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“Il terzo tempo” è in concorso nella sezione “Orizzonti” della 70 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia”
Centro Sperimentale di Cinematografia
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LUIGI E AURELIO DE LAURENTIIS

 Presentano
 
IL  TERZO TEMPO
 
una produzione
 
FILMAURO - CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA PRODUCTION
 
IL TERZO TEMPO è in concorso nella sezione ORIZZONTI della 70 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia
 
In concorso nella sezione "Orizzonti", IL TERZO TEMPO sarà presente alla 70 Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia. Il film è l'opera prima di Enrico Maria Artale e nasce come saggio di diploma del Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC), sostenuto da Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale e riconosciuto di interesse culturale dal MIBAC.
I protagonisti sono Lorenzo Richelmy e Stefano Cassetti, affiancati da Stefania Rocca, Edoardo Pesce e Margherita Laterza e da diversi attori studenti del Centro Sperimentale, con la partecipazione amichevole di Pier Giorgio Bellocchio.
Il film è prodotto da Filmauro e Centro Sperimentale di Cinematografia Production, la società di produzione del CSC, in collaborazione con Digipix e F.lli Cartocci.
Le musiche originali dei Ronin sono prodotte da Warner Chappell e RadioFilmMusica. Un contributo speciale è stato dato dal mondo del rugby, in particolare dai giocatori del Frascati Rugby, del Maximo Piave, del Rugby Roma, del Mini Rugby.
 
Con "Il terzo tempo" Enrico Maria Artale, già vincitore del Nastro d'argento nel 2012 con il cortometraggio "Il respiro dell'arco", si diploma in Regia al Centro Sperimentale di Roma e con lui molti allievi che hanno ricoperto svariati ruoli, anche di caporeparto. Una parte degli attori, tra cui il protagonista Lorenzo Richelmy, sono tuttora impegnati nel triennio di studi al CSC, nella troupe sono presenti anche diversi ex allievi diplomatisi negli ultimi anni.

"Il terzo tempo" è quello che si svolge al termine della partita tra le squadre avversarie e le diverse tifoserie. Si celebrano allo stesso tempo vincitori e vinti, riconoscendo il valore e le capacità di entrambe le formazioni e la correttezza secondo le regole del gioco. Le partite saranno dure, il confronto fisico tra i giocatori costante, impegnativo e combattuto fino all'ultima meta, ma lo scontro avverrà sempre con grande rispetto dell'avversario. Samuel (Lorenzo Richelmy) è il protagonista di una grande e profonda storia di riscatto e passione ambientata nell'emozionante mondo del rugby.

"Il terzo tempo" parla di nuove possibilità, di rinascita, di voglia di ricominciare. Il rugby, definito sport "di combattimento e di situazione", diventa come lo specchio della vita, con l'impegno e la disciplina che richiede, con lo sforzo di cui necessita e con il gioco di squadra che implica. Nella storia vissuta dal protagonista, il "terzo tempo" è proprio quello che celebra la vittoria e la sconfitta, dentro e fuori dal campo. Il gioco del rugby assume quindi un significato che va oltre il semplice agonismo sportivo: diventa metafora della vita e della voglia di tornare a sperare. "Il terzo tempo" è quello che si svolge al termine della partita tra le squadre avversarie e le diverse tifoserie.
Si celebrano allo stesso tempo vincitori e vinti, riconoscendo il valore e le capacità di entrambe le formazioni e la correttezza secondo le regole del gioco. Le partite saranno dure, il confronto fisico tra i giocatori costante, impegnativo e combattuto fino all'ultima meta, ma lo scontro avverrà sempre con grande rispetto dell'avversario.
 
                                                                                                                                        IL RUGBY NON HA REGOLE, MA LEGGI.
SE RIESCI A RIMANERE IN PIEDI,
I TUOI COMPAGNI TI SOSTERRANNO...
 
"Ciò che il rugby evidenzia è la necessità di avere fiducia nella collettività, nel gioco di squadra.
In questo sport, come nella società, bisogna saper pensare al proprio compito con la consapevolezza che nel frattempo anche gli altri stanno facendo il loro dovere, così che tutte le individualità confluiscano in un'idea comune. Gli inglesi insistono molto sul fatto che il rugby è una metafora dello stato, di un sistema fatto di molte persone che governano senza conoscere esattamente qualitutte le leggi del gioco ma facendo ognuno il proprio dovere"

Enrico Maria Artale.

 

 

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