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Il 9 dicembre ha compiuto 90 anni Francesco Maselli, per tutti Citto. Il CSC, dove si è diplomato nel 1949, lo festeggia con grande affetto
Centro Sperimentale di Cinematografia
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09 Dicembre 2020

Il 9 dicembre compie 90 anni Francesco Maselli, per tutti Citto. È nato a Roma il 9 dicembre del 1930. Il presidente Felice Laudadio, la direttrice generale Monica Cipriani, i dirigenti, i docenti, tutto il personale e gli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia, dove si è diplomato nel 1949, sono felicissimi di festeggiare le sue 90 primavere.

Citto Maselli è stato l’enfant prodige del nostro cinema. Raccontando la sua avventura nel cinema, bisogna tenere d’occhio le date. Già il fatto che si diplomi al CSC a 19 anni (da compiere) è significativo. Durante l’occupazione di Roma, quindi a 13-14 anni, inizia la sua attività politica organizzando gli studenti delle medie nell'Unione Studenti Italiani. La politica sarà sempre una passione divorante, che in certi momenti diventerà addirittura più importante del lavoro nel cinema: la sua militanza prima nel PCI, poi in Rifondazione Comunista è stata costante e decisiva (al punto di spingere Ettore Scola ad affidargli un ironico cameo, nei panni di se stesso, nel film “La terrazza”). Gira i suoi primi documentari fra il ’49 e il ’51: alcuni, come “Ombrellai” e “Bambini”, gli valgono premi e partecipazioni ai principali festival internazionali. A 18 anni è assistente di Antonioni nel documentario “L’amorosa menzogna”, dando il via a un sodalizio che lo porta ad essere aiuto del grande Maestro ferrarese nei suoi primi film. A 22 anni è assistente di Luchino Visconti per “Siamo donne”, e nello stesso anno (il 1953) gira il suo primo episodio, l’epocale “Storia di Caterina” nel film collettivo “L’amore in città”, scritto da Cesare Zavattini. A 24 anni esordisce nel lungometraggio con “Gli sbandati”. Seguono tanti altri film, fra i quali vanno ricordati “Gli indifferenti” (1964), una delle più belle trascrizioni cinematografiche da Moravia; “Lettera aperta a un giornale della sera” (1970), amaro ritratto di una generazione di intellettuali di sinistra; “Il sospetto” (1975), con Gian Maria Volonté, scritto da Franco Solinas. Tutti film di forte impegno politico, mentre dagli anni ’80 in poi Maselli si dedica a opere più intimiste come “Storia d’amore” (1986) nel quale lancia Valeria Golino, a 19 anni Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia; “Codice privato” (1988), con Ornella Muti; “Il segreto” (1990) e “L’alba” (1991), entrambi con Nastassja Kinski. La politica torna prepotentemente nell’apologo “Cronache del terzo millennio” (1996) e in “Le ombre rosse” (2009). Ma soprattutto nel progetto “Fondazione Cinema nel Presente” con la quale coordina e produce alcuni importanti documentari collettivi quali “Un altro mondo è possibile” (2001), sul G8 di Genova, e “Lettere dalla Palestina” (2002).

Maselli viene da una importante famiglia di intellettuali. Suo padre, Ercole, era un critico d’arte e il suo salotto era frequentato dai più importanti intellettuali dell’epoca. Un suo zio era Luigi Pirandello, e fu lui a dargli il soprannome con il quale tutti, nel mondo del cinema italiano, si sono abituati a chiamarlo. Citto è la memoria vivente di un secolo di cinema e di cultura, probabilmente irripetibile. Il Centro Sperimentale di Cinematografia è onorato da sempre di averlo avuto come allievo, e gli augura un felicissimo compleanno.

In questa occasione riproponiamo qui una nostra intervista video

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