L’archivio dell’attrice è stato donato dai figli Carlo e Lorenzo De Mejo alla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia tra il 2015 e il 2016. Il nipote Pierpaolo De Mejo – attore, regista e sceneggiatore – è impegnato da anni nella promozione e tutela del patrimonio culturale e artistico lasciato da Alida Valli, dapprima con il padre Carlo ha dato vita all’Associazione Alida Valli e ora insieme al CSC. La consistenza complessiva del Fondo dell’attrice condizionato in settantasette cartelle, è di 48 fascicoli, contenenti migliaia di documenti di lavoro, circa cinquemila lettere, cui si aggiungono novantadue fascicoli di riviste, centosessantanove tra sceneggiature e copioni, un centinaio di documenti promozionali. L’archivio è stato ordinato in linea con l’organizzazione delle carte prevista dalla stessa Valli, in collaborazione con il figlio Carlo e il nipote Pierpaolo. Sono risultate nove serie: Corrispondenza; Attività lavorativa; Rassegna stampa; Sceneggiature e Soggetti; Copioni; Documenti promozionali; Materiale grafico; Associazioni culturali, Festival e convegni; Personale e familiare. La sezione Fotografie è conservata presso l’Archivio fotografico della Cineteca Nazionale. Alcune serie, data la complessità della documentazione, sono state articolate in sottoserie dedicate a un autore o a un argomento analizzato. Le serie e sottoserie sono ordinate cronologicamente dal documento più recente al più antico. Gli inventari di corredo della corrispondenza collegati come oggetti digitali al catalogo online aiutano a orientare lo studioso sui contenuti.
Corrispondenza (1930-2006)
L’epistolario è la serie più corposa del fondo (circa 5000 lettere), comprendendo una cartella di minute di lettere inviate da Alida Valli (1936-2004) e quaranta cartelle di corrispondenza ricevuta (1930-2006); di queste quindici sono di mittenti vari, archiviate nell’ordine cronologico originario di arrivo; una di premi ricevuti; una di inviti a festival e rassegne; una di poesie scritte dai suoi fan; una intitolata Alida Valli la stella delle valli di Menaggio e Valsolda, con i pensieri dei bambini delle scuole elementari; dodici cartelle di 1400 lettere numerate per singolo anno, ricevute dai suoi ammiratori (1937-2006), due dei suoi agenti Giuseppe Perrone e Olga Horstig Primuz (1972-2000); quattro cartelle di mittenti abituali: Giuseppina (Bibi) Campanella, Mario Gasperini, Plinio Mariani, Giancarlo Zagni; altre tre cartelle sono di corrispondenti celebri e parenti che la stessa attrice aveva selezionato e conservato a parte, delle quali gli eredi hanno tenuto gli originali e di cui è stata concessa una copia digitalizzata per consultazione. Appartengono all’archivio della Valli anche due sottoserie, ossia la cartella di corrispondenza ricevuta da Guseppina (Bibi) Campanella e la cartella della corrispondenza inviata da Giancarlo Zagni a vari destinatari.
Attività lavorativa (1941-2001)
Si compone di sei cartelle di Contratti suddivisi cronologicamente, segue un’articolazione in fascicoli distinti per ruoli nel cinema, teatro o televisione e per argomento, contenenti: accordi, contratti, proposte, piani di lavorazione e documentazione amministrativa. E’ una parte che ha comportato uno studio accurato per riordinare e descrivere la documentazione, rintracciando i film, i registi, in quanto spesso non erano segnalati. Emergono documenti come la risoluzione dagli impegni contrattuali con la Savoia film (1941), casa di produzione italiana, e il delicato passaggio dell’attrice alla Vanguard Films (1945), produzione americana di David O. Selznick; contratti come quello con la Titanus (1961) per il film Il disordine di Franco Brusati, nel quale Alida Valli concede due pose compatibilmente alle esigenze dell’altro impegno nel film Ophélia di Claude Chabrol (1963).
Rassegna stampa (1937-2006)
Comprende sedici cartelle di ritagli stampa (1937-2006), ordinate per anni, mesi e giorni. Gli articoli sono stati selezionati dall’azienda «Eco della stampa», appositamente per l’attrice, negli anni Cinquanta e Settanta. Sono presenti altre quattro cartelle di rassegna dedicate ai film Noi vivi (1942), di Goffredo Alessandrini (1971-1989) e Jupon Rouge (1987) di Geneviève Lefebvre (1986-1987); una al Premio città di Gemona ad Alida Valli (1990); una alla rappresentazione teatrale Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello (regia Giuseppe Patroni Griffi, 1995). Novantadue fascicoli di riviste sono andate in gran parte a integrare la raccolta di testate presenti in Biblioteca, i fascicoli doppi sono conservati in tre cartelle (1939-1955).
Sceneggiature e Soggetti (1970-2005)
Sono un centinaio di sceneggiature cinematografiche e televisive, tre soggetti cinematografici. Diverse sono proposte non andate a buon fine, in cui si possono trovare delle curiosità, per esempio è stata trovata una lettera di Felice Laudadio datata 09/03/1999 nella sceneggiatura Destinazione Verna, in cui Michelangelo Antonioni la voleva nel ruolo di donna anziana. Interessanti nel complesso con le altre sceneggiature giunte alla Chiarini per deposito legale o per donazione, con cui si copre quasi interamente la sua attività cinematografica.
Copioni (1956-2004)
Sono presenti cinquantanove copioni teatrali, alcuni contenenti anche solo le parti che doveva interpretare con annotazioni manoscritte, come nel caso del ruolo di Violet Venable in Improvvisamente l’estate scorsa di Tennessee Williams, che indicano la sua passione per il teatro in cui è stata molto attiva dalla metà degli anni Cinquanta in poi.
