La Conservatrice della Cineteca Nazionale, Daniela Currò, ha svelato al pubblico francese storia e curiosità della prima pellicola a colori prodotta in Italia
Il cinema italiano è stato ben rappresentato alla Journée d'étude internationale -- Histoires de la couleur à l'écran organizzata dalla Cinémathèque française, in collaborazione con il Centre Pompidou e il CNC (Centre national du cinéma et de l'image animée) francese, il giorno 3 marzo 2020 a Parigi.
La giornata di studi, che anticipa ogni anno il festival Toute la mémoire du monde della Cinémathèque française, quest'anno è stata dedicata alla storia del colore sul grande schermo e alle ricerche riguardo all'uso del colore nel cinema. Aperta dalla direttrice della fotografia Caroline Champetier, è proseguita con gli interventi di una serie di esperti internazionali del settore, storici del cinema, curatori, restauratori, artisti, invitati a Parigi dalla Cinémathèque.
Tra questi anche la Conservatrice della Cineteca Nazionale, Daniela Currò, che ha svelato al pubblico francese storia e curiosità del Ferraniacolor, prima pellicola a colori mai prodotta in Italia, utilizzata con successo nei primi anni Cinquanta prima per cortometraggi documentari e poi per film più popolari, inclusi i celeberrimi Totò a colori (Steno, 1952) e Miseria e Nobiltà (Mario Mattoli, 1954), quest'ultimo di recente restaurato dalla Cineteca Nazionale, così come il documentario Carlo Carrà (Piero Portalupi, 1952), anch'esso girato in Ferraniacolor e preservato dalla Cineteca Nazionale nel 2018.
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