“Il documentario “Zac, i fiori del male” di Massimo Denaro, film di diploma CSC della sede Abruzzo, è in programma alla Casa del Cinema giovedì 24 settembre ore 19.30″
Una giornata alla Casa del Cinema - giovedì 24 settembre - per celebrare, con proiezioni e una tavola rotonda - il trentennale della scomparsa di Italo Calvino, ma anche quello della scomparsa di Pino Zac, autore, nel 1971, del film di animazione Il cavaliere inesistente, dall'omonimo testo calviniano. Sarà presentata la nuova edizione ampliata di L'avventura di uno spettatore. Italo Calvino e il cinema, a cura di Lorenzo Pellizzari (Artdigiland, 2015), con contributi di Giovanni Bogani, Michele Canosa, Luca Clerici, Antonio Costa, Guido Fink, Goffredo Fofi, Tommaso Pomilio, Roberto Silvestri, testimonianze di Carlo di Carlo, Letizia Lodi, Citto Maselli, e l'intervista sul cinema di Lietta Tornabuoni, uscita su «La Stampa» in occasione della presidenza di Calvino della Giuria della Mostra del Cinema di Venezia del 1981.
Il libro ripercorre le poche ma fruttuose relazioni di Calvino con il cinema italiano ma soprattutto sviluppa un viaggio in un immaginario che dal cinema prende le mosse. Si parte da quanto Calvino racconta nella sua Autobiografia di uno spettatore, del '74, prefazione al volume Fellini: quattro film, si attraversano racconti, romanzi, saggi critici individuandone l'imprinting cinematografico, e si arriva al "segno calviniano" di non poche opere del cinema e del disegno animato contemporanei. L'apparato iconografico rende omaggio alla fascinazione calviniana per il cinema classico, soprattutto americano: «La mia epoca va pressappoco daiLancieri del Bengala e L'ammutinamento del Bounty fino alla morte di Jean Harlow».
Il libro ripercorre le poche ma fruttuose relazioni di Calvino con il cinema italiano ma soprattutto sviluppa un viaggio in un immaginario che dal cinema prende le mosse. Si parte da quanto Calvino racconta nella sua Autobiografia di uno spettatore, del '74, prefazione al volume Fellini: quattro film, si attraversano racconti, romanzi, saggi critici individuandone l'imprinting cinematografico, e si arriva al "segno calviniano" di non poche opere del cinema e del disegno animato contemporanei. L'apparato iconografico rende omaggio alla fascinazione calviniana per il cinema classico, soprattutto americano: «La mia epoca va pressappoco daiLancieri del Bengala e L'ammutinamento del Bounty fino alla morte di Jean Harlow».
Programma
(sala Deluxe):
(sala Deluxe):
- ore 17.00 due mediometraggi di Carlo di Carlo: L'inseguimento (1973, 25'), da Ti con zero, e Avventura di un lettore, dal racconto omonimo della raccolta Gli amori difficili (1973, 38')
- ore 18.00 incontro, introdiotto dal direttore della Casa del Cinema Giorgio Gosetti, con Giovanni Bogani (critico cinematografico «La Nazione» e docente di storia del cinema - Scuola Immagina di Firenze), Massimo Denaro (regista, allievo CSC), Tommaso Pomilio (docente di cinema e letturatura Università La Sapienza), Stefania Parigi (docente di cinema Roma 3), Roberto Silvestri (critico cinematografico), Silvia Tarquini (direttore Artdigiland)
(sala Kodak):
- ore 19.30 Zac, i fiori del male di Massimo Denaro (2015, 60')
Pino Zac
Maestro della satira politica (e non solo) Pino Zac, all'indomani della morte, avvenuta il 25 agosto 1985, veniva così ricordato da Oscar Cosulich sulle pagine de «La Repubblica»: «Domenica pomeriggio è morto a Fontecchio (L'Aquila) Pino Zac, uno dei protagonisti della satira politica italiana, autore prolifico di cinema d'animazione, direttore di diverse riviste, collaboratore dei più prestigiosi giornali di satira europea. Nato a Trapani nel 1930, si era trasferito a Roma per studiare architettura. Giuseppe Zaccaria (questo il suo vero nome) lasciò ben presto uno studio che sentiva stretto per dedicarsi