Documenti promozionali (1939-1997)
Raccolta di documentazione promozionale predisposta per lo più da case di produzione e teatri, incluse locandine e cineromanzi. Spiccano la pubblicità sui fiammiferi del film Stasera niente di nuovo (1942) di Mario Mattoli, particolarissima documentazione delle modalità pubblicitarie del tempo. Sono presenti anche delle cine-bustine dei film Oltre l’amore (Carmine Gallone, 1940) e Piccolo mondo antico (Mario Soldati, 1941), pubblicate negli anni Quaranta dalla Rizzoli come edizioni supplementari alla rivista «Cine Illustrato». Sul retro di ogni fotogramma stampato è sintetizzata la trama del film o la vita di un personaggio.
Pressbook (1939-1996) – Si tratta di dieci brochure che accompagnano l’uscita del film a fini promozionali, interessanti sia dal punto di vista grafico sia informativo, tra cui Taverna rossa (1940) di Max Neufeld e Il terzo uomo (The Third man, 1949) di Carol Reed, in italiano.
Programmi di sala (1967-1997) – Centinaia di programmi di sala da cui si possono ricostruire le compagnie teatrali di cui l’attrice ha fatto parte e che ripercorrono le molteplici apparizioni dell’attrice, per stagione, nei principali teatri di prosa d’Italia.
Materiale grafico (1939-2000)
Appartiene a questa serie il materiale iconografico di varia natura, disegni e caricature, alcuni con paternità sconosciuta, altri documenti sono firmati. Sono presenti anche biglietti firmati stampati, buste intestate e con iniziali che l’attrice utilizzava per la corrispondenza.
Associazioni culturali, festival e convegni (1974-1988)
Una cartella suddivisa per argomenti, in particolare comprende le circolari di Quelli del Quarto di Trento; progetti del Festival Teatro italiano a New York e la proposta per una rassegna T’amerò sempre per il Festival Rosa a Gabicce.
Personale e familiare (1940-1990)
La cartella si compone di cinque fascicoli e di tre portadocumenti. Raccoglie procure, atti di donazione, corrispondenza attinente vendita immobili, dichiarazioni dei redditi, fatture, ricevute, passaporto, certificati vari, minuta testamento.
Fotografie (1921-2006)
La documentazione fotografica, consultabile presso l’Archivio fotografico del Centro Sperimentale di Cinematografia, consta di una raccolta prevalentemente costituita da stampe fotografiche e da un numero minore di negativi (in bianco e nero e a colori) per un numero complessivo di circa 5000 elementi (circa 1000 duplicati). I formati di stampa sono i più vari, dai piccolissimi (4,5×3,5cm, 7x7cm, 7x9cm), alle maggiori dimensioni (ad esempio 40×30 cm). La datazione è compresa fra i primi del ‘900 e il 2006, anno della scomparsa dell’attrice. Dal punto di vista dei contenuti iconografici, le foto assumono un carattere spiccatamente privato. Prevalenti le testimonianze sulla vita familiare e le relazioni d’amicizia. Una specifica sezione è quella riguardante Bibi Campanella, fan della Valli e sua assistente personale. Per quanto attiene alla documentazione di tipo professionale, si individuano foto di buona parte dei film e degli spettacoli teatrali interpretati dall’attrice.
Nota biografica di Alida Valli (Pola, 31 maggio 1921 – Roma, 22 aprile 2006)
Alida Maria Laura Altenburger, attrice cinematografica, teatrale e televisiva nasce baronessa von Marckenstein und Frauenberg a Pola e fin da giovanissima decide di diventare attrice, frequentando il propedeutico al corso di recitazione del Centro sperimentale di cinematografia (1936). In quasi settanta anni di attività, ha lavorato in oltre un centinaio di note produzioni cinematografiche nazionali e internazionali che hanno fatto la storia del cinema, rivestendo ruoli totalmente differenti, da giovane sbarazzina delle commedie dei telefoni bianchi a personaggi tormentati o inquietanti, da madre edipica a donna anziana. Nella sua carriera cinematografica l’attrice, che ha esordito nei film I due sergenti di Enrico Guazzoni (1936), seguito da Il feroce Saladino (1937) di Mario Bonnard, nel quale compare per la prima volta con il nome d’arte Valli, è stata l’interprete di film memorabili come Manon Lescaut (1940) di Carmine Gallone, Piccolo mondo antico (1941) e Eugenia Grandet (1946) di Mario Soldati (con il primo ottiene il Premio nazionale della cinematografia come miglior attrice dell’anno, con il secondo il Nastro d’argento), The Paradine Case (1947) di Alfred Hitchcock, The Third Man (1949) di Carol Reed, Senso (1954) di Luchino Visconti (con cui le viene assegnato il premio Grolla d’oro come migliore attrice), Il grido (1957) di Michelangelo Antonioni, Edipo re (1967) di Pier Paolo Pasolini, La strategia del ragno (1970), Novecento (1976) e Berlinguer ti voglio bene (1977) di Bernardo Bertolucci, Suspiria (1977) di Dario Argento. Ha vinto, tra gli altri premi, un David come miglior attrice non protagonista per La caduta degli angeli ribelli (1981) di Marco Tullio Giordana, il David alla carriera nel 1991 e il Leone d’oro alla carriera nel 1997. Nel 1956 ha debuttato in teatro nella compagnia di Giancarlo Zagni, confermando il suo talento e successo nelle opere di Pirandello, Ibsen, Williams, Sartre, Miller, O’Neill. Attivissima anche in televisione fin dal 1959 come interprete di sceneggiati, commedie e telefilm, ricordiamo I figli di Medea (1959), Il caso Mauritius (1961) e L’eredità della priora (1980) di Anton Giulio Majano.
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