“LArchivio Nazionale Cinema dImpresa di Ivrea, parte del CSC, dedica a Franco Fortini e al suo cinema la seconda edizione di “Memoria contesa-memoria condivisa”.”
Si terrà a Torino, il 16 e il 17 novembre presso il Cinema Massimo, la nuova edizione di Memoria contesa-memoria condivisa, il progetto di ricerca sulla storia sociale del Novecento che intreccia i percorsi delle produzioni cinematografiche d'impresa e la storia dei film militanti. La manifestazione è promossa dall'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa di Ivrea, parte del CSC, insieme a Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Centro Franco Fortini dell'Università di Siena, e in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema, Cineteca Nazionale (CSC), Centro Storico Fiat, Fondazione Ansaldo, Archivio Storico Olivetti, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Cineteca del Comune di Bologna. L'edizione 2010 è dedicata a Franco Fortini, una delle maggiori personalità intellettuali del dopoguerra, poeta, scrittore, critico, polemista. Fortini infatti si è misurato sia con il cinema "militante" che con le produzioni di film industriali.
La sua attività per il cinema politico si concretizza in tre film. All'armi siamo fascisti (1961) di Lino Dal Frà, Cecilia Mangini e Lino Miccichè, scritto dieci mesi dopo le manifestazioni antifasciste del luglio 1960, ricostruisce con collera, ironia e commozione la presa del potere fascista nel 1922. Segue uno dei più celebri esempi di "film militante", Scioperi a Torino (1962), diretto da Carla e Paolo Gobetti, sulla ripresa degli scioperi nelle grandi fabbriche torinesi dopo la sconfitta sindacale degli anni '50. Infine il più sfortunato Processo a Stalin, da cui Fortini ritirerà la firma per dissensi con la produzione.
Accanto a questa attività, Fortini è inoltre autore di testi per film prodotti dalla grande industria. La sua prima esperienza in questo campo risale al 1950, periodo in cui lavora all'ufficio pubblicità dell'Olivetti. Per la Olivetti scrive il commento a Incontro con l'Olivetti (1950), diretto da Giorgio Ferroni, descrizione di una "fabbrica-mondo" che sconfina dagli stabilimenti per disegnare, attraverso i servizi e le strutture aziendali, tutta Ivrea, modellandone i rapporti sociali. Altri tre film Olivetti Fortini li scrive in pieno '68. Due sono semplici film tecnici (Divisione controllo numerico e Auctor. Meccanica a controllo elettronico, diretti da Aristide Bosio), mentre Le regole del gioco, regia di Massimo Magrì, è un film "ideologico", che non pubblicizza un prodotto ma sintetizza una visione del rapporto tra tecnologia e sviluppo. L'incipit riafferma la fiducia nella capacità dell'uomo di stringere il futuro nelle proprie mani e rifiuta ogni tentazione di arcadica fuga dalla modernità: «Dicono che affogheremo nella carta straccia, dicono che il profumo del carburante ha condannato l'odore di qualunque erba. Da trent'anni ci spiegano che la corsa al consumo consuma ogni specie di corsa, che in fondo ai corridoi del supermercato c'è un Minotauro a premi, che dal jet scendono con noi sopra e sottosviluppo, passato e futuro. Ma ai mali del presente si rimedia solo con un po' più di presente. Le macchine vinceranno le macchine. Ecco tutto».
Ancora nel 1968 per l'Ansaldo, collabora a Una strada d'acciaio, sulla sopraelevata di Genova, diretto da Valentino Orsini che, l'anno successivo, lo coinvolge nella realizzazione di Progetto 128, sulla nuova auto di punta della gamma Fiat. Questa volta Fortini non firma il suo commento - siamo in pieno "Autunno Caldo", anni in cui lo scrittore collabora a riviste militanti come «I quaderni piacentini» - ma, al di là di questa autocensura, la sua scrittura si riconosce con chiarezza: «Se un'auto nuova vuole inserirsi con nuova autorità nella classe 1100, si dovrà pur sapere che i ceti, i bisogni, i poteri di pochi anni fa non sono più quelli d'oggi. Il mondo insomma, tutto il mondo, è diverso e diversa sia anche l'auto sua d'oggi giorno».
La rassegna, che offre un'occasione di riflessione su un periodo della nostra storia in cui si era aperto un dialogo tra la grande impresa e gli intellettuali, si chiude con Fortini/Cani (1976), di Danièlle Huillet e Jean-Marie Straub, che mette in scena il testo di Fortini sulla Guerra dei Sei Giorni tra Israeliani e Arabi. Il film.
