“Mercoledì 1° giugno il restauro della Cineteca Nazionale di “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola inaugura il Festival Trastevere Rione Roma (p.zza San Cosimato 1° giugno – 1° agosto)”
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Stefano Rulli, presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia: «Tanti anni fa la mia profonda ammirazione per C'eravamo tanto amati si tradusse nel tentativo di rinnovare quel suo sogno resistenziale di un'Italia diversa in quello non meno perdente legato all'utopia del '68 de La meglio gioventù. Oggi con il restauro curato dalla Cineteca Nazionale mi piace testimoniare il mio amore per questo film preservando la sua 'fisicità' e restituendo ad esso, attraverso un restauro spero all'altezza, tutto il fascino di quel mondo e dei suoi colori».
In C'eravamo tanto amati (1974) scorrono le vicende esistenziali dei tre amici interpretati da Nino Manfredi, Vittorio Gassmann e Stefano Satta Flores, che dalla Resistenza agli anni '70, attraversando la ricostruzione e il boom economico, rivivono nella magica alternanza tra il bianco e nero della memoria e il colore della modernità che travolge gli antichi affetti. Un passaggio cromatico e temporale racchiuso in una indimenticabile sequenza, con le sfumature di rosso che prendono forma sull'asfalto, dipinte dalla mano di un pittore di strada.
«Centrale nell'opera di restauro è stato il principio di rispettare al massimo il continuo ed armonico fraseggio tra bianco e nero e colore - precisa il celebre direttore della fotografia Luciano Tovoli, stretto collaboratore di Scola - «Vinte le infinite tentazioni e facilità che offre il mezzo digitale ed analizzando il film dall'interno, ho cercato di valorizzare gli innumerevoli elementi narrativi che l'autore ed il suo cinematographer Claudio Cirillo hanno profuso a piene mani in tutte le inquadrature del film con una generosità che solo i grandi talenti possono permettersi."
Il restauro è stato curato da Sergio Bruno e Sergio Toffetti con la supervisione di Luciano Tovoli presso il laboratorio L'immagine ritrovata di Bologna, a partire dai negativi originali della Dean Film di Pio Angeletti e Adriano De Micheli conservati in Cineteca Nazionale.
«È vero, Cannes e in generale la Francia si sono amati con mio padre e continuano a farlo pure dopo la sua scomparsa», sottolinea Silvia Scola, sceneggiatrice e regista. «Quando vidi il film la prima volta al cinema ne rimasi folgorata come gran parte dei miei connazionali. Se il film è servito agli Italiani per conoscersi e capirsi un po' di più, non è bastato però al paese per risolvere i suoi guasti. Ettore amava ripetere che se un film resta fresco e attuale, il merito non è tanto del regista e degli autori quanto un demerito della società che non ha risolto i suoi problemi. Sono felice che sia stato restaurato in modo che altre generazioni possano continuare a vederlo. E a riflettere».
Festival Trastevere Rione Roma, vai al programma.
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