Nel corso di più di un anno di lavoro, ilCentro Sperimentale di Cinematografia ha documentato le varie fasi del restauro del Mammuthus meridionalis vestinus, uno fra gli esemplari più completi rinvenuti in Europa, dal 1958 ospitato a L'Aquila, presso il Bastione Est del Forte Spagnolo, trasformato per l'occorrenza in un vero e proprio laboratorio. Stefano Landini, regista diplomato alla Scuola Nazionale di Cinema, ha realizzato due spot che sono stati proiettati martedì 24 febbraio, presso l'Auditorium "Gen. S. Florio" della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza dell'Aquila.
L'incontro - organizzato congiuntamente dal Corpo della Guardia di Finanza e dalla Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Abruzzo - ha illustrato l'intervento di restauro sostenuto dall'iniziativa "un click per l'Abruzzo", devoluzione volontaria del controvalore di una giornata di lavoro delle Fiamme Gialle di tutto il Paese, grazie alla quale sono stati raccolti circa 600mila euro destinati al recupero dello scheletro del mammut. Risalente ad un milione e trecentomila anni fa (Pleistocene inferiore) lo scheletro del Mammuthus meridionalis 'vestinus è stato rinvenuto nel 1954 in località Madonna della Strada nel comune di Scoppito, a circa 15 chilometri da L'Aquila; è in buono stato di fossilizzazione ed appartiene ad un esemplare di maschio adulto alto 4 metri al garrese e lungo 6,50 metri dalla punta della zanna all'estremità della coda, del peso di oltre 10 tonnellate.
Inizialmente è stata effettuata un'accurata serie d'indagini diagnostiche: monitoraggio del microclima, radiografie, campagna fotografica a luce normale, radente e ultravioletta, analisi chimico-fisiche e mineralogiche e un rilievo laser scanner 3D, che hanno consentito di verificare lo stato dello scheletro. Successivamente si è proceduto al restauro conservativo: dopo lo smontaggio e un'accurata pulitura, si è svolta la fase di consolidamento delle ossa, sottoposte ad incollaggi, stuccature, ed integrazioni cromatiche delle parti ricostruite, per essere infine trattate con uno specifico prodotto protettivo. Contestualmente, in collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma, si procede allo studio biometrico, che fornisce nuove e più dettagliate informazioni sulla vita del mammut.
Il Centro Sperimentale di Cinematografia continuerà a documentare la fase conclusiva di questo raro e complesso percorso di restauro e approfondimento ed il riallestimento espositivo che consentirà a tutti di ammirarlo.
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