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Il Centro Sperimentale di Cinematografia saluta Franco Giraldi
Centro Sperimentale di Cinematografia
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03 Dicembre 2020

Il 2020 e la pandemia continuano a colpire. Nella serata del 2 dicembre è morto Franco Giraldi, regista, sceneggiatore, critico cinematografico. Nel '90 era stato chiamato da Caterina d'Amico al Centro Sperimentale di Cinematografia per fare corsi e seminari con gli studenti di Recitazione, e poi ha lavorato da noi in vari modi, sempre come docente, fino al 2007. Aveva 89 anni: era nato a Comeno (oggi Komen, in Slovenia, a pochi chilometri da Gorizia e da Trieste) l’11 luglio del 1931. È morto, dicono le notizie di agenzia, in un ospedale sul Carso triestino dove era ricoverato da pochi giorni a causa del Covid-19. Era tornato a vivere a Trieste nel 2009, dopo una vita passata a Roma (dove si era trasferito nel dopoguerra) per lavorare nel cinema.

Partigiano a 14 anni, uomo di finissima cultura, vero testimone di un confine (quello tra l’Italia e la ex Jugoslavia) dove si sono consumati drammi epocali ma è anche fiorita una cultura cosmopolita memore del grande passato dell’Impero austro-ungarico, Giraldi sfogò la passione per il cinema prima come critico, scrivendo su “l’Unità” e fondando assieme a Tullio Kezich e a Callisto Cosulich il primo Circolo del Cinema di Trieste. A Roma lavorò molto come aiuto-regista e sceneggiatore, lavorando con Gillo Pontecorvo (fa anche una piccola parte in “Giovanna”, 1956), Carlo Lizzani, Giuseppe De Santis, Giuliano Montaldo. Si divertiva sempre a ricordare che sono girate da lui le sequenze più efferate di “Per un pugno di dollari”, primo western di Sergio Leone dove Giraldi dirigeva la seconda unità. La sua prima regia, col nome d’arte di Frank Grafield, fu “7 pistole per i MacGregor” (1966), un successo formidabile che diede vita anche a un seguito, “7 donne per i MacGregor” (1967). Il primo film, diciamo così, d’autore fu “La bambolona” con Ugo Tognazzi, nel 1968. Un altro bellissimo film è “La rosa rossa” (1973) ma i veri gioielli firmati da Giraldi sono alcuni film per la tv: “Un anno di scuola” (1977, da un romanzo di Giani Stuparich) e “La giacca verde” (1979, da Mario Soldati). E per la tv Giraldi ha lavorato parecchio, dirigendo ad esempio la serie “L’avvocato Porta” con Gigi Proietti (per Mediaset) e una serie, “Pepe Carvalho”, ispirata ai celebri romanzi di Manuel Vazquez Montalban.

Lavorò al CSC assieme a Giuseppe De Santis, insegnante di Recitazione e suo carissimo amico (abitavano, a Fiano Romano, in due appartamenti contigui), tenendo seminari e corsi di varia durata. Oggi lo ricordano, sui propri profili social, ex allievi come Francesco Bruni e Gianfranco Pannone che hanno avuto l’onore di lavorare con lui. Tutti i dirigenti, i lavoratori e gli studenti del Centro Sperimentale, a cominciare dal Presidente Felice Laudadio e dal Direttore Generale Monica Cipriani, piangono la sua scomparsa.

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