Seguendo le direttive governative, il Centro Sperimentale di Cinematografia non si ferma e avvia un programma straordinario di didattica a distanza rivolto a tutti i corsi. La natura sperimentale, di “bottega dell’arte” della Scuola Nazionale di Cinema, è stata, in brevissimo tempo, riconvertita in un laboratorio didattico virtuale che ha garantito lo svolgimento dei programmi e talvolta persino intensificato il rapporto maestro-allievo.
Attraverso una serie di piattaforme informatiche, che consentono condivisioni di link e materiali di vario tipo, gli allievi interagiscono con i docenti e i professionisti del settore ospiti, portando avanti i programmi didattici, attraverso la discussione dei temi trattati, l’esecuzione di esercitazioni in simultanea, la simulazione di situazioni professionali e di lavoro.
Il lavoro individuale si svolge attraverso la condivisione di file audio, documenti testuali e grafici, file video che costituiscono poi materiale di discussione e approfondimento al momento della lezione frontale. È salvaguardato anche il rapporto individuale tra docente e allievo nell’attività didattica a distanza che non prevede limitanti vincoli di orario, e può estendersi a confronti e verifiche “in tempo reale”.
Gli allievi entrano così in contatto con quelle forme e modi della creatività, filtrati dalla tecnologia, che presumibilmente costituiranno, almeno a breve medio termine, la modalità prevalente dell’attività professionale vera e propria.
La creatività infatti non si ferma, ma al contrario cerca stimoli nuovi. In una realtà drammaticamente cambiata, in un contesto storico sociale forse unico dal secondo dopoguerra, la sfida riguarda una riflessione profonda sul concetto di nuova comunità, in cui l’incidenza dei mezzi tecnologici non riguarda solo l’ottimizzazione dei tempi e la pulizia del prodotto, ma permette intanto di uscire immediatamente dal vincolo spazio-temporale, tanto che il mezzo tecnologico si fa evidentemente mezzo espressivo: la creatività diventa organizzazione, e la progettualità interfaccia con l’immaginazione.
La didattica può in tal modo guadagnare in responsabilità quello che necessariamente può perdere in autorità: ossia, la consapevolezza che la triangolazione maestro/allievo/tecnologia sia la dimensione rispondente a un mondo del lavoro sempre più articolato e complesso.
Nei prossimi giorni scopriremo come i corsi di tutte le sedi stanno lavorando, ognuno con le proprie modalità e le proprie specificità, ma con la stessa passione che contraddistingue la nostra Scuola.
Il Preside
Adriano De Santis
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