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575 – Bianco e Nero

Con il numero 575 «Bianco e Nero» si rinnova nella gestione, nella veste grafica e  in  parte  anche  nell’approccio  critico.  La  nuova  direzione  è  affidata  ad  Alberto Crespi che ha accettato la «scommessa» di conciliare la  tradizionale impostazione  storico-scientifica  con  una  maggiore  attenzione  all’attualità.  Per  attualità  non  si  intende soltanto il cinema nostro contemporaneo ma anche il cinema che si studia  oggi  al  Centro  Sperimentale,  e  nelle  scuole  di  cinema  internazionali.  Tra  gli  altri  propositi del nuovo corso c’è infatti anche quello di legare maggiormente «Bianco e  Nero» alle attività istituzionali di Scuola e Cineteca.
Il  fascicolo  si apre con una  ricca monografia  sul comico italiano da Totò a Checco  Zalone.  La  sezione  è  intitolata  Riso amaro  e  indaga  come  «dal  cinema  muto  alla  satira  politica,  la  comicità  è  la  chiave  per  raccontare  l’identità  nazionale.  Spesso  svelando  il  dramma  che  si  nasconde  dietro  la  risata».  Oltre  ai  saggi  di  Mariapia  Comand, Adriano D’Aloia, Marco Cucco e Massimo Scaglioni, Gianni Canova, Roy Menarini,  Paolo Noto, un’intervista a Carlo Verdone racconta il tema dal punto di vista dell’autore.
La  sezione  Cineteca  è  dedicata  ai  restauri  presentati  quest’anno  al  festival  di  Venezia:  Le mani sulla città di  Francesco  Rosi  e Quién sabe?  di Damiano Damiani  (contributi di Emiliano Morreale, Alberto Pezzotta e Vincenzo Marra). La sezione relativa alla Scuola è dedicata alla narrazione seriale, ed è stata curata  da Nicola Lusuardi.  La rivista è stata presentata alla 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica  di Venezia da Alberto Crespi (direttore responsabile), Gabriele Antinolfi (direttore divisione editoria del Csc), e Stefano Rulli (presidente del Csc).

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