Ancora nel 1968 per l'Ansaldo, collabora a Una strada d'acciaio, sulla sopraelevata di Genova, diretto da Valentino Orsini che, l'anno successivo, lo coinvolge nella realizzazione di Progetto 128, sulla nuova auto di punta della gamma Fiat. Questa volta Fortini non firma il suo commento - siamo in pieno "Autunno Caldo", anni in cui lo scrittore collabora a riviste militanti come «I quaderni piacentini» - ma, al di là di questa autocensura, la sua scrittura si riconosce con chiarezza: «Se un'auto nuova vuole inserirsi con nuova autorità nella classe 1100, si dovrà pur sapere che i ceti, i bisogni, i poteri di pochi anni fa non sono più quelli d'oggi. Il mondo insomma, tutto il mondo, è diverso e diversa sia anche l'auto sua d'oggi giorno».
La rassegna, che offre un'occasione di riflessione su un periodo della nostra storia in cui si era aperto un dialogo tra la grande impresa e gli intellettuali, si chiude con Fortini/Cani (1976), di Danièlle Huillet e Jean-Marie Straub, che mette in scena il testo di Fortini sulla Guerra dei Sei Giorni tra Israeliani e Arabi. Il film.
Programma
Martedì 16 novembre, ore 20.00
Scioperi a Torino di Carla Gobetti e Paolo Gobetti, 1962, 35', b/n, prod. Nuovo Spettatore Cinematografico.
Incontro con l'Olivetti di Giorgio Ferroni, 1950, 23', b/n, prod. Olivetti;
Progetto 128 di Valentino Orsini, 1969, 30', col, prod. Fiat.
Seguirà un incontro con: Oddone Camerana (Responsabile Pubblicità e Immagine Fiat Auto), Luca Lenzini (Centro Franco Fortini - Università di Siena), Paola Olivetti (Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza), Sergio Toffetti (Archivio Nazionale Cinema d'Impresa) e Gianni Volpi (critico cinematografico).
ore 22.30
Le regole del gioco di Massimo Magrì, 1968, 18', prod. Olivetti;
Fortini/Cani di Jean-Marie Straub e Danièlle Huillet, 1977, 83', col.
Mercoledì 17 novembre, ore 16.00
Una strada d'acciaio di Valentino Orsini, 1968, 30', col, prod. Ansaldo
Processo a Stalin di Fulvio Lucisano e Renato May, 1963, 90'
ore 18.10
Divisione controllo numerico di Aristide Bosio, 1968, 9', b/n, prod. Olivetti
All'armi siam fascisti di Lino dal Frà, Cecilia Mangini, Lino Micciché, 1962, 113', b/n
Cinema Massimo
Via Verdi, 18 - Torino
Ingresso alle proiezioni: euro 3,00
Per informazioni:
Archivio Nazionale Cinema d'impresa 0125230204
Scioperi a Torino di Carla Gobetti e Paolo Gobetti, 1962, 35', b/n, prod. Nuovo Spettatore Cinematografico.
Incontro con l'Olivetti di Giorgio Ferroni, 1950, 23', b/n, prod. Olivetti;
Progetto 128 di Valentino Orsini, 1969, 30', col, prod. Fiat.
Seguirà un incontro con: Oddone Camerana (Responsabile Pubblicità e Immagine Fiat Auto), Luca Lenzini (Centro Franco Fortini - Università di Siena), Paola Olivetti (Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza), Sergio Toffetti (Archivio Nazionale Cinema d'Impresa) e Gianni Volpi (critico cinematografico).
ore 22.30
Le regole del gioco di Massimo Magrì, 1968, 18', prod. Olivetti;
Fortini/Cani di Jean-Marie Straub e Danièlle Huillet, 1977, 83', col.
Mercoledì 17 novembre, ore 16.00
Una strada d'acciaio di Valentino Orsini, 1968, 30', col, prod. Ansaldo
Processo a Stalin di Fulvio Lucisano e Renato May, 1963, 90'
ore 18.10
Divisione controllo numerico di Aristide Bosio, 1968, 9', b/n, prod. Olivetti
All'armi siam fascisti di Lino dal Frà, Cecilia Mangini, Lino Micciché, 1962, 113', b/n
Cinema Massimo
Via Verdi, 18 - Torino
Ingresso alle proiezioni: euro 3,00
Per informazioni:
Archivio Nazionale Cinema d'impresa 0125230204
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