«Giuseppe (Pino o anche Peppino, per quelli che gli sono più vicini) Pinori, cinematographer d'assalto (una miriade di documentari di ogni latitudine in carriera) è una sorta di "passaggio a Nord Ovest", un'utopia possibile, nella ricerca dei limiti illimitati della luce cinematografica. E una "nave scuola" per tanto magnifico cinema italiano che esiste ancora nelle sue parole: "Amici, registi, ineguagliabili professionisti del Cinema con cui ho vissuto emozioni incancellabili nel mio lungo percorso verso il sole. Mi piace ricordare qui il grande cuore di Giuliano Biagetti, la forte comunicatività umana di Marco Tullio Giordana, l'affetto che mi ha sempre legato a Valentino Orsini. Uomini, prima che cineasti, ma, in più, veri cineasti della nostra epoca"» (Claver Salizzato).
Programma a cura di Roberto Girometti e Claver Salizzato
ore 17.00 Sì, ma vogliamo un maschio di Giuliano Biagetti (1994, 1992)
Film rarissimo, mai distribuito, presentato nel 1997 al festival del Cinema Mediterraneo di Bastia, ultima regia di Giuliano Biagetti, regista difficilmente classificabile (attivissimo dal '68 al '77, prima e dopo diresse un pugno di film, diversissimi tra loro). Marito e moglie sognano un film maschio, ma dovranno attendere il quinto film prima di realizzare il loro desiderio…
ore 19.00 Corbari di Valentino Orsini (1970, 102')
Nell'autunno del '43 dopo aver ucciso un fascista, Corbari scappa e forma un gruppo armato, che compie azioni militari contro tedeschi e repubblichini. Al gruppo si unisce Ines, che diventa la sua compagna. Corbari rifiuta di unirsi ai partigiani sulla montagna e di rispettare la loro organizzazione per un'azione diretta e immediata. Il gruppo Corbari libera un paese, che inizia a riorganizzare dando le terre ai contadini. Con Giuliano Gemma, Tina Aumont, Antonio Piovanelli, Frank Wolff.
ore 21.00 Incontro moderato da Claver Salizzato con Giuseppe Pinori
a seguire Maledetti vi amerò di Marco Tullio Giordana (1980, 85')
«Quel che colpisce è la freschezza di sguardo, ma anche l'impietosità, l'ironia, il sarcasmo con cui il regista riesce ad inquadrare la caduta degli ideali del '68 e il terreno sociale, politico, antropologico in cui nasce e matura l'esperienza della lotta armata. La vicenda personale di Riccardo detto "Svitol", un ex contestatore tornato a Milano dopo cinque anni di assenza trascorsi in Sud America perché convinto di essere ricercato dalla polizia, è quella di un'intera generazione uscita destabilizzata dagli anni di piombo. Gli occhi di "Svitol" registrano una realtà di cui non riesce a capacitarsi: tutto è diverso rispetto a quando è partito, a cominciare dai suoi ex compagni che, o si sono integrati nel Sistema, oppure hanno ceduto alla droga e alla depressione ("Ha ucciso più compagni la depressione che la repressione" dice uno di loro). La deriva ideologica ed esistenziale di una generazione che già nel '78 [...] prende corpo nel paesaggio di macerie materiali e morali in cui si aggira, come un fantasma tornato sulla terra, il Riccardo di Flavio Bucci» (Uva). Con Biagio Pelligra, Micaela Pignatelli, Agnès de Nobecourt.
Ingresso gratuito
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