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609 Bianco e nero

 

Partendo da un numero di «Bianco e Nero» uscito più di mezzo secolo fa (11-12, novembre-dicembre 1973), a cura di Maurizio Grande, ripercorriamo la carriera di Carmelo Bene da un punto di vista che va al di là del cinema, del teatro e di ogni altra singola disciplina. Nei saggi compresi in questo numero, curato da Giancarlo Mancini, si parla brevemente del cineasta e si bypassa quasi totalmente l’uomo di teatro per concentrarsi sull’autore televisivo e soprattutto sul personaggio pubblico, capace di apparizioni tv ancora oggi clamorose e spiazzanti: sia che affrontasse la platea del Maurizio Costanzo Show sia che parlasse di calcio a Il processo del lunedì. Per capire bene Bene (è l’unico gioco di parole che ci permettiamo) occorre prenderlo in toto, tenendo insieme il “provocatore” televisivo e l’artista raffinatissimo che puntava all’assenza più che alla presenza: l’uomo che dirige Nostra Signora dei Turchi e l’uomo che rinuncerebbe a Gassman pur di rivedere in azione Marco Van Basten (che non è un oscuro regista belga ma un meraviglioso e sfortunato centrattacco olandese). Il punto d’arrivo di questa riflessione non può che essere la presenza di Carmelo Bene nei social network, oggi. Bene, su Facebook, accumula “like” come Taylor Swift. Tantissimi utenti lo postano, lo taggano, lo trasformano in gif e in meme: facendo due rapidi conti, sono per lo più persone che non possono averlo apprezzato a teatro e forse non hanno mai visto un suo film. Nella rete Bene è più vivo e presente che mai.
Il numero è dedicato ad Adriano Aprà, scomparso il 15 aprile 2024. Adriano ha lungamente collaborato con il Centro Sperimentale (dal 1998 al 2002 è stato conservatore della Cineteca Nazionale) ed è stato amico e ammiratore di Carmelo Bene. Crediamo che avrebbe condiviso la nostra idea di un Bene artista “totale”, multimediale, creatore – ben prima che di film e di spettacoli – di un’opera d’arte che coincideva con se stesso.

 

Note Autore:

Giancarlo Mancini, nato nel 1977, è un giornalista e critico cinematografico italiano che, da anni, opera con successo tra il mondo della televisione e della radio. È noto per i suoi interventi in programmi culturali e di approfondimento come Fahrenheit (Rai Radio 3), Il tempo e la storia (Rai Storia), Hollywood Party (Rai Radio 3) e Wikiradio (Rai Radio 3). Ha collaborato con importanti testate giornalistiche italiane, tra cui Il Riformista, Corriere della Sera e Il Manifesto. Mancini ha scritto diversi libri e saggi sul cinema, tra questi: Colpi roventi. I film di Longanesi, Malaparte, Montanelli e Guareschi (Bompiani, 2017), un’analisi sui film realizzati da importanti figure del panorama intellettuale italiano. Ha inoltre dedicato testi a registi di fama internazionale, come Michael Cimino (Le mani, 2007) e Steven Soderbergh (Le Mani, 2014).