Cronaca di un incendio annunciato
Quando sono stato nominato Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, undici mesi fa, ho fatto immediatamente un sopralluogo nella storica sede di via Tuscolana per verificare lo stato delle strutture e in particolare del patrimonio filmico conservato nella Cineteca Nazionale, fondata nel lontano 1949. Mi sono state esposte una serie di criticità, che ho potuto constatare direttamente: gravi rischi per la sicurezza a causa della presenza di pellicole infiammabili, conservate in cellari ormai inadeguati, pur considerati a norma dai Vigili del Fuoco; mancanza di spazi per le pellicole safety (non infiammabili), una parte delle quali conservate in un magazzino esterno, avendo la Cineteca Nazionale proceduto nell’ultimo decennio ad acquisire in donazione o deposito moltissimi fondi d’archivio, che si sono aggiunti al cosiddetto “deposito legale”.
Sono stato anche immediatamente informato di quattro incendi verificatisi in cellari e container della Cineteca, precisamente in data 18 giugno 2009 (446 rulli persi), 27 ottobre 2009 (4 rulli), 8 luglio 2015 (893 rulli), 8 agosto 2018 (40 rulli), sotto la gestione di illustri Presidenti che mi hanno preceduto su questa prestigiosa poltrona.
Avendo imparato la lezione di un maestro del giornalismo d’inchiesta, Walter Tobagi, ho cercato negli archivi di agenzie di stampa, quotidiani, siti Internet, qualche riferimento, ma nulla è emerso: evidentemente fino al 2018 queste non erano considerate notizie rilevanti…
È notorio che esista una casistica di incendi negli archivi delle Cineteche di tutto il mondo proprio per la natura del materiale conservato, quindi ho avuto l’immediata percezione della situazione ereditata, che mi è stata poi confermata da allarmistiche lettere di cinetecari, evidentemente al corrente del pericolo reiterato e incombente.
Nel primo Consiglio d’Amministrazione abbiamo quindi posto come priorità la ricerca di un sito esterno alla sede della Fondazione dove spostare i nitrati e abbiamo sensibilizzato al riguardo la Direzione Generale Cinema, dove si sono svolte varie riunioni congiunte per trovare una soluzione. Ovviamente un problema che si protrae da decenni non poteva essere risolto in pochi mesi, anche perché tali materiali vanno collocati fuori dai luoghi abitati, non certo in prossimità di un istituto scolastico, come accade attualmente fin dagli anni Sessanta. Era stata individuata, di concerto con il Ministero della Cultura, un’area appartenente al Ministero della Difesa, che poi per motivi indipendenti alla nostra volontà non ci è stata concessa.
Nel frattempo, in attesa di trovare finalmente una soluzione definitiva, erano stati intensificati il monitoraggio dei materiali e i controlli quotidiani sulle temperature interne dei cellari.
La notte dell’8 giugno 2024 c’è stato l’ennesimo incendio, circoscritto a un cellario contenente pellicole infiammabili relativi a 220 titoli – non 500, come erroneamente riportato –, tra film, documentari e cinegiornali, buona parte riguardanti film di nazionalità straniera di cui esistono sicuramente altre copie all’estero.
La mattina dopo è stata presentata denuncia presso la stazione dei Carabinieri di zona, che hanno effettuato un sopralluogo e verificato quanto successo. È stato pubblicato un comunicato sul sito della Fondazione, ma è stato rimosso su indicazione della Direttrice Generale Monica Cipriani in quanto ritenuto dalla stessa lesivo dell’immagine del Csc, non essendo ancora chiare le conseguenze dell’incendio ed essendo in corso indagini.
È stata ufficialmente informata la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio, titolare del deposito di gran lunga prevalente nel cellario distrutto, il fondo del collezionista José Pantieri, fondatore del MICS (Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo). È stato concordato con la Soprintendenza un sopralluogo che si è svolto il giorno 21 agosto alla presenza anche dell’Arma dei Carabinieri.
L’elenco dei materiali contenuti nel cellario è stato inviato al Ministero della Cultura e ai deputati che ne avevano fatto richiesta.
Dopo l’incendio l’area dei cellari contenenti pellicole infiammabili è presidiata giorno e notte da un Istituto di Vigilanza.
In questi giorni è stato aperto un tavolo di lavoro al Ministero della Cultura per trovare finalmente una soluzione tecnica al problema che riguarda, non dimentichiamo, la Cineteca di Stato.
Tutto questo per smentire categoricamente la presunta volontà dell’Istituzione che presiedo di mettere a tacere l’incendio, ma in piena trasparenza ne è stata data immediata notizia alle Autorità competenti, in attesa di una comunicazione esterna a indagini completate.
Dispiace, ma non stupisce, che quanto è stato fatto in questo primo anno di Presidenza – lo straordinario successo de La Diaspora degli Artisti in Guerra che ha aperto le porte del Centro Sperimentale di Cinematografia a migliaia di giovani, l’organizzazione del congresso internazionale del Cilect, la presenza della stessa Cineteca al Festival di Locarno con la presentazione del restauro de Le ore dell’amore di Luciano Salce, le soddisfazioni costanti che ci regalano gli studenti della Scuola con i loro cortometraggi – passi quasi sotto silenzio, malgrado l’impegno del personale della Fondazione. Il 30 agosto inaugureremo la mostra su Marcello Mastroianni all’isola di San Servolo, nuova sede del Csc, e sarà presentato il restauro de La notte di Michelangelo Antonioni, seguito il 1° settembre dal restauro di Ecce bombo di Nanni Moretti. Tre eventi importanti alla Mostra del Cinema di Venezia che segnalano la vitalità, la competenza e l’onestà intellettuale di molte delle persone che lavorano al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Sergio Castellitto
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