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Il Centro Sperimentale di Cinematografia al 72. Festival di Berlino con il restauro di Mamma Roma, per il centenario pasoliniano, e il cortometraggio Le variabili dipendenti di Lorenzo Tardella, selezionato nella sezione Generation Kplus
Centro Sperimentale di Cinematografia
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18 Gennaio 2022

Un grande restauro, quello di Mamma Roma, che apre la sezione Berlinale Classics e insieme le celebrazioni per il centenario pasoliniano, e un cortometraggio, Le variabili dipendenti di Lorenzo Tardella, selezionato nella sezione Generation Kplus, sono le due proposte con cui il Centro Sperimentale di Cinematografia si presenta all’appuntamento del 72. Festival di Berlino (10/20 febbraio 2022).

«È una doppia presenza che ci rende orgogliosi – spiega Marta Donzelli, Presidente della Fondazione CSCanche perché sintetizza bene la doppia anima, sempre più in dialogo, di un’istituzione che ha nel proprio statuto tanto la conservazione, valorizzazione e diffusione del patrimonio storico del cinema italiano, attraverso la Cineteca Nazionale, quanto la formazione dei cineasti di domani, grazie alla Scuola Nazionale di Cinema.

Pasolini è una figura centrale per la cultura italiana ed europea, e siamo felici che nell’anno del suo centenario gli omaggi che in tutto il mondo gli saranno dedicati prendano le mosse da un Festival come quello di Berlino con cui Pasolini ha avuto un rapporto molto intenso, testimoniato dall’Orso d’argento per Il Decameron nel 1971 e dall’Orso d’oro per I Racconti di Canterbury nel 1972».

La prima mondiale del restauro digitale (4K) di Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini (1962), realizzato da CSC – Cineteca Nazionale a partire dai negativi originali 35mm e dalla colonna ottica messi a disposizione da RTI-Mediaset in collaborazione con Infinity+ e Cine34, «inaugura – spiega Alberto Anile, Conservatore della Cineteca Nazionalel'anno del centenario di Pasolini con uno dei suoi film più belli e struggenti, quello in cui l'autore di Accattone incontra la protagonista di Bellissima. Mamma Roma è una condanna del razzismo classista e insieme dell'individualismo di un sottoproletariato che aspira egoisticamente alla piccola borghesia, in un racconto imbevuto di riferimenti pittorici e di sacralità. Ma è anche una delle interpretazioni migliori della Magnani, mater dolorosa stretta nella morsa fra calcolo e sentimento, condannata alla tragedia dalle ambizioni con cui vorrebbe riscattare suo figlio e se stessa. Il nostro restauro ha fra l'altro recuperato pazientemente tutti i frammenti che nel tempo si erano perduti, colmando piccole lacune e scoprendo modifiche arbitrarie, così da riportare per la prima volta il film alla forma, integra e smagliante, che aveva alla sua prima uscita in sala».

Con la selezione nella sezione Generation Kplus di Le variabili dipendenti, saggio di diploma dell’allievo Lorenzo Tardella, il CSC – Scuola Nazionale di Cinema conferma una volta di più la presenza delle opere dei propri studenti nei principali festival internazionali. Le variabili dipendenti è una riflessione sul tema dell’ingresso nell’adolescenza, che si interroga sul significato dell’intimità attraverso le storie dei giovanissimi Pietro e Tommaso.  

LE VARIABILI DIPENDENTI – sinossi

Quando finisce l’infanzia?

E cosa significa veramente l’intimità? 

Pietro e Tommaso sono alle porte dell’adolescenza. Si conoscono nel palchetto di un teatro, mentre le note di Vivaldi risuonano intorno a loro. 

È un primo bacio. È forse qualcos’altro?

Quello stesso pomeriggio, circondati dal silenzio delle pareti di casa, cercheranno di scoprirlo. 

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