Tantissimi studenti hanno partecipato venerdì 25 ottobre alla giornata di avvio de “La Cineteca Nazionale va a scuola”. Il progetto, giunto alla terza edizione, vuole mettere in valore il patrimonio cinematografico italiano conservato dalla Cineteca Nazionale offrendo ai film una seconda, stimolante chiave di lettura attraverso il rapporto interdisciplinare con le materie affrontati nelle scuole di ogni ordine e grado, dalla primaria alla secondaria di secondo grado.
Il primo percorso formativo proposto alle classi per i mesi di ottobre e novembre è intitolato “Come eravamo. Storie e luoghi del cinema italiano”, inaugurato venerdì con la prima proiezione di Bellissima (1951) di Luchino Visconti; il film, mostrato nella versione restaurata dal CSC – Cineteca Nazionale, è stato presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2023 in occasione dei cinquant’anni dalla morte di Anna Magnani.
Maria Coletti, critica della Cineteca Nazionale, ha introdotto il film alle classi dell’Istituto di Istruzione Superiore Evangelista Torricelli e dell’Istituto di Istruzione superiore Donato Bramante di Roma incoraggiando gli studenti a individuare, durante la visione, degli elementi che possano risultare di attualità ancora oggi; una chiave importante del percorso con le classi, infatti, sarà trasmettere il valore dei film come fonti storiche per comprendere le trasformazioni sociali, economiche, politiche e culturali. Maria Coletti ha invitato inoltre gli studenti a soffermarsi su tre aspetti: sulla rappresentazione della Roma degli anni del secondo dopoguerra, dove il cinema era presente nella vita quotidiana di tante persone offrendo concrete opportunità di lavoro; e più nello specifico, sulla figura della madre che sogna per la figlia un avvenire da star cinematografica negli anni in cui Cinecittà era una vera “macchina dei sogni”, e su quanto sia giusto proiettare sui propri figli personali ambizioni o sogni infranti.
Alla fine della proiezione sono stati numerosi gli interventi degli studenti di entrambi gli Istituti, i quali hanno condiviso le proprie interpretazioni su alcune scene chiave del film liberamente e senza pregiudizi, nonché apprezzato molto la fotografia in bianco e nero di Bellissima.
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