Il fondo è stato donato dalle figlie Daniela e Carola nel 2019. Si tratta di circa quaranta documenti: tra soggetti, trattamenti, sceneggiature, copioni teatrali, molti dei quali inediti, manoscritti e altro.
Francesco De Robertis (1902-1959), ufficiale della Regia Marina, si dedicò al cinema come sceneggiatore, regista e soggettista, affermandosi come uno dei precursori del Neorealismo. Il cinema del "comandante" nasce sullo sfondo bellico ma è esente da retorica patriottica e propagandistica. La sua regia accosta uno stile sobrio e documentaristico per raccontare in modo realistico e drammatico vicende militari e navali, con attori non professionisti e location per lo più autentiche.
I suoi interessi artistici lo spinsero prima verso il teatro, dove negli anni '30 fu impegnato nell'allestimento di quattro, dei suoi otto drammi, La pagina degli scandali, La luce sul fondo, Civiltà, Hàtama, e poi definitivamente verso il cinema. Negli anni '40 fu responsabile del Centro Cinematografico del Ministero della Marina, da lui stesso voluto, con l'intento di produrre opere per risollevare il morale dell'arma. Dopo il cortometraggio d'esordio Mine in vista (1940), realizzò nel 1941 il lungometraggio Uomini sul fondo, sulle operazioni di salvataggio di un sommergibile italiano rimasto bloccato sul fondale, interpretato esclusivamente da ufficiali, sottufficiali ed equipaggi della Regia Marina, come nei suoi lavori successivi. Nel medesimo anno firmò come supervisore La nave bianca di Rossellini (ruolo storicamente molto controverso), film su una nave ospedaliera in tempo di guerra, (la Biblioteca Chiarini conserva la lista dialoghi del film). I lavori successivi confermano la natura antiretorica dell'ispirazione di questo comandante-regista, attento al risvolto umano delle vicende: Alfa Tau! (1942), che racconta la vita personale e militare dell'equipaggio di un sommergibile, e Uomini e cieli (1944), in cui quattro ufficiali dell'aviazione dispersi su vari fronti si ritrovano.
Durante l'8 settembre 1943 De Robertis era prigioniero dei nazisti nelle carceri di Castelfranco Emilia in provincia di Modena per falsa accusa di diserzione - aveva invece richiesto e avuto dalla Marina un congedo provvisorio. Dopo alcuni mesi, quando la Gestapo chiarì, fu rilasciato, ma le vicende belliche e la linea gotica gli impedirono il ritorno a casa. Poiché a Venezia erano state riallestiti gli stabilimenti cinematografici della Scalera Film, si fermò in quella città per girare La vita semplice (1946). Nel dopoguerra si congedò definitivamente dalla Marina e realizzò numerosi film tra cui i più noti furono Carica eroica (1952), Mizar (1953), Uomini ombra (1954).
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