Il 31 agosto alla Casa del Cinema di Roma - nell’ambito dell’ampia retrospettiva “I mille volti di Alberto Sordi” - omaggio a Sergio D'Offizi e presentazione del libro "Luce su Alberto Sordi!, a cura di Gerry Guida (edizioni Artdigiland). Alle 17.00, in sala Deluxe, proiezione de “Il tassinaro“, a seguire la presentazione del libro, e alle 21.00, nell’arena esterna, “Detenuto in attesa di giudizio”. Entrambi i film sono stati fotografati da Sergio D’Offizi. Il volume sarà dispobibile in sala Deluxe.
LUNEDI 31 AGOSTO
ORE 17. 00
IL TASSINARO, Alberto Sordi,1983, 120’
«Nel film, la destinazione del “dottor Fellini” è Cinecittà, dove Federico dovrà girare una piccola apparizione d’attore in una pellicola diretta dall’amico Alberto. Per tutto l’episodio si gioca e si scherza come se il film in cui Fellini dovrà apparire fosse lo stesso Tassinaro, e l’apparizione coincidesse con quella che stiamo vedendo. A un certo punto il regista lo dice proprio al tassinaro, che insiste a sapere che cosa dovrà fare nel film di Sordi: “Ma niente…, quello che abbiamo già fatto: ‘pagliacciare’ così, come due vitelloni, ricordando i vecchi tempi… E guardandoci in faccia, ritrovandoci tali e quali; qualche rughetta in più, qualche capello in meno…”» (Anile).
a seguire Incontro con Sergio D’Offizi. Nel corso dell’incontro verrà presentato il libro a cura di Gerry Guida, Luce su Alberto Sordi! Alberto Sordi nei ricordi dell’autore della fotografia Sergio D’Offizi, Artdigiland, 2020.
ORE 21. 00
DETENUTO IN ATTESA DI GIUDIZIO, Nanni Loy, 1971, 102’
Giuseppe Di Noi, geometra emigrato in Svezia e divenuto titolare di una piccola impresa edile, decide dopo sette anni di tornare in Italia per le vacanze estive insieme alla moglie Ingrid e ai due figlioletti; ma all’esibizione del passaporto alla frontiera, viene ammanettato dagli agenti e trasferito, senza particolari spiegazioni sull’accusa, nel carcere di San Vittore. La sua odissea proseguirà nei penitenziari di Regina Coeli e Sagunto, fino a condurlo, in seguito a vari traumi, in un manicomio criminale. «Il kafkiano itinerario dell’innocuo geometra, trasformato in criminale per una distrazione della burocrazia peninsulare, offre a Nanni Loy e allo sceneggiatore Amidei, cronache giornalistiche alla mano, l’opportunità per spezzare una lancia in favore della riforma del nostro sistema carcerario e giudiziario. Si può chiamare commedia un film simile, anche se interpretato da un Sordi che non trascura le occasioni per far ridere? O non siamo piuttosto davanti a una satira civile, apprezzabile sia per l’intento che l’equilibrio fra realismo e invenzione comica? Se è vero che la cosiddetta commedia italiana resta un genere minore, qui essa assume tuttavia una precisa dignità sociale, di cui si deve tener conto» (Frosali).
Qui il programma dell’intera retrospettiva
Nella foto: Il dop Sergio D'Offizi e Alberto Sordi sul set di Io e Caterina (1980). Courtesy Archivio Storico Enrico Appetito.
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