Rotunno venne al Centro Sperimentale alla fine degli anni ottanta chiamato ad insegnare Fotografia da Lina Wertmuller. Ogni mattina puntualissimo da oltre vent'anni organizza le sue lezioni con la sua innata gentilezza e discrezione. A chi entra per la prima volta a scuola e lo ascolta con grande rispetto, da i suoi primi consigli che rimarranno stampati nella loro mente per sempre: "Seguite le vostre inclinazioni, le vostre emozioni, ma fatelo solo se siete davvero motivati, il corso di fotografia è un po' speciale, si comincia a studiare a scuola e si continua a studiare per tutta la vita. Solo lo studio sistematico e l'aggiornamento con le più recenti tecniche possono fare di un direttore della fotografia un buon direttore della fotografia. Decidere di fare il direttore della fotografia è una scelta profonda dietro la quale non può che esservi una motivazione forte, radicata, nobile. La fotografia cinematografica è una finestra aperta sull'orizzonte infinito della luce: continuamente variabile e simile nello stesso tempo. Se ne devono cogliere i momenti più significativi, idonei a trasformare e valorizzare le storie letterarie in immagini cinematografiche a noi affidate, dando loro la vitalità necessaria per trasmettere alla grande platea di fruitori tutte le emozioni evidenti e latenti contenute. Per rendere valida la fotografia cinematografica è indispensabile togliere il proprio "io" senza perdere la propria personalità. Volontà, curiosità, disciplina e modestia sono le doti che deve possedere un allievo del corso di fotografia." Uno dei suoi ragazzi, dopo aver terminato la scuola e iniziato a lavorare, lo scorso anno gli scrisse queste parole di riconoscenza: "Caro Maestro Giuseppe Rotunno, le scrivo questa lettera perché adesso che la scuola è terminata sto raccogliendo i primi frutti dei suoi insegnamenti e dei suoi collaboratori. I primi lavori e le prime esperienze al di fuori del mondo scolastico stanno mettendo in luce l'importanza fondamentale dei suoi consigli. Sento che oltre alle competenze tecniche lei mi ha trasmesso qualcosa di più: l'amore infinito per l'arte e il rispetto della professione e dei propri colleghi. Sto vivendo le prime soddisfazioni personali e spero che sia solo l'inizio…."
Giuseppe Rotunno inizia prestissimo il suo rapporto con la fotografia, aveva appena tre anni accanto a suo padre che era un grande appassionato. Allora non sapeva che il cinema sarebbe stato il suo pane quotidiano. E non lo sapeva neanche quando all'età di 17 anni entra per la prima volta a Cinecittà come apprendista elettricista. Poco dopo il suo ingresso, in quella che è stata per tantissimi anni una fabbrica di sogni, riesce a farsi assumere come apprendista presso il laboratorio fotografico, all'interno di Cinecittà, diretto da Arturo Bragaglia. Lì inizia la sua carriera che prenderà molteplici pieghe, da fotografo di scena per gli uffici stampa cinematografici, ad operatore di macchina fino a direttore della fotografia. Giuseppe Rotunno ha lavorato, come direttore della fotografia e non solo, con i più grandi maestri della storia del cinema nazionale e non. Nel ruolo artistico che ricopre è indispensabile la sintonia con il regista con il quale lavora, e anche in questo la sua qualità umana è forte, tanto da riuscire a stringere sodalizi con Maestri dai caratteri diversi e non sempre facili. Nomi del calibro di Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Federico Fellini, Mario Monicelli, Sydney Pollac e Mike Nichols solo per citarne alcuni. E sempre con loro sono arrivati i numerosi premi e riconoscimenti alla sua professionalità. Basti pensare che i Nastri d'Argento vinti nella sua carriera sono ben 7, 3 i David di Donatello, un Bafta e una Nomination all'Oscar, lo hanno consacrato un maestro per tutti i set. Dal 1988 è Docente-coordinatore del corso di Fotografia presso la Scuola Nazionale di Cinema. Dice Rotunno "Cerco soprattutto di educare l'occhio degli allievi, li stimolo a guardarsi intorno, a memorizzare la serie infinita di informazioni che quotidianamente arrivano dal mondo esterno. Osservando con attenzione, si impara a conoscere le forme, i colori, gli oggetti di una certa epoca. E' importante la tecnica, ma soprattutto per saper leggere ciò che vediamo". Così Giuseppe Rotunno, novant'anni compiuti il 19 marzo, mette a disposizione, di chi ha deciso di percorrere le sue stesse orme, la sua vastissima esperienza.
Foto di Alberto Guerri
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