“Prosegue al cinema Trevi la serie “Fratelli nel cinema”. Il 16 e il 17 settembre giornate dedicate ai fratelli Castiglioni e ai fratelli Scavolini”
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«L'invenzione del cinematografo è legata al nome di due fratelli: Auguste e Louis Lumière. Da allora, nella storia del cinema, sono stati tanti i fratelli che, in collaborazione o in competizione, si sono dedicati a questo mestiere. Il cinema, si sa, è una malattia contagiosa che si diffonde spesso all'interno delle famiglie. I mestieri del cinema sono tanti e, in certi settori, si sono formate nel tempo vere e proprie dinastie di artigiani e professionisti. Questo aspetto, che caratterizza in maniera particolare il cinema italiano, rimasto, sostanzialmente, un cinema artigianale, è al centro della presente rassegna con cui ci si propone di mettere a confronto opere legate ai nomi di fratelli o sorelle, per comprendere meglio il peso che i rapporti umani, personali e familiari, hanno avuto nello sviluppo e nella qualità del nostro cinema» (Amedeo Fago).
Gli appuntamenti di questo mese sono dedicati ai fratelli Castiglioni, Alfredo e Angelo, e ai fratelli Scavolini, Romano e Sauro.
Le dichiarazioni di Alfredo Castiglioni sono tratte dall'intervista di Daniele Aramu in Nocturno Book. Mondorama, 2001.
Rassegna a cura di Amedeo Fago
martedì 16
ore 17.00 Africa ama di Alfredo e Angelo Castiglioni, Guido Guerrasio, Oreste Pellini (1971, 104')
Sconvolta dal progresso, l'Africa primitiva sta scomparendo. Il documentario - il cui materiale è stato raccolto percorrendo il cammino dei primi esploratori - è dedicato a quest'Africa morente che è violenta e crudele, ma proprio per questo bisognosa di comprensione. Rispetto al precedente Africa segreta «Africa ama è partito con un'altra impostazione, sempre legata alla ricerca etnologica […] ma già con un occhio, se si vuole, commerciale, spettacolare, con mezzi diversi. […]. Poi il risultato di pubblico convalidò anche questo tipo di discorso, che non toglieva nulla a quella che era stata la nostra idea iniziale, l'idea di utilizzare la macchina da presa come un diario di viaggio» (Alfredo Castiglioni).
ore 19.00 Magia nuda di Alfredo e Angelo Castiglioni, Guido Guerrasio (1974, 105')
È un viaggio tra i "primitivi" dell'Africa Nera, tra gli Indios dell'Amazzonia, tra gli Indù di Ceylon e tra le popolazioni filippine alla ricerca dei loro riti magici. «C'era una sequenza in Magia nuda, ambientata in una specie di manicomio nella foresta equatoriale, dove prendevano i malati e li forzavano a bere l'acqua; il film non riesce a rendere conto di quanto fosse tragico e commovente quella situazione: l'umidità di questo cielo sempre plumbeo, il grigiore tutt'attorno, questo fango rosso… Tanta era l'attenzione rituale sviluppata in quel momento, che tu ti potevi appoggiare con la macchina da presa sulla loro schiena senza che nessuno dicesse nulla» (Alfredo Castiglioni). Testo di Alberto Moravia.
ore 21.00 Incontro moderato da Franco Grattarola con Alfredo e Angelo Castiglioni
a seguire Addio ultimo uomo di Alfredo e Angelo Castiglioni (1978, 90')
Documento etnografico dedicato a culture ancestrali che l'irrompere delle culture moderne minaccia di fare scomparire e dimenticare, il lungometraggio presenta scene registrate tra i Kapsiky dell'Africa Centrale, dei Nuba del Sudan e degli Shilluk. «Visto che avevamo ancora la fiducia del produttore, dopo Magia nuda io e mio fratello decidemmo di intraprendere una strada da soli, rispettando una continuità cinematografica, se vogliamo anche di carattere "commerciale". […] [È stato il film più difficile da realizzare], anche perché in quel caso ci siamo spinti verso certi gruppi veramente difficili da raggiungere» (Alfredo Castiglioni).
Ingresso gratuito
mercoledì 17
ore 16.30 Un posto freddo in fondo al cuore di Sauro Scavolini (1992, 167')
«L'idea del film è nata due o tre anni fa, quando i giornali riportano la notizia dello stupro di una giovanissima avvenuto all'interno di una stazione della metropolitana di Milano. La notizia fece molto scalpore. Milano come New York? Poi, una settimana dopo, la smentita: la ragazza si era inventato tutto. Un'amica psicoanalista mi spiegò la cosa dicendo che la ragazza aveva voluto attirare l'attenzione su di sé e su un'esasperata mancanza d'amore. Il film racconta un'altra storia che, salvo per lo stupro di una giovanissima, non ha nessun contatto con l'episodio di Milano. Anche se è nato da lì, da quella disperata bugia lanciata come un grido d'aiuto tra la folla di una metropolitana» (Scavolini).
Per gentile concessione di Rai Teche - Ingresso gratuito
ore 19.15 Cuore di Romano Scavolini (1973, 82')
Il film attualizza quattro episodi del famoso libro di Edmondo De Amicis, sostituendone i contenuti con tematiche che vanno dalla prima guerra mondiale fino ai fenomeni migratori dei nostri giorni. Curiosa incursione nel cinema di genere, in questo caso il "lacrima-movie", da parte di Romano Scavolini, Cuore annovera nel cast Renato Cestié, Chris Avram, Duilio Cruciani. Interessante è anche l'utilizzo del colore elaborato elettronicamente, applicato dal regista «in alcuni "freeze-frame" che aprono e chiudono ogni singolo episodio, invertendo la gamma cromatica dell'inquadratura con accostamenti di solarizzazione tipicamente anni '70, come di molti altri lavori materiali compiuti da Scavolini direttamente sulla pellicola» (Napoleone Wilson).
ore 21.00 Incontro con Romano e Sauro Scavolini
a seguire Un foro nel parabrezza di Sauro Scavolini (1984, 100')
«Un giornalista conosce una bionda misteriosa. L'incontro sconvolge la sua esistenza. Anzi, l'uomo rischia di perderla del tutto» (Carbone/Pasqua). Dall'omonimo romanzo di Carlo Bernari, il film, scritto e diretto da Sauro Scavolini, ha avuto due versioni: una televisiva della durata di 180', trasmessa in tre parti, e una cinematografica di 100'.
Per gentile concessione di Rai Teche - Ingresso gratuito
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