“Il Maestro Antonio Coppola accompagna dal vivo al pianoforte la proiezione di “The Lodger” di Alfred Hitchcock (1926).”
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sabato 18
ore 17.00
…E la terra prese fuoco (The Day the Earth Caught Fire, 1961)
Regia: Val Guest; soggetto e sceneggiatura: Wolf Mankowitz, V. Guest; fotografia: Harry Waxman; scenografia: Scott Slimon; costumi: Beatrice Dawson; musica: Stanley Black; montaggio: Bill Lenny; interpreti: Janet Munro, Leo McKern, Edward Judd, Michael Goodliffe, Bernard Braden, Reginald Beckwith; origine: Gran Bretagna; produzione: Pax Films; durata: 98'
La Terra è in pericolo a causa degli esperimenti nucleari di russi e americani: uscita dalla sua orbita, inizia ad avvicinarsi al Sole e l'unico modo per salvarla è una nuova esplosione che rimetta il pianeta nella giusta traiettoria. Tra gli attacchi di panico della popolazione, l'incertezza dei governi e i disastri naturali che si susseguono, a raccontare la storia è il giornalista londinese Peter Stenning, sempre più disilluso sul futuro dell'umanità. Divenuto celebre con la serie di Quatermass, prodotta dalla Hammer, Val Guest gira un gioiello di fantascienza apocalittica, per certi versi sinistramente premonitore (il surriscaldamento climatico), per altri calato in pieno nelle ossessioni della guerra fredda. Ancora godibilissimo, anche negli ingenui (ma efficaci) effetti speciali.
Copia proveniente da Cineteca Griffith
ore 19.00
The Lodger: A Story of the London Fog (Il pensionante, 1926)
Regia: Alfred Hitchcock; soggetto: dal romanzo The Lodger di Marie Belloc Lowndes; sceneggiatura: Eliot Stannard; fotografia: Gaetano di Ventimiglia; scenografia: C. Wilfred Arnold, Bertram Evans; montaggio: Ivor Montagu; interpreti: Ivor Novello, Marie Ault, Arthur Chesney, June Howard Tripp, Malcolm Keen; origine: Gran Bretagna; produzione: Gainsborough Pictures; durata: 80' (20fps)
Londra è in preda al terrore per le gesta di un assassino seriale che uccide solo ragazze bionde. Quando a casa dei signori Bunting si presenta un nuovo inquilino dall'aria misteriosa, la figlia Daisy e il suo fidanzato, ispettore di Scotland Yard, iniziano a sospettare che sia proprio lui l'autore degli omicidi. Ma le cose non stanno affatto come sembrano. Considerato il primo capolavoro di Hitchcock e uno dei suoi film più riusciti del periodo inglese, Il pensionante è una fucina di invenzioni visive che hanno mantenuto intatto il loro fascino, anche grazie al ritratto avvolgente di una Londra presentata in tutto il suo potenziale oscuro. Una curiosità: fu il primo film di Hitchcock firmato con una sua apparizione, secondo una trovata che diventerà un leggendario marchio di fabbrica di tutta la filmografia successiva.
Versione originale con i sottotitoli in italiano
ore 21.00
Blow-up (id., 1966)
Regia: Michelangelo Antonioni; soggetto: M. Antonioni, dal racconto Las babas del diablo di Julio Cortazar; sceneggiatura: M. Antonioni, Tonino Guerra; dialoghi inglesi: Edward Bond; fotografia: Carlo Di Palma; scenografia: Assheton Gorton; costumi: Jocelyn Rickards; musica: Herbie Hancock; montaggio: Frank Clarke; interpreti: David Hemmings, Vanessa Redgrave, Sarah Miles, John Castle, Jane Birkin, Veruschka von Lehndorff; origine: Gran Bretagna/Italia/Usa; produzione: Bridge Films; durata: 111'
Un fotografo londinese di moda crede di scoprire, ingrandendo una foto scattata per caso in un parco, il cadavere di un uomo e una mano che impugna una pistola. È avvenuto davvero un omicidio? Quanto è labile il confine tra realtà e illusione? «Il mio problema per Blow-up era quello di ricreare la realtà in una forma astratta. Io volevo mettere in discussione "il reale presente": questo è un punto essenziale dell'aspetto visivo del film considerato che uno dei temi principali della pellicola è: vedere o non vedere il giusto valore delle cose» (Antonioni). Capolavoro del regista, tra i pochi capaci di tenere insieme una complessa riflessione filosofica e un apparato formale estremamente seducente, amplificato dall'ambientazione negli eccessi (stilistici, sessuali, musicali) della Swinging London. Palma d'Oro al Festival di Cannes.
Per gentile concessione di Hollywood Classics - Copia proveniente da British Film Institute
Versione originale con i sottotitoli in italiano - Vietato ai minori di anni 14
a seguire
I vinti (Episodio inglese, 1952)
Regia: Michelangelo Antonioni; soggetto: M. Antonioni, Suso Cecchi D'Amico, Diego Fabbri, Turi Vasile; sceneggiatura: S. Cecchi D'Amico, M. Antonioni, D. Fabbri, T. Vasile, Giorgio Bassani, Roger Nimier; fotografia: Enzo Serafin; scenografia: Gianni Polidori, Roland Berthon; musica: Giovanni Fusco; montaggio: Eraldo Da Roma; interpreti dell'episodio inglese: Peter Reylonds, Patrick Barr, Fay Compton, Eileen Moore; origine: Italia; produzione: Film Costellazione; durata: 37'
Ispirato a una storia vera, l'episodio inglese de I vinti ha per protagonista Aubrey, un giovane aspirante scrittore capace di uccidere una donna pur di vendere la storia a un giornale e diventare famoso. «È l'episodio inglese del film quello che del trittico apparve allora, e risulta tuttora, il più compiuto e il più denso (...). Il protagonista si collega, indirettamente, all'Edmund del rosselliniano Germania anno zero: Aubrey è un Edmund sopravvissuto alle rovine che lo circondano. Ma se le porta dentro come un paesaggio distrutto per sempre, che sopravvive soltanto all'insegna della distruzione: e pratica, con ormai rassegnato cinismo, la crudeltà del mondo di cui è prodotto e della storia di cui è figlio» (Miccichè).
Versione originale con i sottotitoli in italiano
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