alla satira e al fumetto. Nel 1951 crea il Gatto Filippo per «Paese Sera», personaggio che incontra un notevole successo e vivrà fino al 1959. Nel frattempo Zac dimostra una sorprendente capacità creativa in più di un'attività, si dedica al cinema d'animazione e inizia a lavorare per diverse testate. In Italia collabora al «Pioniere» e «Vie Nuove», all'estero al polacco «Spillky», all'inglese «Playtime», ai francesi «L'Echo des Savanes» e «Le Canard Enchainé». Ha pubblicato quattro volumi, ormai introvabili, in cui attaccava il clero e l'Italietta-piccolo-borghese (Rouge et Noir, Pretesti, La Cambiale, Questo popolo di...). Insieme a Giancarlo Fusco ha fondato «I Quaderni del Sale». Il suo spirito irriverente e libero gli procurò una sequela interminabile di denunce: oltraggio a capo di Stato, vilipendio alla religione, alla magistratura, denunce per oscenità. Il fatto che Zac fosse a suo agio anche su temi internazionali lo rese, in alcuni momenti della sua tumultuosa carriera, un "ricercato internazionale". Una sua vignetta, raffigurante George Pompidou con al posto del pene un fungo atomico, gli impedì a lungo di recarsi n Francia. Per quello che riguarda il cinema d'animazione, Zac ha realizzato una ventina di cortometraggi e un lungometraggio che univa attori in carne ed ossa ai suoi disegni: Il Cavaliere inesistente, tratto dal racconto omonimo di Italo Calvino.
Zac, i fiori del male di Massimo Denaro (2015, 60')
La settantaduesima Mostra del Cinema di Venezia ha selezionato il film di diploma di Massimo Denaro Zac, i fiori del Male, presentato l'8 e il 9 settembre fuori concorso nella nuova sezione "Il Cinema nel Giardino". Il film è stato realizzato nell'ambito del corso di "Reportage cinematografico" attivato dalla sede Abruzzo del Centro Sperimentale di Cinematografia - Scuola Nazionale di Cinema con la supervisione dei docenti: Giovanni Oppedisano, Stefano Gabrini, Edoardo Dell'Acqua e Stefano Campus.
Il documentario ripercorre l'attività umana e professionale di Pino Zac a partire dalla casa dove fu trovato senza vita nel 1985 a pochi chilometri da L'Aquila, un castello, un universo zacchiano, in abbandono. Nel palazzo è tutto sospeso dal 1985: ogni cosa al suo posto, pennelli, colori, tavoli, libri, vestiti, letti, medicine. Tutto come fosse in attesa del ritorno del suo padrone, uscito di fretta a comprare il giornale. Ha inizio qui la ricerca sulla figura di Pino Zac da parte del giovane regista Massimo Denaro che, attraverso le testimonianze di Valter Zarroli, Vauro, Riccardo Mannelli, Vincino, Jacopo Fo, Vincenzo Sparagna, Drahomira Biligova, ci fa rivivere una delle esperienze più stimolanti della satira italiana con la redazione di «Il Male» di cui Pino Zac non è stato non solo il direttore, ma la guida, il talent scout, capace di inaugurare una nuova stagione satirica che arriva sino a oggi.
Il documentario ripercorre l'attività umana e professionale di Pino Zac a partire dalla casa dove fu trovato senza vita nel 1985 a pochi chilometri da L'Aquila, un castello, un universo zacchiano, in abbandono. Nel palazzo è tutto sospeso dal 1985: ogni cosa al suo posto, pennelli, colori, tavoli, libri, vestiti, letti, medicine. Tutto come fosse in attesa del ritorno del suo padrone, uscito di fretta a comprare il giornale. Ha inizio qui la ricerca sulla figura di Pino Zac da parte del giovane regista Massimo Denaro che, attraverso le testimonianze di Valter Zarroli, Vauro, Riccardo Mannelli, Vincino, Jacopo Fo, Vincenzo Sparagna, Drahomira Biligova, ci fa rivivere una delle esperienze più stimolanti della satira italiana con la redazione di «Il Male» di cui Pino Zac non è stato non solo il direttore, ma la guida, il talent scout, capace di inaugurare una nuova stagione satirica che arriva sino a oggi.
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