archivio (lieta delle collaborazioni consolidate con la Cineteca Nazionale e La Cineteca del Friuli) e l'acribia delle indagini critiche vorrebbero confluire in un godimento condiviso con il pubblico. Il cinema italiano più di tutti costituisce per noi un patrimonio sterminato che si offre a scoperte infinite, perciò riteniamo che questa "anteprima" si inserisca bene nelle ricerche dei programmi del Cinema Trevi e volutamente quest'anno vi abbiamo incluso solo copie rare 35mm della Cineteca Nazionale.
“Il 12 e 13 settembre, al cinema Trevi, anteprima della XVI edizione di I mille occhi – Festival internazionale del cinema e delle arti”
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Presentazione e note ai film di Sergio M. Grmek Germani
martedì 12
ore 16.30 Nous ne sommes plus des enfants di Augusto Genina (Non siamo più ragazzi, 1934, 83')
Anticipiamo in questa prima giornata il percorso del festival che si propone di scoprire le corrispondenze tra alcuni dei maggiori cineasti italiani. Tra essi, Genina, qui con un film in cui le vicende più laceranti del Novecento si specchiano, attraverso lo sguardo dei due protagonisti come spettatori di cinema, nelle immagini dello schermo.
Versione francese
ore 18.00 Addio giovinezza!di Ferdinando Maria Poggioli (1940, 97')
Dal film di Genina, che tra le due guerre rivede l'irruzione dello scoppio della prima, alla nuova versione, del grande Poggioli, dei due film con cui Genina reinventò la commedia di Camasio-Oxilia. La grande guerra seppellì i due commediografi, la seconda appena scoppiata travolgerà Poggioli.
ore 20.00 Via Marguttadi Mario Camerini (1960, 106')
Regista per eccellenza di una sempre rinnovantesi ma mai ripetibile giovinezza, Camerini realizza qui uno dei suoi film più belli del secondo dopoguerra: film sconsolato come lo fu il suo primo postbellico (Due lettere anonime), mai adagiandosi sui "domani che cantano".
mercoledì 13
ore 17.00 The Laughing Woman di Piero Schivazappa (Femina ridens, 1969)
Sottraendoci al bearsi nel bis e negli stracultismi, scultismi e affini, cerchiamo nel cinema di genere e nel basso il sottrarsi alle regole della Kultur. Dagmar Lassander, nel suo transito dal cinema tedesco all'italiano (con ritorni), ci ha donato non pochi eccessi, e perciò le rendiamo omaggio.
Versione inglese - Alla presenza di Dagmar Lassander
ore 19.00 Una donna per 7 bastardidi Roberto Bianchi Montero (1974, 95')
La talvolta "edwoodiana" sgrammaticatezza del regista diventa qui cinema d'avanguardia e il progetto del protagonista Richard Harrison si sposta su una centralità femminile, con una Lassander nella sua massima flagranza fisica e insieme artistica.
Alla presenza di Dagmar Lassander
ore 20.45 Presentazione del festival con Sergio M. Grmek Germani, Fulvio Baglivi, Cristina D'Osualdo, Christoph Draxtra, Cecilia Ermini, Paolo Luciani, Olaf Möller, Enzo Pio Pignatiello, Simone Starace, Dario Stefanoni, Cristina Torelli, Roberto Turigliatto, Gary Vanisian, Michele Zanetti
a seguire L'angelo con la pistoladi Damiano Damiani (1992, 117')
Più amato in Germania che in Italia (se non fosse per una monografia di Alberto Pezzotta), il friulano Damiani fu capace di film imprevedibili anche in epoche di cinema italiano in declino. Qui la complicità femminile tra Tahnee Welch ed Eva Grimaldi travolge i falsi canoni.
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