Il CDA del Centro Sperimentale di Cinematografia, composto dal Presidente Felice Laudadio e dai consiglieri d’amministrazione Roberto Andò, Giancarlo Giannini e Carlo Verdone, riunitosi in data 15 giugno 2020, ha deciso la nomina di Paolo Cherchi Usai a nuovo direttore della Cineteca Nazionale. Cherchi Usai succede alla conservatrice Daniela Currò, il cui mandato era da poco scaduto e che il CSC ringrazia per il lavoro svolto negli ultimi anni.
Paolo Cherchi Usai è già direttore didattico della sede Puglia del CSC, con sede a Lecce: una scuola in cui si insegna la difficile arte del restauro di film e di materiali audiovisivi. Cherchi Usai è una delle massime autorità nel campo della conservazione e del restauro cinematografico e audiovisivo: è stato direttore del George Eastman Museum di Rochester, New York, una delle più importanti cineteche del mondo; è tra i fondatori delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, il principale festival dedicato al cinema delle origini; ha avuto, e ha, incarichi presso le più prestigiose cineteche e università del mondo. Nominandolo direttore, la Cineteca Nazionale si è assicurata un’eccellenza di livello mondiale.
“La Cineteca Nazionale – dichiara Paolo Cherchi Usai – ha due tesori. Uno è la sua collezione, frutto dell’iniziativa e della lungimiranza dei nove conservatori e direttori che mi hanno preceduto. L’altro è il personale della Cineteca: un collaudato team di professionisti, consapevoli del proprio ruolo di guardiani del patrimonio audiovisivo nazionale e più che mai determinati a condividerlo con il pubblico di oggi e di domani. La sintesi fra i due ingredienti è molto più della somma delle due parti: un’istituzione culturale fatta di film, programmi televisivi, fotografie e manifesti, ma anche di una squadra che merita di essere sostenuta e valorizzata. Nel rendere omaggio ai miei predecessori — Daniela Currò, Emiliano Morreale, Enrico Magrelli, Sergio Toffetti, e tutti coloro che li hanno preceduti — confermo l’impegno già formulato al presidente del CSC, Felice Laudadio: dare alla Cineteca il posto che le spetta nel panorama internazionale, ma soprattutto fare del mio meglio per facilitare il lavoro dei miei colleghi, nel nome di ogni spettatore, specializzato o meno. La mia cineteca ideale è un’officina di cultura al servizio di tutti i cittadini."
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