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Il CSC – Scuola Nazionale di Cinema ospita una masterclass della regista Ruth Beckermann
Centro Sperimentale di Cinematografia
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18 Novembre 2022

Nell’ambito della rassegna Ruth Beckermann, l’immagine della parola (al Cinema Troisi di Roma il 21, 22 e 23 novembre), CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, in collaborazione con Filmmaker e con il sostegno del Forum Austriaco di Cultura, ospita una masterclass della regista Ruth Beckermann rivolta agli allievi del CSC – Scuola Nazionale di Cinema e aperta al pubblico.

L’incontro, condotto dal regista e produttore Carlo Hintermann, si terrà il 24 novembre alle ore 11.00 nell’Aula magna del Centro Sperimentale di Cinematografia (via Tuscolana 1524, Roma).

L’accesso per il pubblico è gratuito previa prenotazione all’indirizzo email prenotazione@fondazionecsc.it. Possibilità di prenotazione fino a esaurimento posti.

RUTH BECKERMANN 

Quando comincia a girare nelle strade di Vienna documentando le proteste delle giovani generazioni contro l'elezione di Waldheim alla presidenza, Ruth Beckermann (Vienna, 1952) è tra i manifestanti, ha già un'esperienza di giornalista in giro per il mondo ma “filmare” appare in quel momento un gesto necessario, il solo in grado di rispondere al desiderio che attraversa l'intera sua opera, quello cioè di confrontarsi col proprio tempo, trovarne la voce, il respiro, illuminarne le contraddizioni, i conflitti, le zone più complesse. Quei materiali torneranno in forma di archivio in Waldheims Waltzer il suo film che l'Austria ha candidato agli Oscar nel 2019 nella categoria del miglior film internazionale a conferma dello statuto centrale dell'autrice all'interno del cinema austriaco e mondiale.

Questa spinta a un confronto con la realtà fondato su un rapporto costante tra dimensione “privata” e immagine collettiva è presente nell'autrice sin dai suoi primi lavori nella Vienna del 1977 quando per un collettivo video indipendente aveva documentato le battaglie in un centro culturale della città. Il film, Arena besetzt (1977) è diventato nel suo sguardo il racconto di un'utopia e della sua fine ma anche un “saggio” sul senso del cinema politico. Ed è questa una delle cifre che caratterizza la generazione del “Nuovo cinema austriaco” nelle sue differenze, e che qui trova il punto di incontro con il bagaglio delle avanguardie e con il loro lavoro di reinvenzione formale del racconto cinematografico; autori e autrici, da Kurt Kren a Friedl Vom Groeller, da Ulrich Seidl a Peter Tcherkassky.

Ma se questo “lavoro di memoria” è per molti autori soprattutto cinematografico, nella poetica di Beckermann si fa punto di partenza narrativo in una intersezione tra presente e passato, documentario e finzione, che esplora i nodi della Storia per dare voce a quelli della nostra epoca. Ogni opera interroga le questioni di identità personale e collettiva che passano per la relazione della società europea e americana con l'ebraismo della diaspora, dopo la seconda guerra mondiale fino oggi, per la narrazione della donna, per le inquietudini del nostro pianeta cercando, ancora una volta, di esprimere il sentimento del mondo in cui l'autrice vive, e un linguaggio cinematografico sempre inventivo, vivo, che vuole mettere alla prova il proprio mezzo a ogni nuova scommessa.

Da un film come Those Who Go, Those Who Stay (2013) quasi un saggio sulle migrazioni volontarie e involontarie attraverso l'Europa al magnifico Die Geträumten (2016) in cui – sperimenta una forma “ibrida” di finzione nella messinscena della relazione tra Paul Celan e Ingeborg Bachmann, la sua costruzione di memoria vive tra sfaccettature di emozioni e la contemporaneità. Diventa road movie in American Passage (2011), girato a Harlem dopo la crisi finanziaria del 2008 e l'elezione di Obama primo presidente african-american della storia, e incursione nel colonialismo alla ricerca dei legami tra Oriente e Occidente (Ein flüchtiger Zug nach dem Orient, 1999) e tra Europa e Africa (nel progetto di The Emperor, in coproduzione italiana con Citrullo international e RaiCinema e con contributo alla coproduzione della Direzione generale Cinema del MIC, oggi in pre-produzione). Straordinaria è la sua ricerca continua della forma documentaria “giusta”: la messa in scena della parola, a partire da un piccolo classico della letteratura libertina come Mutzenbacher di Felix Salten si trasforma in una originalissima, divertente e sottilmente controcorrente interrogazione della mascolinità nel confronto con un personaggio femminile tuttora imprendibile. Mutzenbacher ha esordito nel febbraio 2022 alla Berlinale, dove ha vinto il premio nella sezione Encounters confermando la capacità di Beckermann di attraversare il nostro tempo, il nostro mondo, la nostra realtà disseminando piste e nuove possibilità di visione.

CARLO S. HINTERMANN

Carlo S. Hintermann è un regista e produttore italiano e svizzero. Dopo esserci diplomato in percussioni classiche e aver studiato Storia del cinema in Italia, si diploma in regia negli Stati Uniti. Realizza una serie di cortometraggi e successivamente, insieme a Luciano Barcaroli, Gerardo Panichi e Daniele Villa, dirige il the documentario Rosy - Fingered Dawn: un film su Terrence Malick, seguito da Chatzer: Inside Jewish Venice(Torino Film Festival, 2004). Successivamente realizza il corto di animazione H2O(Festival di Animazione di Annecy, 2007) insieme a Studio Brutus. Nel 2010 produce e dirige l’unità italiana del film di Terrence Malick The Tree of Life(Palma d’oro al Festival di Cannes, 2011) e realizza il documentario The Dark Side of the Sun(Festa del cinema di Roma, Extra, 2011 – Menzione speciale della giuria - premio Enel Cuore) esplorando la relazione tra animazione e riprese dal vero. Nel 2013 realizza lo spot per la Giornata mondiale delle malattie rare in collaborazione con Annie Lennox degli Eurythmics, seguito dallo spot per la campagna del 2015, entrambi realizzati con lo studio di stop motion Moonchausen. Insieme a Gerardo Panichi produce una serie di film, corti e documentari tra cui Tsili di Amos Gitai (Mostra Internazionale del cinema di Venezia, 2014), Rabin: The Last Day di Amos Gitai (Mostra Internazionale del cinema di Venezia, 2015), Monte di Amir Naderi (Mostra Internazionale del cinema di Venezia, 2016 - Glory to the Filmaker Award), Dal Ritorno di Giovanni CioniRhinoceros di Kevin Jerome Everson. All’attività di cineasta accompagna quella di musicista, compositore e studioso di cinema, realizzando insieme a Luciano Barcaroli e Daniele Villa i volumi Addio terraferma: Ioseliani secondo Ioseliani, Ubulibri 1999; Una storia vera - The Straight Story, Ubulibri 2000; Il cinema nero di Takeshi Kitano: Sonatine - Hana-Bi - Brother, Ubulibri 2001; Scorsese secondo Scorsese, Ubulibri 2003 e Terrence Malick: Rehearsing the Unexpected, Faber & Faber 2015. 

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